Per la prima volta è stato nominato un Commissario europeo per la salute e il benessere degli animali. Lo ha annunciato oggi la presidente della Commissione Ursula von der Leyen durante la presentazione della sua nuova squadra.
La scelta è caduta sull'ungherese Olivér Várhelyi, ma per essere ufficiale la nomina deve ancora essere approvato in audizione dal Parlamento europeo nelle prossime settimane. In ogni caso, la competenza al benessere degli animali rimarrà in capo alla Direzione generale per la salute e la sicurezza alimentare, garantendo così un approccio One Health che riconosca l'interconnessione tra benessere degli animali, salute pubblica e ambiente.
Per questo il lavoro del nuovo Commissario sarà fortemente interconnesso con quello di altri Commissari, tra cui quello nominato per l'agricoltura e l'alimentazione, Christophe Hansen, che lavorerà per favorire i contenuti del Dialogo strategico sul futuro dell'agricoltura dell'UE. Il rapporto raccomanda infatti esplicitamente una revisione della legislazione sul benessere degli animali entro il 2026 e una transizione verso sistemi senza gabbie. Il lavoro comprenderà anche una stretta collaborazione con i Commissari responsabili della pesca, del commercio e dell'ambiente, tra gli altri, per garantire una legislazione comunitaria ambiziosa che assicuri standard elevati di benessere animale in tutti i settori pertinenti.
Sul tema è intervenuto anche Reineke Hameleers, ceo di Eurogroup for Animals, uno dei più importanti gruppi d'interesse per i diritti degli animali: «È bello vedere che finalmente la nuova Commissione sta ascoltando le richieste dei cittadini, che hanno sempre chiesto una migliore legislazione europea per proteggere il benessere degli animali. L'inclusione del benessere degli animali nel titolo garantirà che questo tema rimanga una priorità in tutte le discussioni pertinenti e ci aspettiamo che la revisione della legislazione sul benessere degli animali sia il primo dossier ad essere trattato».
Se sulla necessità di questa nuova competenza nella squadra dei commissari europei non c'erano dubbi, restano però ancora delle ombre circa la persona designata, come fa notare Eleonora Evi, oggi deputata del Partito Democratico con una lunga esperienza da europarlamentare: «Il commissario alla Salute e al Benessere Animale appena nominato è l’esponente di Fidesz, il partito di Orbán, Olivér Várhelyi. Il Parlamento europeo dovrà interrogarlo e, mi auguro, inchiodarlo alle sue responsabilità, prima di confermare se questa nomina sarà all’altezza del compito da svolgere».
Solo pochi mesi fa, la scelta dell'Ungheria di ritirare il proprio appoggio al Nature Restoration Law, ha rischiato di fare finire la discussa legge per il ripristino della natura nel trita-rifiuti. Várhelyi nello specifico aveva già fatto parlare di sé nella passata legislatura, quando era Commissario all'Allargamento con il compito di rafforzare le relazioni con i paesi più o meno vicini a quelli dell'Unione. Con un post su X nell'ottobre dello scorso anno aveva fatto sapere di voler rivedere i fondi elargiti dalla Commissione in favore dei palestinesi per un valore totale di 691 milioni di euro.
Una dichiarazione pubblica che scatenò l'ira degli eurodeputati e che portò 70 membri del Parlamento europeo a chiedere le sue dimissioni. In quell'occasione l'eurodeputata francese Nathalie Loiseau accusò Várhelyi di fare «la politica del primo ministro ungherese Viktor Orbán piuttosto che dell'Unione europea». Ora, bisognerà vedere se lo stesso rischio potrà profilarsi in relazione alla politica sulla salute globale e il benessere animale.
Una incrinatura che non può e non deve compromettere un lavoro durato anni che ha visto coinvolta in prima linea proprio Evi, come dichiara lei stessa: «Sappiamo bene come le parole “benessere animale” fino ad oggi siano state troppo spesso prive di significato. Un plauso dunque alla Presidente Von der Leyen per aver accolto questa richiesta che adesso però si deve trasformare in azioni concrete. Nello scorso mandato infatti la Presidente aveva tradito la promessa di una revisione della legislazione in materia di benessere animale, normativa datata e superata dalle evidenze scientifiche, e la promessa di lavorare per il superamento dell’allevamento in gabbia. Ora non ci sono più scuse!».