Era la notte tra il 26 e il 27 agosto del 2023 quando su Facebook apparvero le terribili immagini di Hollywood, il Cane Lupo Cecoslovacco che giaceva senza vita steso tra due sedie con la lingua a penzoloni, mentre il suo umano, Massimo Cannizzaro, piangeva e guardava lo schermo del cellulare e, rivolgendosi a Satana, chiedeva: «Dio della vendetta, Dio di tutti noi, Rispetta il patto e il testo delle sacre scritture in cambio dell'uccisione in tuo nome». Una scena agghiacciante, che su Kodami abbiamo deciso, come da consuetudine, di non mostrare perché le immagini nulla avrebbero aggiunto a quanto descritto a parole.
A oltre due mesi da quel drammatico momento, l'autore del video è stato arrestato, ma non per quanto accaduto al cane. «La carcerazione non è stata determinata da reati legati al maltrattamento animale – spiega a Kodami l'avvocato Dante Libbra, che insieme al collega Luca Polita sta seguendo la vicenda – Cannizzaro è in carcere per minacce e danneggiamento ad esseri umani».
Questa drammatica storia, infatti, riguarda la tragica morte del cane ma anche la salute mentale di un uomo che, oltre a riprendere il corpo senza vita di Hollywood, negli ultimi mesi ha reso pubbliche anche le minacce di morte che ha rivolto ad alcuni membri della sua famiglia. Nello stesso video in cui l'animale è riverso sulle sedie, inoltre, tra le grida infatti afferma: «Fai soffrire la famiglia, rispetta il patto dell'alleanza, sancito nelle sacre scritture».
Dante Libbra e Luca Polita stanno seguendo le evoluzioni di questo caso da quando, poche ore dopo la pubblicazione del video, hanno ricevuto la segnalazione da parte di Valentina Gallo, addestratrice e fondatrice di Coda di Lupo Rescue ODV, sconvolta per quanto visto in rete. I legali hanno quindi depositato una denuncia e ora attendono una risposta dalla Procura: «In questi mesi ho mandato almeno venti mail e altrettante mail certificate alla Procura di Reggio Calabria, facendo richiesta di accesso agli atti. Tutti gli sforzi, fino ad ora, sono stati vani».
Ad oggi, inoltre non sono ancora stati resi noti gli esiti dell'autopsia svolta sul corpo del cane da parte dell'Azienda Sanitaria Locale. «Anche in questo caso continuo a fare richieste ufficiali da oltre un mese, ma non ottengo alcuna risposta e quando provo a contattare telefonicamente le persone di riferimento vengo messo in attesa per ore», afferma Libbra.
Il dubbio sulle cause della morte del cane nasce dal fatto che, sebbene nel video pubblicato su Facebook Cannizzaro dica che è stato sacrificato a Satana, alcuni giorni dopo la pubblicazione della notizia da parte di Kodami, l'uomo, che sui social si definisce "mediatore cinofilo", ha ritrattato, ed ha affermato che Hollywood avrebbe perso la vita a causa di un’ostruzione delle vie aeree in seguito all’ingestione di un osso di tacchino,
Nelle settimane successive ha ribadito questa versione anche quando è stato raggiunto dalla redazione di Striscia la Notizia. Il giornalista Luca Abete, infatti, si è recato sul posto, a Sant'Eufemia d'Aspromonte e Cannizzaro, ai microfoni di Mediaset ha affermato di essere un agente dei servizi segreti e un militare esperto in «psico sette del nuovo ordine mondiale», salvo poi pubblicare ancora una volta un video sul proprio canale Tik Tok, in cui affermava che: «Striscia la Notizia è una televisione corrotta, perché gli ho dato tutte le spiegazioni e mi sono messo a disposizione per qualsiasi chiarimento, ma quando si sono allontanati da me, mi è stato detto che Abete ha intervistato altre persone parlando male di ciò che faccio».
Prima di allontanarsi da Sant'Eufemia, effettivamente, Abete ha raggiunto anche il Sindaco del Comune calabrese, Pietro Violi, il quale però, dopo aver affermato: «non penso che ci serva lei per dirci il lavoro che dobbiamo fare nei confronti di Cannizzaro», si è limitato a ribadire la rilevanza dei risultati dell'autopsia per l'evolversi di questa vicenda: «In paese si dice che il cane non è stato ammazzato. Io però non voglio sostenere la vox populi e finché non avremo i risultati dell'esame non possiamo dire nulla di più».