Armstrong e Buzz sono stati i primi. Un paio di giorni dopo è arrivata anche Apollo. A tutti gli effetti sono i primi ospiti del nuovissimo santuario appena inaugurato da Animals Asia in Vietnam, nel Parco Nazionale di Bach Ma, tra l’antica capitale vietnamita Hue e l’attuale centro industriale e portuale di Da Nang, proprio a metà tra il Vietnam del nord e quello del sud.
I tre orsi della luna si stanno già godendo i 45 canonici giorni di quarantena in un’area speciale e separata dalla riserva dove trascorreranno il resto delle loro vite. Hanno infatti bisogno di rimanere isolati per iniziare a imparare a trovare quei pezzi di bambù farciti con il burro di arachidi e marmellata che i guardiani gli nascondono nelle nuove tane.
E hanno bisogno di essere visitati, pesati, controllati: dopo tanti anni di prigionia i denti e soprattutto la cistifellea, da cui ogni giorno è stata estratta quella bile che li rendeva tanto preziosi, sono quasi sempre molto malandati. Ma per Armstrong, Buzz e Apollo quei tempi sono finiti. Una volta arrivati nel secondo santuario che Animals Asia ha inaugurato in questa meravigliosa nazione del sud est asiatico, i tre orsi non dovranno temere più niente.
Armstrong e Buzz sono stati i primi. Un paio di giorni dopo è arrivata anche Apollo. A tutti gli effetti sono i primi ospiti del nuovissimo santuario appena inaugurato da Animals Asia in Vietnam, nel Parco Nazionale di Bach Ma, tra l’antica capitale vietnamita Hue e l’attuale centro industriale e portuale di Da Nang, proprio a metà tra il Vietnam del nord e quello del sud.
I tre orsi della luna si stanno già godendo i 45 canonici giorni di quarantena in un’area speciale e separata dalla riserva dove trascorreranno il resto delle loro vite. Hanno infatti bisogno di rimanere isolati per iniziare a imparare a trovare quei pezzi di bambù farciti con il burro di arachidi e marmellata che i guardiani gli nascondono nelle nuove tane. E hanno bisogno di essere visitati, pesati, controllati: dopo tanti anni di prigionia i denti e soprattutto la cistifellea, da cui ogni giorno è stata estratta quella bile che li rendeva tanto preziosi, sono quasi sempre molto malandati. Ma per Armstrong, Buzz e Apollo quei tempi sono finiti. Una volta arrivati nel secondo santuario che Animals Asia ha inaugurato in questa meravigliosa nazione del sud est asiatico, i tre orsi non dovranno temere più niente.
Finito il periodo quarantena e il previsto percorso di “arricchimento” durante il quale gli operatori introdurranno frasche e foglie per abituarli a “farsi la tana”, giochi tipo sacchi di iuta, pezzi di bambù farciti con burro d’arachidi e marmellata, o ghiaccioli con pezzi di frutta, per abituarli a cercare il cibo, verranno spostati in un’area di acclimatamento con box più grandi, in cui potranno mettere a frutto quanto hanno imparato.
Affronteranno poi nuovi elementi di arricchimento: stuoie, scale, altalene, vasche d’acqua, copertoni usati. Ma impareranno soprattutto un’altra cosa: a riscoprire la compagnia uno dell’altro. La prigionia che hanno dovuto sopportare, a volte per decine e decine di anni, quasi sempre ha significato anche solitudine. E nessuna interazione con altri esseri della propria specie. Toccheranno di nuovo l’erba e torneranno a fare lunghi e giocosi bagni. Torneranno a fare gli orsi, anche se in un ambiente protetto che gli garantirà salute e sicurezza, circondato dalle meravigliose colline vietnamite color smeraldo.
Questo è quello che è successo ogni volta nei 25 anni in cui Animals Asia, fondata da Jill Robinson, ha trasferito in uno dei suoi santuari – due fra Cina e Vietnam fino a pochi giorni fa quando è stato inaugurato il terzo a Bach Ma – i 687 orsi che è riuscita a salvare in virtù di un accordo quadro siglato nel 2017 con il Governo vietnamita per contrastare la pratica dell’estrazione della bile che ha rischiato di portare all’estinzione le popolazioni selvatiche di orsi della luna (o orsi neri asiatici) e – in misura minore – di orsi del sole. Specie che l'International Union for Conservation of Nature (IUCN) definisce come vulnerabili denunciando un declino del 31% in appena 30 anni.
