Si chiude con un’assoluzione il processo contro Andrea Atzori e Irina Albu, gestori dell’oasi felina di Su Pallosu, sul litorale di San Vero Milis, in provincia di Oristano.
La coppia era finita in aula con le accuse di invasione di terreni abusiva e imbrattamento dopo una denuncia riguardante la strada cieca che conduce all’ingresso della casa di Atzori, che sorge direttamente sulla spiaggia e ospita 32 gatti. Nel corso dei 14 anni di gestione, l’oasi felina è diventata una vera e propria attrazione turistica della zona, ma stando a quanto riferito da Atzori e Albu ha scatenato anche molti malumori. I due hanno riferito di essere stati più volte bersaglio di minacce e insulti da parte di alcuni vicini, una situazione degenerata nel 2018 con una querela.
«La querela è stata l’ultima tappa di una “insensata “guerra” contro di noi, cominciata ben prima – spiegano Atzori e Albu – Dai tentativi di boicottaggio delle visite, sino a suscitare falsi allarmi sanitari con Asl e Comune, i nemici dei gatti si sono inventati letteralmente di tutto. Non pochi visitatori ci hanno dichiarato che quando chiedevano l’indicazione per l’Oasi gli veniva detto, dai soliti noti : “non andateci, scappate, quei gatti sono un pericolo, azzannano le persone, rischiereste la vita, vi contageranno le malattie più terribili del mondo…..”. Amenità che in questi anni hanno portato anche ai sopralluoghi di Asl, Carabinieri, Forestale, vigili urbani, che hanno solo constatato l’elevato benessere animale garantito, la passione e l’amore per i gatti, le attività sempre volontaristiche, trasparenti e senza alcun aiuto pubblico dei gattari».
A distanza di cinque anni dall’inizio della battaglia legale, per i due “gattari” – così loro amano definirsi – la vicenda si è chiusa con un’assoluzione piena: la giudice Cristina Argiolas l’ha stabilita con la formula “per non avere commesso il fatto”, il che significa che Atzori e Albu non hanno né invaso né imbrattato i terreni. Confermato anche il fatto che la strada oggetto della vertenza non è privata, ma comunale, ed è stato significativo che il Comune stesso abbia rinunciato a costituirsi parte civile nella vertenza. È però sempre il Comune a essersi rifiutato di riconoscere ufficialmente l'oasi come colonia felina, perché sorge in terreno privato.
«Il nostro caso dimostra che fare i gattari con passione e impegno può essere un’attività di fatto considerata “pericolosa”. Dedico perciò questa vittoria a tutti i gatti e a tutti i gattari. Entrambi troppo spesso subiscono ovunque, immotivamente e ingiustamente, intimidazioni ed episodi poco piacevoli – è il commento di Andrea Atzori – Non fatevi mai intimidire da chi vi tratta con superiorità e non considera ancora gli animali come esseri senzienti. La vostra e la nostra attività volontaristica, svolge una riconosciuta funzione sociale che, piaccia o non piaccia, è tutelata dalla nostra Costituzione ed ordinamento. Non auguro a nessuno di subire un’aggressione con una pala in ferro a pochi centimetri dalla faccia da e il lancio verso la propria persona di blocchi da costruzione come ha fatto chi ci ha accusato . Una dedica particolare per questa vittoria va a mia Mamma Marisa, di 82 anni, provata più di me da questa pluriennale insensata guerra, rivolta integralmente contro la nostra famiglia».
Nell’oasi felina di Su Pallosu vivono oggi 32 gatti, di cui 21 completamente liberi, tutti registrati a nome delll’Associazione Amici di Su Pallosu e 11 con restrizioni parziali o totali di libertà, per motivi di sicurezza e salute ospiti di vari rifugi e box. Sorge su un terreno di proprietà privata, acquistato nel 1961 da Gianni Atzori, insegnante elementare oristanese che vi realizzò il suo laboratorio artistico per la lavorazione del corallo, attivo sino al 2002. Oggi è il giardino privato dell’abitazione privata della famiglia Atzori.
L’oasi di Su Pallosu a oggi non è una “colonia felina riconosciuta” proprio perché l’amministrazione comunale aveva negato, attraverso una delibera del consiglio comunale del 2013, il richiesto riconoscimento: «La delibera del consiglio è stata successivamente annullata dal DPR (Decreto del Presidente della Repubblica) del 12 dicembre 2014, grazie all’accettazione del ricorso presentato dai gattari dell”Associazione Amici di Su Pallosu – spiegano dall’associazione – Ricorso vinto in toto, poiché la delibera comunale era viziata da illegittimità perché basata su “eccesso di potere, erronea valutazione dei fatti, illogicità della motivazione, carenza sotto il profilo d’istruttoria e di motivazione».
Nel febbraio de 2015 i gatti di Su Pallosu sono stati microchippati per difendere la presenza storica dei felini nella stessa area, minacciati di cattura, trasferimenti e ingabbiamento da parte della precedente amministrazione comunale, anche dopo il citato annullamento della delibera del consiglio comunale. Con l’operazione di microchippatura i gatti sono diventati, dal 2015 di proprietà dell’Associazione Amici di Su Pallosu, non trasferibili, non catturabili e non potranno dunque più per legge far parte di alcuna colonia felina formalmente riconosciuta ai sensi della legge 281 del 1991.
Quasi tutti i gatti dell'oasi sono stati abbandonati in zona e accolti dall’associazione, che a oggi non accetta altri animali proprio per la particolare situazione “giuridica” che la caratterizza: di fatto è una colonia felina di gatti di proprietà, che non potrà mai diventare colonia felina ufficialmente riconosciuta a causa della precedente diatriba con il Comune. La casa degli Atzori ha un accesso diretto alla spiaggia, e capita che alcuni gatti vengano avvistati sul litorale, anche se Su Pallosu è considerata da almeno un secolo la “spiaggia dei gatti” proprio perché la presenza felina risale almeno agli inizi del secolo scorso. La gestione sanitaria dei fatti è affidata alla Clinica Veterinaria Duemari di Oristano, i cui operatori verranno sentiti nell’ambito del procedimento.