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12 Aprile 2023
12:20

Anticipare le future specie minacciate di estinzione è possibile

Secondo un nuovo studio, è possibile prevedere quali saranno le future specie di mammiferi che potrebbero rientrare all'interno della lista di animali minacciati dell'IUCN. Ciò permetterebbe di proporre iniziative per garantirne la sopravvivenza.

daini

Secondo un nuovo studio pubblicato su Current Biology, a firma di Marcel Cardillo, Alexandere Skeels e Russell Dinnage, è possibile utilizzare i dati di conservazione oggi esistenti sulla conservazione delle diverse specie di mammiferi per prevedere quali saranno le future specie, attualmente non minacciate, che potrebbero necessitare di azioni volte a tutelare la loro sopravvivenza.

Per prevedere il futuro rischio di estinzione dei questi animali, i tre biologi hanno esaminato quattro aspetti cruciali dello stravolgimento che attualmente sembra vivere il nostro pianeta, ovvero: l'instabilità del clima, la crescita della popolazione umana, il tasso di cambiamento nell'uso del suolo e le vulnerabilità biologiche intrinseche delle specie che da sole potrebbero rendere alcuni animali più sensibili rispetto ad altre creature ai complessi fenomeni in corso.

«Abbiamo provato questo approccio perché i finanziamenti per la conservazione sono davvero limitati – ha affermato Marcel Cardillo, che lavora presso l'Australian National University – Idealmente, ciò di cui abbiamo bisogno è un modo per anticipare il declino delle specie che potrebbero cadere vittima dell'estinzione in un secondo momento, seguendo il motto latino "Prevenire è meglio che curare" che purtroppo ben poco l'umanità sembra conoscere. E la nostra proposta sembra essere sulla buona strada per risolvere questo problema».

Il team, dopo aver confrontato i dati ambientali e fisiologici delle specie tramite complessi algoritmi statistici, ha previsto così che il 20% dei mammiferi terrestri oggi in salute presenterà nel prossimo futuro una combinazione di molteplici fattori di rischio, che li porterà a divenire "minacciati" secondo la IUCN – l'Unione internazionale per la conservazione della natura, gestita dall'ONU – entro il 2100.

Analizzando inoltre quali saranno i territori maggiormente esposti al pericolo d'estinzione ,«c'è una congruenza di molteplici fattori di rischio nel futuro delle specie che vivranno all'interno dell'Africa subsahariana e nell'Australia sud-orientale – ha continuato a spiegare Cardillo – A livello globale, invece,  la percentuale di specie che i nostri modelli prevedono avranno solo uno dei quattro fattori di rischio varia dal 40%  al 58%, a secondo dello scenario di emissioni medie previste dai modelli del cambiamento climatico».

Spingere ancora quindi sui motori a benzina e sull'estrazione di gas naturali porterà inevitabilmente l'umanità a condannare oltre la metà dei mammiferi presenti sulla Terra a finire sotto minaccia di estinzione entro al 2100, con terribili conseguenze ambientali che distruggeranno la biosfera, chiariscono i ricercatori. E fra questi saranno i mammiferi di grandi dimensioni ad essere più suscettibili, perché i loro schemi riproduttivi sono influenzati dalla velocità con cui le loro popolazioni tentano di riprendersi dai disturbi ambientali ed antropici.

Per limitare quindi la scomparsa di un numero sempre maggiore di mammiferi, i tre scienziati propongono di seguire una strada alternativa, che preveda di iniziare a tutelare gli animali, attraverso dei parametri statistici, considerandoli come potenziali specie a rischio. Inoltre, aggiungono gli esperti bisogna urgentemente chiedere l'aiuto delle comunità indigene, che in diversi casi – come in Africa subsahariana o in Australia – hanno dimostrato di sapere gestire molto più oculatamente degli occidentali le risorse ambientali e le specie selvatiche, all'interno di quelle che genericamente vengono definite aree protette.

Il governo australiano per esempio ha già iniziato a seguire questa nuova tipologia strategia di conservazione, istituendo delle riserve naturali indigene (IPA), che sono di proprietà delle popolazioni locali. Qui gli aborigeni si dedicano alla salvaguardia del territorio e delle specie con l'aiuto dei ranger specializzati in conservazione della fauna, riuscendo a tutelare meglio le diverse specie rispetto a quelle aree in cui non sono direttamente coinvolti nella protezione della natura.

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Concentrazioni di specie di mammiferi terrestri con molteplici fattori di rischio futuri secondo lo studio di Cardillo et al.

Prevedere l'estinzione di una specie quindi si sta già dimostrando molto meglio che reagire ad essa, assicurano i biologi. Quali sono però le specie di mammiferi attualmente più minacciate di estinzione, che secondo i dati oggi disponibili della IUCN raccolgono già diversi fondi spesi per la loro tutea?

Definire una lista definitiva di questo genere è molto difficile, poiché lo stato di salute delle singole specie può cambiare nel tempo. Tra quelle più vulnerabili ci sono sicuramente la tigre di Sumatra (Panthera tigris sumatrae), il leopardo dell'Amur (Panthera pardus orientalis) , il rinoceronte nero (Diceros bicornis), l'orango di Sumatra (Pongo abelii), il gorilla di montagna (Gorilla beringei beringei), l'elefante africano (Loxodonta africana) e quello asiatico (Elephas maximus), il leopardo delle nevi (Panthera uncia) e il panda gigante (Ailuropoda melanoleuca). 

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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