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11 Maggio 2022
11:07

Appello per le “Bambine”, il gruppo di macachi del Parco dell’Abatino: «Il loro futuro è a rischio»

Da 12 anni ormai le Bambine, un gruppo di macachi di Giava, vive stabilmente nel Parco del Piano dell'Abatino grazie al contribuito di Vita da Cani. Ora il Ministero vuole trasferirle in quella che ritiene sia una struttura più idonea.

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le bambine macachi
Le Bambine al Parco del Piano dell’Abatino

Salvate da un destino tragico che le avrebbe con tutta probabilità portate sui tavoli dei laboratori di sperimentazione animale o in gabbie di collezionisti privati, adesso la vita delle “Bambine” del Parco Faunistico di Piano dell’Abatino, un gruppo di macachi di Giava (Macaca fascicularis), rischia di essere nuovamente stravolta.

Le “Bambine” sono arrivate al parco nel 2010 dopo essere state letteralmente «trovate, recuperate, caricate in macchina e accompagnate all’oasi» dall’associazione Vita da Cani, fondata da Sara d'Angelo. La loro provenienza era ignota e non avevano documenti, ma l’ipotesi era che provenissero da un laboratorio, visto che i macachi di Giava vengono spesso strappati alle foreste, dalla vita libera e dai templi, per finire in un laboratorio o in zoo o collezioni private.

Affidate al Parco Faunistico di Piano dell’Abatino, una struttura che ha come funzione prioritaria il recupero della fauna esotica in difficoltà, il loro mantenimento è stato finanziato grazie al contribuito dell’associazione, mentre una donazione privata ha consentito di realizzare una struttura per il recupero e la riabilitazione dei primati salvati dai laboratori. A 10 anni dall’arrivo, il gruppetto di macachi nel corso degli anni si è ridotto da 13 a 5, e il Ministero della Transizione Ecologica ha recentemente stabilito per loro il trasferimento in una struttura ritenuta più idonea. Uno spostamento cui sia Vita da Cani sia la direzione del parco si stanno opponendo strenuamente.

«Forse provenienti dai laboratori di vivisezione, le Bambine hanno subito mostrato fragilità e problematiche, impiegando tempo a rimettersi in salute, a prendere confidenza, ad abituarsi al nuovo ambiente e a costruire la loro nuova vita all'interno del Parco – spiega d'Angelo – Andy, Viola, Actarus, Lara e Monique sono anziane e molto fragili. Non esiste alcuna ragione per cui debbano essere spostate, sedate e costrette a modificare le loro abitudini. Ogni cambiamento per loro è pericoloso e fonte di stress, come dichiarato anche dai veterinari del Parco dell'Abatino, che in una relazione ne sconsigliano lo spostamento. Per questo facciamo appello ai Ministero affinché riveda questa decisione e invitiamo tutti i cittadini a sostenerci in questa richiesta».

"Mail bombing" al Ministero per salvare i macachi del Parco dell'Abatino

Negli ultimi 12 anni, come detto, Vita da cani ha collaborato con il parco al mantenimento degli animali sostenendo le spese necessarie per la loro cura e alimentazione. Con lo spostamento saranno invece mantenute dallo Stato: «La decisione è insensata – prosegue Sara d'Angelo – il Ministero sostiene che il parco sia sprovvisto delle necessarie autorizzazioni per detenerle, ma non è così. L'Abatino ha le medesime autorizzazioni degli altri centri, come quello dove si vuole spostarle. Nonostante la vittoria di un ricorso al Tar da parte del parco, che si oppone come noi allo spostamento, la vicenda prosegue con ricorsi da entrambe le parti. Ora però una recente disposizione ne prevede il trasferimento durante il mese di maggio».

Vita da Cani ha quindi scritto una lettera aperta indirizzata al Ministero della Transizione Ecologica, e al raggruppamento Carabinieri Cites per chiedere che le Bambine restino in quella che ormai da oltre un decennio è la loro casa: «Invitiamo tutti coloro che hanno seguito nel tempo la storia di questi straordinari animali, e tutti i cittadini, a sostenerci scrivendo una mail al Ministero e partecipando ad altre azioni di protesta – conclude d’Angelo – Il Parco dell'Abatino è la casa delle ‘Bambine", spostarle non è necessario e mette in grave rischio il loro benessere e la loro stessa vita».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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