A che punto siamo con l'approccio One Health? È la domanda che si sono poste le organizzazioni internazionali attraverso il piano "One Health Joint Action", che mira in cinque anni a rafforzare la collaborazione globale per favorire la salute dell'uomo, degli animali e dell'ecosistema.
Il piano è stato presentato dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO), dal Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP), dall'Organizzazione Mondiale per la Salute Animale (OIE) e dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Tutti questi enti riuniti mirano a «collaborare per guidare il cambiamento e le trasformazione necessarie a mitigare l'impatto delle sfide sanitarie attuali e future nell'interfaccia uomo-animale-ambiente a livello globale, regionale e nazionale», scrivono in una nota ufficiale.
Il piano quinquennale per il metodo One Health si basa, integra e aggiunge valore alle iniziative di coordinamento esistenti a livello internazionale e locale, volte a rafforzare la capacità di affrontare i complessi rischi sanitari in una visione che dal 2022 arriva fino al 2026.
Lavorare insieme per la salute di uomini, animali, piante e ambiente è forse la più grande sfida imposta al mondo con l'arrivo della pandemia da Covid-19. Un recente studio pubblicato sulla rivista Pnas ha rivelato che una corretta attuazione dell’approccio One Health avrebbe potuto prevenire la pandemia da Covid-19. Per evitare che una nuova zoonosi si ripresenti in forma pandemia di tali dimensioni è quindi giunto il momento di ripensare il modo in cui la nostra specie si interfaccia agli animali degli allevamenti e con i selvatici.
Purtroppo molte persone ancora non conoscono né l'approccio One Health né la sua correlazione con le malattie zoonotiche. Lo ha rivelato un sondaggio di Swg per conto di Federchimica Aisa, l’Associazione nazionale delle imprese della salute animale. La presidente di Federchimica Aisa, Arianna Bolla, aveva già spiegato a Kodami che «animali in salute mantengono una popolazione umana in salute e contribuiscono alla salute dell’ambiente. La pandemia ci ha resi tutti più consapevoli di quanto la salute umana sia interconnessa a quella animale e del pianeta, e di come esistano malattie trasmissibili tra specie diverse, appunto le zoonosi, con effetti anche devastanti sull’equilibrio della salute globale».
Tutti paesi del mondo, con un occhio particolare a quanto avviene in Europa, sono chiamati ad agire con tempestività. Sul fronte italiano non resta che vedere come il nuovo governo uscito dalla giungla delle elezioni riuscirà ad attuare i passaggi richiesti per rendere il metodo One Health una realtà e non solo un orizzonte possibile.