Ancora un rapace ferito gravemente dai bracconieri, questa volta in Liguria: nei giorni scorsi al Cras di Campomorone, gestito da Enpa nell’entroterra genovese, è arrivato un esemplare di aquila minore con un’ala fratturata e un pallino da caccia conficcato nell’addome.
Il rapace è stato recuperato dai Carabinieri Forestali di Campo Ligure e affidato agli operatori del Cras, che non hanno potuto fare altro che ricoverarla immediatamente e sottoporla ad accertamenti. Le radiografie hanno confermato che nell’ala e nell’addome dell’aquila erano presenti pallini da caccia, sparati da un bracconiere che non si è fatto scrupoli a puntare il fucile contro questo rapace rigidamente protetto da leggi nazionali e interazionali.
«Siamo stanchi, stufi, esausti – è lo sfogo degli operatori dell’Enpa – Un altro vile atto di bracconaggio, stavolta è toccato a una splendida aquila minore di passaggio sul nostro territorio. Creatura non solo fiera e splendida, ma anche particolarmente protetta dalla legge. Ma qualcuno, di tutto questo, se ne è infischiato come al solito: le hanno sparato. I nostri sospetti sono stati confermati dalle lastre, e adesso per quest'aquila si prospetta un lungo periodo di degenza: abbiamo già pianificato un intervento di osteosintesi per ridurre la frattura e mettere in asse l'osso».
L'obiettivo è portare a termine il lungo e difficile percorso di riabilitazione per consentire all’aquila di tornare a volare in tempo per la prossima primavera, periodo in cui questi uccelli riprendono il volo. L'aquila minore (Hieraaetus pennatus) è infatti un migratore che deve il suo nome alle dimensioni ridotte e che nidifica in molte zone d'Europa e dell'Asia minore, ma anche in Sudafrica occidentale e Namibia. Gli esemplari che si riproducono in Europa meridionale trascorrono l'inverno nell'Africa subsahariana o lungo le coste del Mediterraneo, Italia compresa, dove sembra stiano aumentando gli individui svernanti.
L'aquila arrivata al Cras di Campomorone è quindi l'ennesima vittima delle numerose illegalità legate al mondo venatorio, come aveva già confermato a Kodami Giovanni Albarella della LIPU proprio in seguito alla chiusura della caccia. Inoltre, secondo BirdLife, la più importante organizzazione al mondo sulla conservazione degli uccelli, ogni anno nel bacino del Mediterraneo sono circa 25 milioni gli uccelli selvatici che vengono catturati e uccisi illegalmente e 5,6 di questi solamente Italia, al secondo posto soltanto dietro all'Egitto per quanto riguarda i numeri legati al bracconaggio.
«Torneremo a farla volare, alla faccia di chi, evidentemente frustrato e insoddisfatto da una vita povera di bellezza e di valori, non sa fare niente di meglio che alzare un fucile e sparare – concludono amareggiati dal Cras – Forse l'invidia per cotanta bellezza, forse semplicemente il desiderio di togliere di mezzo un "fastidio" e poter sparare in santa pace alle proprie "prede", forse semplicemente cattiveria. E a noi, come sempre, toccherà cercare di rimediare a questa infamia. Certi dell'incertezza della pena, perché il criminale che ha sparato stanotte dormirà sonni tranquilli.Tanto dispiacere per l'aquila, tanta pena e rabbia per questa persona piccola piccola».