Come ogni anno in questa stagione sono iniziate le nidificazioni di rondini e rondoni. Tante le città italiane in cui è possibile osservare i nidi costruiti da questi uccelli per i loro piccoli, e anche la caotica Roma non fa eccezione.
Per questo l'Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) fa sapere che durante il periodo di nidificazione è inderogabilmente «vietato distruggere i nidi di rondini, rondini, balestrucci e specie affini, la cui presenza nelle nostre città è sempre più minacciata e va tutelata». Come prevede una specifica delibera della Giunta capitolina varata già gli anni precedenti.
In sintesi, la delibera prevede che:
- Il divieto in tutto il territorio capitolino di distruggere, rimuovere o danneggiare i nidi di rondine, balestruccio, rondone comune, rondone pallido e specie affini, nel rispetto della vigente normativa a tutela della biodiversità e degli ecosistemi;
- I romani dovranno garantire la protezione dei nidi «provvedendo alla loro tutela e protezione, anche nelle fasi iniziali della costruzione». Questo include il divieto di disturbo, danneggiamento e abbattimento dei nidi. Tale tutela si estende anche al di fuori del periodo riproduttivo (autunno-inverno) poiché le rondini e i balestrucci possono utilizzare gli stessi nidi per più anni di seguito;
- La deroga al divieto di rimozione dei nidi è fissata esclusivamente al di fuori del periodo di nidificazione, cioè tra il 30 novembre e il 15 febbraio di ogni anno, solo nei seguenti casi:
1. Realizzazione d’interventi edilizi, previa richiesta di nulla osta al Dipartimento Tutela ambientale, corredata da una relazione tecnica che riporti il numero dei nidi e le modalità di salvaguardia che s’intendono adottare. Solo nel caso sia impossibile tale salvaguardia, i nidi danneggiati o distrutti dovranno essere sostituiti da nidi artificiali, regolarmente attestati;
2. Presenza di numerosi nidi in locali chiusi (garage, magazzini, cantine) che determini condizioni igieniche di pericolo per la salute, condizioni che dovranno essere attestate dall’Asl. La certificazione dell’Asl dovrà essere allegata alla richiesta di nulla osta in deroga al Dipartimento Tutela ambientale, che potrà richiedere l’installazione di nidi artificiali in un luogo vicino all’originario.
Tra le previsioni del provvedimento per la protezione dei nidi, vi è una serie di accorgimenti tecnici, tra cui l’uso di un “intonaco rugoso” per agevolare la costruzione dei nidi sotto i cornicioni e che i sottotetti vadano “mantenuti con un angolo retto di 90°” per facilitare la nidificazione. Nel rifacimento dei tetti, le cavità dei coppi della prima fila e dovranno essere mantenute aperte. Si prevede infine l’installazione di nidi artificiali su edifici esistenti, nelle facciate esposte a nord, est o nord-est, per favorire la nidificazione dei rondoni, anche in assenza di cavità in grado di ospitarne i nidi
La delibera dà mandato alla polizia locale e agli altri organi deputati al controllo di vigilare sulla corretta osservanza della delibera e di applicare le «sanzioni previste dalla vigente normativa».
Rispetto alle precedenti disposizioni però quest'anno non sono più presenti nel testo alcune norme utili a salvaguardare gli uccelli:
- Le strisce di carta incollanti utilizzate per catturare insetti dovevano essere circondate da un’apposita rete metallica per evitare che le rondoni, rondini e specie affini, che d’insetti si nutrono, vi restassero incollati;
- La verniciatura con calce mediante spruzzo per la disinfestazione delle stalle era consentita solo prima del periodo riproduttivo, che va da marzo a settembre;
- L'invito a posizionare materiali e macchinari ad almeno due metri di distanza dai nidi per evitarne l’accesso ai predatori.