A distanza di due settimane dal primo avvistamento, lo scorso 30 novembre, intorno alle 17, una fototrappola posizionata dal Corpo forestale Regionale ha ripreso un esemplare di lince (Lynx lynx) nei boschi di Quart, in Val d'Aosta.
Al momento è impossibile determinare se si tratti o meno dello stesso soggetto individuato precedentemente a Brusson, in Val d'Ayas, ma l'assessorato all'Agricoltura e alle Risorse Naturali della Regione Autonoma fa sapere che verranno incrementati i monitoraggi, in modo da conoscere più approfonditamente i movimenti e il numero di esemplari presenti sul territorio regionale.
«Le linci si riconoscono grazie alla loro maculatura, ma la qualità delle immagini non permette di determinare se sia effettivamente la stessa che è stata avvistata precedentemente – spiega a Kodami Paolo Molinari, socio fondatore e coordinatore tecnico-scientifico del Progetto Lince Italia – In ogni caso, è verosimile che si tratti di un individuo giovane in dispersione proveniente dalla Svizzera e intento a cercare un nuovo territorio. L'inverno, infatti, è proprio la stagione in cui avvengono questi spostamenti».
Notizia accolta positivamente, nessun conflitto con i cacciatori
Sebbene la Valle d'Aosta confini con la Svizzera, dove la lince sta vedendo un lento ma costante incremento numerico, la presenza della specie nel versante Sud delle Alpi è una novità assoluta per questa zona.
«Si tratta di un segnale estremamente positivo, perché il suo arrivo rappresenta anche un ottimo indicatore per l'habitat – commenta Molinari – Significa che ci sono prede a sufficienza e, in questo caso, parliamo in particolare di animali come caprioli e camosci, ovvero le sue prede elettive per quanto riguarda gli ambienti alpini».
Contrariamente a quanto spesso accade con altre specie, i cacciatori locali al momento, non hanno dimostrato preoccupazione per questa nuova presenza. «Sono stati proprio loro ad avvisare le autorità in seguito al primo avvistamento e ciò rappresenta già una buona notizia – commenta l'esperto – Il rischio, infatti, era che potessero porsi in maniera conflittuale di fronte a questa presenza, trattandosi di un predatore. Ci troviamo, però, in un contesto complesso, in cui si stanno definendo molte dinamiche anche riguardo la gestione della presenza del lupo. La lince, quindi, ora come ora, fortunatamente non sembra affatto rappresentare un problema».
La lince, il grande carnivoro più raro del nostro paese
La lince eurasiatica (Lynx lynx) è un mammifero della famiglia dei felidi dalle abitudini estremamente solitarie. Tra tutti i grandi carnivori presenti nella nostra penisola, è considerato il più raro e difficile da avvistare. Secondo i dati più aggiornati, infatti, in Italia le linci non superano nemmeno le 10 unità e sono suddivise nelle regioni alpine da Est a Ovest.
Oltre al soggetto avvistato in Valle d'Aosta, un maschio si trova in Trentino (ma è piuttosto anziano e non viene avvistato da molto tempo), altri due o tre individui vivono invece nella zona del Tarvisio, un territorio famoso per la sua biodiversità e per essere stato anche il teatro del ritorno del castoro.
Altre segnalazioni provengono invece dal Piemonte settentrionale, in Provincia di Verbano Cusio Ossola, e un ultimo soggetto è stato segnalato nel 2021 in Provincia di Bolzano, sebbene l'informazione non sia mai stata confermata ufficialmente dalle amministrazioni locali.
Il progetto Life Lynx
Nell'ottica di tutelare la specie e impedirne l'estinzione, in Europa sono in atto diversi progetti di conservazione della specie. Tra questi vi sono il Progetto Lince Italia, ma anche il gruppo di lavoro SCALP (Status and Conservation of the Alpine Lynx Population), a cui prendono parte ricercatori di tutti i paesi alpini. Da anni, inoltre, è attivo il progetto europeo Life Lynx, che si concentra sulle popolazioni di linci dinariche e delle zone alpine Sud orientali e vede la collaborazione di Italia, Slovenia, Croazia, Slovacchia e Romania.
Uno degli obiettivi principali è quello di ridurre il tasso di consanguineità della popolazione, causato dall'eccessivo isolamento. Per questo motivo si sta cercando di intervenire con misure di ripopolamento attraverso lo spostamento di soggetti provenienti da altre zone.
Proprio nell'ambito di questo progetto, durante lo scorso mese di novembre, il team sloveno di Life Lynx ha sostituito il radio collare di Aida, una lince trasferita dalla Romania insieme al maschio Zois. Entrambi vennero rilasciati nelle foreste dell’altopiano di Jelovica nel 2021 e, a partire da quel momento, si sono già riprodotti due volte. I ricercatori seguono da tempo i loro movimenti, nell'intento di trovare i siti di riproduzione, i luoghi di predazione e studiare le interazioni tra gli adulti dei due sessi e negli ultimi mesi, sempre grazie alle fototrappole, sono riusciti a catturare anche le interazioni tra la madre e i suoi cuccioli.