I Cat Awards vengono organizzati annualmente dall’organizzazione inglese Cat Protection per premiare i gatti che sono riusciti a cambiare in meglio la vita di tante famiglie e sono diventati un punto di riferimento grazie ad abilità fuori del comune.
Il vincitore di quest’anno è Zebby, un micio bianco e nero di due anni che vive a Chesterfield, nella contea inglese del Derbyshire, insieme alla sua umana Genevieve Moss. Il micio l'aiuta in tutto perché la sua pet mate è sorda e quindi la avverte se c'è un rumore insolito battendo la zampetta sulla sua testa per svegliarla. Se qualcuno è alla porta, cammina davanti a lei finché non va ad aprirla. Quando il postino consegna la posta la prende dallo zerbino e la lascia cadere in camera da letto.
Tutto questo, però, Zebby lo fa spontaneamente, nessuno glielo ha mai insegnato: non è stato addestrato ma fin da subito è stato come se sapesse come comportarsi per aiutare Genevieve. La sua storia ha fatto il giro del mondo rendendo talmente celebre la sua dedizione nei confronti della sua umana da raggiungere quest’anno la finale dei Cat Awards e poi il podio.
«Senza di lui mi sentirei davvero terrorizzata – ha detto Moss alla BBC – Prima non riuscivo a dormire perché ero spaventata, ma ora posso addormentarmi perché so che il mio migliore amico Zebby è lì e ci sarà sempre».
Esistono tanti luoghi comuni sui gatti che contribuiscono a renderli nell'immaginario collettivo animali domestici molto misteriosi e imperscrutabili e sicuramente molto diversi nella relazione rispetto al cane, considerato genericamente molto più aperto e più disposto a farsi capire. Ma quando non ci si rende conto di quanta bellezza ci sia in quell'elegante felino, spesso è perché non si conosce abbastanza bene il suo universo.
Un saggio interessante per aprirsi al loro mondo vedendo smontare uno a uno tutti i luoghi comuni sull’apparente mancanza d’empatia di questi animali è quello del filosofo e docente John Gray, “Filosofia felina. I gatti e il significato dell’esistenza”, in cui si spiega anche perché i gatti non abbiano proprio nulla da imparare da noi, mentre noi avremmo tanto da imparare da loro.
Nello specifico due cose: la prima a non concentrarci sul passato e sul futuro, ma piuttosto sul presente delle nostre vite, esattamente come fanno loro che «non hanno alcun bisogno di analizzare la propria vita, visto che non dubitano che valga la pena di essere vissuta». La seconda a non lottare costantemente per la felicità, ma agire come loro per i quali, al contrario, la felicità è lo stato naturale cui fare ritorno una volta eliminate le minacce concrete al proprio benessere.