La Babesiosi canina, detta anche piroplasmosi, è un'infezione trasmessa dalle zecche dovuta a un protozoo, ovvero un parassita unicellulare chiamato Babesia. Il parassita, di cui si conoscono diverse specie, è diffuso in tutto il mondo e si localizza nei globuli rossi del cane causando anemia ed altri disturbi. Si cura efficacemente anche se il cane può sempre reinfettarsi. La malattia si previene evitando l’infestione da zecche.
Da cosa è provocata
È provocata da diverse specie, ma la più frequente è Babesia canis. È trasmessa dalle zecche (Dermacentor reticulatus e Riphicefalus sanguineus) che si infettano succhiando il sangue da un cane malato per poi trasmettere il parassita ad un animale sano. La Babesia si localizza inizialmente nell’intestino della zecca per poi passare nei diversi organi e nelle ghiandole salivari. Nella zecca femmina la Babesia può diffondersi anche per via transovarica passando da una generazione ad un’altra di zecca.
Come si trasmette
La babesiosi si trasmette al cane principalmente attraverso il morso di una zecca infetta. Raramente può verificarsi una trasmissione diretta da animale ad animale tramite il sangue infetto. È riportata anche la trasmissione per via verticale ovvero l’infezione ai cuccioli in utero per via transplacentare e tramite trasfusioni di sangue infetto. I cani ospitati in canili con scarso controllo delle zecche hanno un rischio maggiore di sviluppare la babesiosi.
Dov'è diffusa e in che periodo dell'anno
L'incidenza dell'infezione è massima in autunno e primavera in concomitanza con periodi caldi ed umidi che favoriscono la diffusione del vettore. Una maggiore incidenza di babesiosi si riscontra nelle aree rurali o suburbane adiacenti a boschi che forniscono un habitat ideale per la proliferazione delle zecche. La Babesiosi è segnalata in tutta Europa.
Quanto dura l'incubazione
L’incubazione può durare da uno fino a tre settimane. Finito questo periodo compare la sintomatologia che può avere un decorso iperacuto (grave) o cronico.
Quali sono i sintomi
I cani infetti da Babesiosi possono presentare un'ampia varietà di segni clinici in relazione al decorso che può essere acuto o cronico. Il cane affetto da Babesiosi può manifestare una sintomatologia iperacuta caratterizzata da debolezza generalizzata, febbre, ittero ovvero una colorazione giallastra delle mucose dovuta all’intensa distruzione dei globuli rossi, presenza di sangue nelle urine fino al collasso. Le forme atipiche o con andamento cronico possono essere caratterizzate da anemia, riduzione del numero delle piastrine, Gli esami del sangue e delle urine possono rivelare una riduzione del numero delle piastrine e della concentrazione di albumina.
Nelle forme croniche si possono riscontrare sintomi aspecifici a livello neurologico, gastroenterico e dell’apparato muscoloscheletrico. Possono sempre essere presenti disturbi della coagulazione del sangue.
Diagnosi
Oltre alla sintomatologia clinica, la diagnosi si può effettuare colorando uno striscio di sangue periferico ed evidenziando al microscopio il parassita nei globuli rossi. Altre possibilità diagnostiche prevedono l’impiego di tecniche immunologiche o biomolecolari che possono discriminare tra le diverse specie di Babesie.
Si può utilizzare anche un test sierologico per rilevare la presenza di anticorpi. Tuttavia, bisogna considerare che il test può essere falsamente negativo in quanto è necessario un periodo di dieci giorni circa prima dello sviluppo degli anticorpi.
Cura
La terapia contro la Babesiosi deve essere somministrata al più presto dopo la conferma diagnostica. I farmaci che si utilizzano sono in grado di eliminare il parassita anche se l’animale può sempre riammalarsi. Lo schema terapeutico dovrà considerare anche l’impiego di farmaci per contrastare la sintomatologia.
Prevenzione
La malattia si previene efficacemente evitando l’infestione da zecche. Nelle zone endemiche si può somministrare a livello profilattico il farmaco che si utilizza per la terapia specifica con una durata della protezione di circa un mese. I cani affetti da Babesiosi o che hanno superato la malattia non devono essere considerati quali potenziali donatori di sangue.
Non è segnalata la trasmissione di Babesia canis all’uomo.