Durante la notte della scorsa domenica Giovanni Barbagallo, Presidente del Consiglio del Comune di Giarre, in provincia di Catania, si è imbattuto in un piccolo assiolo che era in difficoltà sulla strada e lo ha recuperato. L’animale è stato poi affidato alle cure del Centro Recupero Animali Selvatici di Messina e una volta guarito verrà reimmesso in natura.
Si tratta di un rapace di piccole dimensioni dalle abitudini crepuscolari e notturne, presente in tutta la penisola italiana e nelle isole maggiori, la cui popolazione purtroppo è di recente in declino.
«Ieri sera ho fatto un incontro davvero speciale: ho salvato questo piccolo e simpatico gufo, un assiolo per la precisione. Dopo avergli prestato le prime cure e avergli garantito un riparo sicuro per la notte, questa mattina ho collaborato con i vigili urbani di Giarre per consegnare il rapace, specie protetta, al CRAS di Messina– ha raccontato il Presidente sui suoi profili social – È stata un'esperienza toccante e significativa, che mi ha fatto apprezzare ancora di più la bellezza della natura e l'importanza di preservare le specie animali che la abitano. Spero che questa storia possa ispirare anche voi a fare la vostra parte per la tutela dell'ambiente e degli animali che vi abitano».
Nonostante la IUCN, Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, consideri questa specie tra quelle a minor rischio di estinzione, la preoccupazione che negli anni a venire molti esemplari possano sparire, a causa della trasformazione dei loro habitat per via dell’infiltrazione in essi della presenza umana, è sempre più alta. Secondo le stime della IUCN la popolazione dell'assiolo nel nostro paese raggiunge i 20 mila individui maturi, ma degli studi condotti nel quadriennio 201-2014 sulle Prealpi venete ne hanno evidenziato un declino.
Per questi animali, che vivono prevalentemente in zone ricche di alberi, rocce e fitta vegetazione, la minaccia più grande è costituita dall’incremento nell’utilizzo di pesticidi che uccidono le loro prede.
Alcuni ricercatori hanno individuato una serie di soluzioni per salvaguardare gli assioli nell'ambiente prealpino. Innanzitutto bisogna evitare di abbattere gli alberi isolati nelle campagne, in quanto posatoi ideali e potenziali luoghi di nidificazione. In secondo luogo, si consiglia di lasciare (di tanto in tanto) una striscia di erba non sfalciata, in modo da aiutare la sopravvivenza degli insetti di cui si nutre l'assiolo che, tra l'altro, è oggetto di tutela secondo l'articolo 2 della Legge 157/92, sulla protezione della fauna selvatica e la regolamentazione del prelievo venatorio.
La primavera è la stagione dei nuovi nati di moltissime specie selvatiche: è durante questo periodo che ci si imbatte molto spesso in incontri o salvataggi simili a quello che è avvenuto a Giarre con il piccolo assiolo.
Lo scorso anno, l‘ENPA aveva diffuso una sorta di guida utile a chiunque possa incontrare durante il proprio cammino un esemplare selvatico in difficoltà. La prima cosa da fare è fermarsi e osservare l’animale per capire la gravità del problema: soprattutto se si tratta di cuccioli è importante valutare bene il da farsi. Molto spesso infatti i piccoli sono ancora in fase “di esercitazione” e di apprensione per le modalità di volo e di alimentazione, perciò è bene assicurarsi del fatto che in giro ci siano i genitori che li monitorano a debita distanza. Se l’esemplare è da solo, malato ed effettivamente in pericolo bisognerà attivare tutte le procedure per la sua consegna ad un Centro di Fauna Selvatica, allertando i Carabinieri Forestali o i Guardiaparco se si è all'interno di un'area protetta.