Un gruppo di gallinelle d’acqua che si affaccia tra la vegetazione e la roccia. Sullo sfondo le pale meccaniche che stanno completando il maxi intervento di colmata di un’ansa del porto. Non è del tutto insolito trovare degli uccelli acquatici in prossimità delle nostre città. Piccole comunità che per varie ragioni si insediano laddove non ci si aspetterebbe una presenza tangibile del mondo animale. È quello che è accaduto a Bari, in un piccolo ritaglio d’acqua dell’area portuale venutosi a formare dopo i numerosi interventi di allargamento verso il mare.
L’area in questione è quella denominata Marisabella, dove sono attualmente in corso importanti lavori che hanno richiesto anche lo scavo del fondale da parte della nave Willem Van Rubroeck, una delle più potenti e moderne draghe attualmente in circolazione.
Nei prossimi anni il Porto di Bari è destinato a cambiare completamente volto, con una serie di opere che cambieranno e in parte hanno già cambiato l’attuale assetto della costa. Nel complesso questa serie di interventi migliorerà considerevolmente le capacità dello scalo barese. Dall’altro lato, però, c’è anche chi ritiene che alcuni di questi cantieri potrebbero arrecare danni irreversibili all’assetto idrogeologico e all’ecosistema marino.
In questo contesto si è radunato un movimento di associazioni e liberi cittadini che negli scorsi anni ha portato alla nascita del Comitato Fronte del Porto. Il gruppo ha tentato invano di fermare la realizzazione di alcune di queste opere, registrando lo scorso luglio la notifica di archiviazione per i quattro esposti depositati in Procura.
«Il comitato Fronte del Porto non cesserà di esercitare in ogni ambito la sua azione civica di controllo anche in questa fase avanzata del dragaggio, tenendo viva la speranza di un ravvedimento degli attori in campo», scrivevano poche settimane fa Matteo Magnisi e Silvana Grilli, i due portavoce del Comitato.
Fatto sta che la presenza delle gallinelle (in quello stesso spazio in passato sono state avvistate anche delle anatre e qualche airone) oggi sono un simbolo di una natura che rivendica la sua presenza anche di fronte all’avanzata incessante dell’uomo. A maggior ragione in delle acque ancora oggi interessate da un importante cantiere.
«L’intenzione è quella di riqualificare la zona rendendola un elemento di pregio – ha spiegato a Kodami il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale Ugo Patroni Griffi – dialogheremo con alcune associazioni animaliste per trasformare quello che era un luogo degradato in una sorta di habitat artificiale».