Non c’è pace per i 6 asini e i 19 cavalli tenuti attualmente allo stato semi-brado all’interno dell’Azienda Pilota regionale per l’allevamento dell’Asino Ragusano, nel parco forestale di Calaforno, nel territorio di Monterosso Almo, in provincia di Ragusa.
Dopo la fortuna di essere scampati a un violento rogo che distrusse gran parte di un’area naturale e uccise molti altri animali, ora il destino non sembra più supportarli. Infatti, rischiano di essere svenduti all’asta e finire al macello.
Immediata la reazione della LAV, la Lega anti vivisezione, che ha subito lanciato un appello al neo governatore siciliano Renato Schifani. «Il dipartimento Sviluppo rurale e territoriale della Regione» scrive la Lav «ha deciso l’alienazione di questi animali, sia per ragioni economiche che per un diverso interesse verso il progetto di conservazione dell’asino ragusano».
E così, continua l’associazione «nella migliore delle ipotesi, gli esemplari in questione rischiano di essere svenduti e allontanati da relazioni affettive nei vari gruppi di specie, finendo presumibilmente in contesti ben diversi rispetto a quello attuale».
Nella peggiore delle ipotesi, invece, «saranno destinati alla produzione di alimenti in quanto registrati come Dpa (Destinato alla Produzione di Alimenti). Perché sappiamo bene, per esperienza diretta, come a queste aste partecipino soprattutto commercianti e allevatori della filiera alimentare, interessati all’acquisto di animali per la macellazione».
Quindi la richiesta diretta al nuovo inquilino di Palazzo d’Orleans della responsabile area equidi Lav, Nadia Zurlo: «Presidente, chiediamo il suo urgente intervento per annullare l’asta pubblica, ridefinire il piano di interventi del parco e stanziare fondi necessari per il mantenimento in vita di questi animali».
La replica dell'Ufficio del dipartimento regionale, è arrivata a stretto giro e non lascia spazio a grandi dubbi: «La dismissione di animali ha come obiettivo» è scritto nella nota «di spostare dal luogo quei capi che non sono conformi agli standard della razza o che, anche con un attento controllo, possono generare accoppiamenti non desiderati. Una necessità, questa, legata al progetto di miglioramento dell’allevamento stesso».
Un intervento, dunque, dice l'Ufficio, volto a preservare la razza autoctona dell’asinoragusano, esistente dal 1985 e mantenuto finora in purezza. Ma volto anche, a evitare il mantenimento degli animali, visto che non può essere giustificato dalle attività comprese nel Piano degli interventi di questo Ufficio. Questo, infatti, prevede l’allevamento dell’asino soltanto al fine di conservare la razza in via di estinzione e farla conoscere al grande pubblico».
E concludono: «Non rientrando tra le competenze del dipartimento la destinazione d’uso delle bestie oggetto della cessione, l’Ufficio è intenzionato a procedere con un’asta pubblica aperta a tutti, solo per quantificare il valore da assegnargli e non per indurre i compratori alla macellazione».