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29 Maggio 2024
15:14

Avvistamento straordinario: uno dei cetacei più rari del Pianeta riappare al largo della California

Al largo della California, una nave da ricerca ha avvistato una balena franca del Pacifico settentrionale. Si tratta di uno dei cetacei a maggior rischio estinzione al mondo. Tra le acque statunitensi si stima ne siano rimasti appena 30 individui.

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Foto dell’avvistamento di ACCESS Oceans

In un evento più unico che raro, una balena franca del Pacifico settentrionale, tra i cetacei più rari e minacciati del pianeta, è stata avvistata al largo della costa della contea di Marin, in California. Questo incontro eccezionale ha suscitato un'ondata di entusiasmo tra gli scienziati e gli appassionati di fauna marina, riaccendendo un barlume di speranza per la conservazione di questa specie a un passo dall'estinzione: si stima infatti ne siano rimaste appena 30 lungo tutta la costa del Pacifico settentrionale orientale.

L'avvistamento, avvenuto venerdì 24 maggio, è stato definito "stupefacente" da Jan Roletto, ecologo e ricercatore, che ha individuato l'animale a circa tre miglia a ovest del Point Reyes National Seashore, mentre era a bordo di una nave da ricerca della Applied California Current Ecosystem Studies. «È emersa proprio davanti a noi e si è fermata per quasi venti minuti, – ha raccontato a The Mercury News Roletto – Io e la mia collega, l'ecologa marina Kirsten Lindquist, ci siamo guardati immediatamente. Sapevamo subito di cosa si trattava».

Un tempo, la balena franca del Pacifico settentrionale (Eubalaena japonica) contava decine di migliaia di individui. Tuttavia, come accaduto a molte altre specie di balene, sono state quasi sterminate dalla caccia commerciale nel XIX secolo. Per i balenieri erano le balene "perfette" da uccidere, poiché nuotavano lentamente, vicino alla costa, avevano uno spesso strato di grasso e galleggiavano una volta uccise. Si stima che tra i 21.000 e i 30.000 individui siano stati uccisi nel Pacifico settentrionale in appena un decennio.

Nel 1900, queste balene erano già considerate estinte dal punto di vista commerciale, ma nonostante il divieto di caccia imposto dalla Commissione Internazionale per la Caccia alle Balene nel 1937, la loro popolazione subì un ulteriore duro colpo negli anni 60, principalmente a causa della caccia illegale delle baleniere sovietiche nel golfo dell'Alaska e nel Mare di Bering. Una volta diventate specie protetta e cessata del tutto la caccia, la popolazione ha cominciato lentamente a riprendersi, proprio come accaduto alle megattere, alle balene grigie e tante altre specie un tempo cacciate in massa.

Tuttavia, la specie resta ancora oggi gravemente minacciata di estinzione, con un popolazione globale stimata in appena 500 individui in tutto il Pacifico settentrionale, di cui solamente 30/35 tra le acque degli Stati Uniti che bagnano la costa che va dall'Alaska alla California. Le attività umane continuano infatti a mettere a rischio la specie: le balene possono rimanere intrappolate nelle reti da pesca, essere colpite dalle navi, subire gli impatti negativi dei cambiamenti climatici, dello sviluppo petrolifero e del gas e dell'inquinamento acustico oceanico.

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Una balena franca del Pacifico settentrionale. Foto da Wikimedia Commons

Anche a causa della sua rarità, gli scienziati sanno molto poco sui loro spostamenti, sulle migrazioni, sulle abitudini alimentari o sul comportamento riproduttivo. Lo studio attraverso microfoni subacquei può aiutare a tracciare queste balene, ma le osservazioni a bordo delle navi restano comunque il metodo migliore per ottenere informazioni su questi maestosi e minacciati animali. Negli ultimi anni, ci sono stati però solo pochissimi avvistamenti, tutti registrati al largo delle coste della Columbia Britannica, dello stato di Washington e della California.

I ricercatori sospettano si tratti sempre dello stesso individuo, che appare generalmente in primavera per poi sparire di nuovo nel nulla. L'avvistamento di venerdì scorso rappresenta quindi un evento eccezionale, un promemoria sulla straordinaria bellezza e fragilità di questi imponenti giganti gentili. E mentre la ricerca e lo studio continuano, ogni incontro come questo ci avvicina a piccoli passi a una sempre maggiore comprensione sula vita e le abitudini di questa specie e, si spera, anche alla sua conservazione.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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