«Quando abbiamo iniziato a salvare questi orsi in Vietnam, oltre 15 anni fa, era al di là dei miei sogni più sfrenati poter dire che fino all'ultimo orso avrebbe potuto essere essere salvato. Ma questo può accadere solo se hanno una casa sicura. Il nostro nuovo santuario darà a questi ultimi orsi delle fattorie della bile la possibilità di godersi il resto dei loro giorni senza dolore e sofferenza, liberi di esprimere comportamenti e scelte e contenti di sentire l'erba sotto le zampe, il sole sul viso e la brezza nel pelo».
Realizzare un nuovo santuario era un passaggio fondamentale e indispensabile che continuare il lavoro intrapreso dalla Robinson quando venne a conoscenza della realtà delle fattorie della bile e delle torture a cui venivano sottoposte queste creature senzienti per la produzione di una sostanza considerata necessaria per preparati di medicina tradizionale cinese. «La costruzione di un secondo santuario si è resa necessaria in quanto il primo centro di recupero di Tam Dao ha raggiunto la capienza massima (circa 200 orsi) e non avrebbe potuto accoglierne altri» spiega l’associazione che ha tagliato il nastro della nuova struttura con una cerimonia ufficiale di inaugurazione alla presenza delle autorità e di numerose celebrities internazionali, come Peter Egan, Lesley Nicol, Maggie Q.
I lavori erano cominciati poco più di anno fa e in realtà non sono ancora completamente finiti. Lo saranno soltanto quando permetteranno alla nuova struttura di accogliere gli ultimi 300 gli orsi della luna già censiti nelle fattorie della bile ormai illegali m ancora presenti nel paese. «Nella prima fase si è data priorità ad area quarantena, ospedale veterinario, locali di servizio per il personale, e alle prime due ‘case per gli orsi’, così da poter accogliere subito e a ritmo abbastanza sostenuto i primi 60 orsi, e col procedere delle fasi di costruzione, aprire tutte le gabbie e liberare il Vietnam dalle fattorie della bile una volta per tutte entro il 2026» spiegano.
Il progetto è davvero di ampio respiro. «Il centro di recupero orsi di Bach Ma, una volta completato, coprirà una superficie di 12 ettari e avrà un ospedale veterinario completamente attrezzato, un’area per la quarantena, un edificio per la formazione e l’educazione dei gruppi in visita, un giardino botanico con le alternative vegetali alla bile d’orso, e naturalmente le ‘case’ per accogliere gli orsi salvati» spiega l’associazione specificando anche che, per coprire i cospicui costi previsti che si aggirano sui 12 milioni di dollari in tre anni, sono state utilizzati «solo donazioni, lasciti, o altre formule, come ad esempio il 5×1000 che in Italia è possibile destinare all’organizzazione. Non a caso, per ricordare l’importanza dei donatori e riconoscere il loro ruolo, il nuovo santuario ha un ‘Viale della Libertà’ su cui sono state posizionate tante ‘zampe d’orso’ con le dediche e le firme di gruppi di supporto volontari e donatori singoli.
«Ieri la nostra coraggiosa e bellissima Apollo si è trasferita nella sua tana accanto a quella di Armstrong e Buzz, il prossimo passo nella sua introduzione alla vita del santuario dopo la quarantena – hanno scritto in un post su Facebbok per salutare l’arrivo di Apollo nella nuova struttura appena inaugurata. – Gli orsi che arrivano nei nostri santuari hanno spesso trascorso decenni, per lo più tutta la loro vita, confinati in minuscole gabbie. Se dovessero uscire o addirittura entrare in un recinto più grande o diverso da quello a cui sono abituati troppo presto, potrebbe essere dannoso.
Il passaggio dalla gabbia alla tana all'incontro con altri orsi all'uscita si fa lentamente, a tappe, e sempre al passo degli orsi. Questo è l'unico modo per costruire la loro forza mentale e fisica e la loro fiducia e fiducia in noi». Una libertà che si riconquista lentamente, quindi. Come lentamente, ma inesorabilmente Animals Asia sta continuando il suo lavoro per liberare tutti gli orsi della luna ancora incastrati nelle piccole prigioni con le sbarre dove sono costretti a vivere. Ma lentamente, allevamento dopo allevamento, gabbia dopo gabbia, orso dopo orso, così come ripetono spesso ad Animals Asia, le fattorie della bile scompariranno definitivamente.