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10 Settembre 2023
9:32

Aumentano le rinunce di proprietà a Modena: «Bisogna conoscere meglio l’animale che si adotta»

Da inizio anno sono stati 21 i cani a cui i cittadini modenesi hanno rinunciato, mentre per i gatti, i casi sono stati oltre a 19 e nelle ultime settimane si è registrato un incremento significativo di ingressi in gattile di cucciolate. Le motivazioni rispecchiano però un'adozione fatta troppo frettolosamente.

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Aumentano sempre di più le rinunce di proprietà di cani e gatti a Modena: il fenomeno, emerso durante la pandemia anche a livello nazionale, non sembra affatto cessare, ma al contrario sta diventando preoccupante. Da inizio anno, infatti, sono stati 21 i cani a cui i cittadini modenesi hanno rinunciato, mentre per i gatti, i casi sono stati oltre a 19 e nelle ultime settimane si è registrato un incremento significativo di ingressi di cucciolate. Guardando sempre i dati riportati dal Comune della città emiliana, per quel che riguarda gli animali abbandonati o perduti, invece, si osserva che nel canile la media di entrate al mese è di 25-30 animali. Di questi circa 15 sono poi restituiti ai legittimi pet mate. Le adozioni, poi, sono una decina al mese.

Nel canile sono presenti attualmente circa 115 cani e se grazie all’obbligo del microchip il Comune è riuscito, nel tempo, a contenere il numero degli abbandoni che quest’anno hanno rappresentato il 28 per cento dei cani entrati, per contro, si sta assistendo appunto a un aumento di richieste di cessione di animali di proprietà al canile. Tra le giustificazioni appaiono il cambio di casa, la nascita di un bambino, difficoltà di mantenimento per problemi economici e incapacità di gestione per problematiche comportamentali, motivazioni che, a parte di non sembrare tali da dover abbandonare il proprio amico viste le soluzioni possibili, non esisterebbero nemmeno, se l’adozione fosse stata fatta con responsabilità e consapevolezza di ciò che significa realmente accogliere un animale in casa.

«Da gennaio sono entrati, come si diceva, 21 cani da rinuncia e 16 sono in lista d’attesa – spiegano dall’Ufficio Diritti animali del Comune di Modena – un numero elevato quest'ultimo soprattutto per la tipologia di cane, ovvero di grossa taglia con problemi comportamentali la cui gestione prevede l’utilizzo di un box singolo, con la conseguente drastica diminuzione degli spazi a disposizione, e poi percorsi di recupero con un educatore».

Questo succede, in generale, sottolineano gli operatori comunali, perché «prima di adottare un animale è importante averlo incontrato e conosciuto, con l’obiettivo di accoglierlo in casa solo dopo aver sviluppato un percorso che ha portato al match col nucleo familiare. Solo in questo modo il rapporto potrà essere strutturato da entrambe le parti e il rischio di rinuncia o di abbandono dell’amico a quattro zampe, anche quando invecchia o presenta problemi di salute, risulterà significativamente ridotto».

Le razze accolte per rinuncia dal canile sono sempre le stesse, infatti, in genere molossi o terrier di tipo bull come, per esempio, Pitbull e Amstaff, maschi, non castrati, la cui crescita mette in difficoltà i propri pet mate che non hanno alcuna idea di quali siano bisogni e motivazioni dell’animale che hanno scelto e non sapendolo mettono il cane in una situazione di disagio che lo porterà a sviluppare comportamenti definiti solitamente dagli umani di riferimento come “ingestibili”. L’indicazione di chi conosce bene queste situazioni che si ripetono continuamente a scapito dei poveri animali che si ritrovano in un attimo dal divano a dentro una gabbia, «è di rivolgersi a un professionista che tenti di facilitare la relazione con i pet mate, non di certo portarlo in canile».

Qualche modenese ha motivato la rinuncia al proprio cane anche perché molto anziano e quindi, perché «non pronti a vederlo morire: ma è evidente – rilevano ancora dall’Ufficio Diritti animali – che per l’animale è ancora peggio affrontare, dentro a un box, l’ultimo periodo di vita e lontano dalla famiglia in cui è stato per tutta la sua esistenza». Un ulteriore elemento che contribuisce ai nuovi ingressi nei canili, concludono gli operatori, «è rappresentato dal fenomeno dei “finti ritrovamenti” di cucciolate che, invece, provengono da altre Regioni, in genere dal Sud Italia e che avvengono in maniera illegale in violazione alle normative sul benessere animale e sul trasporto».

Per contrastare queste condotte illecite, all’interno del più ampio progetto contro i maltrattamenti degli animali, negli ultimi anni la Polizia locale ha sviluppato una “mappatura” delle attività sia attraverso controlli nei pressi dei caselli autostradali, sia attraverso la raccolta di dati sulle persone che “movimentano” cani provenienti da altre regioni, in attesa di collocarli nelle abitazioni di cittadini modenesi».

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Simona Sirianni
Giornalista
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