Le associazioni di tutela animale sono state ignorate dalla provincia di Trento nella richiesta di partecipare all‘autopsia sull'orsa F36, trovata morta in val Bondone, nel comune di Sella Giudicarie, nella serata di mercoledì 27 settembre. Lo hanno fatto sapere Oipa e Leal che hanno anche sottolineato l'esclusione del proprio perito al momento dell'esame necroscopico sull'animale.
«Vogliamo chiarezza e vogliamo essere presenti all’esame autoptico della povera orsa. A oggi non siamo stati informati né della possibilità o meno di essere presenti con un nostro perito di parte, né abbiamo notizia se l’autopsia sia stata fatta o meno – dichiarano le associazioni Leal e Oipa – Attendiamo una risposta dalla Provincia e dall’Istituto sperando che, nel rispetto della trasparenza che dovrebbe caratterizzare la Pubblica Amministrazione, si aprano alla corretta condivisione di atti e operazioni con noi, che rappresentiamo l’interesse della fauna, bene indisponibile dello Stato, e di chi la ama».
. L'accertamento è stato fatto dagli uomini del Corpo Forestale Trentino che si sono mossi in seguito all'attivazione del sensore di mortalità di cui é dotato il radiocollare dell'orsa.
Come da prassi, il corpo è stato subito consegnato all'Istituto Zooprofilattico delle Venezie per gli accertamenti del caso. Da un primo esame esterno, ha fatto sapere la Provincia Autonoma di Trento, «non è stato possibile avanzare ipotesi sulla causa della morte».
F36 non era un'orsa qualsiasi: è l'ultima ad essere stata iscritta nella lista nera di orsi problematici del presidente della Provincia Maurizio Fugatti l'8 settembre. Su di lei pendeva infatti un'ordinanza di abbattimento, subito sospesa dal Tar di Trento. In ragione di questa tempistica, a sole poche settimane di distanza dalla richiesta di abbattimento alla morte dell'orsa, Le associazioni hanno chiesto di partecipare all’autopsia con un proprio consulente di parte individuato nella dottoressa Cristina Marchetti, medico veterinario, anatomopatologa ed esperta in materia.
Questa richiesta, fanno sapere Oipa e Leal, è stata inviata giovedì 28 settembre all’Izs, al presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, e al Servizio Foreste trentino. Per ora, però, ancora nessuna risposta.
F36 è il secondo orso a morire dopo essere finito nella lista degli individui problematici individuati da Fuguatti. Il primo è stato M62, trovato da un gruppo di escursionisti che stava passeggiando tra il lago di Molveno e San Lorenzo Dorsino, a Sud Est del massiccio delle Dolomiti di Brenta. Anche in quell'occasione, serpeggiò tra volontari e associazioni il timore che l'animale fosse stato ucciso dai bracconieri. In risposta, la Provincia Autonoma di Trento sottolineò immediatamente che sul corpo dell'animale erano state rinvenute ferite compatibili a uno scontro con un altro maschio: «L’ipotesi è avanzata dal Corpo forestale trentino e potrà trovare conferma nei prossimi giorni dalle analisi – e aggiungono – Gli scontri tra plantigradi possono avvenire durante l’intero arco dell’anno e nella stagione degli amori, che è già iniziata, questo rischio aumenta». Ipotesi successivamente confermata dall'autopsia eseguita anche in quel caso dall'Istituto zooprofilattico delle Venezie.
Su F36 c'è il medesimo timore che potrà essere fugato solo dopo l'esame autoptico.