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29 Novembre 2023
15:04

Animalisti contro l’ordinanza anti-lupo in Liguria

L’Osservatorio Savonese Animalista punta il dito contro i sindaci di Rossiglione e Sassello: «Mancano i caratteri di “contingibilità, urgenza e sicurezza”, il lupo non attacca l’uomo».

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lupo

La presenza di lupi nei centri abitati sulle alture della Liguria è ormai un fenomeno conclamato e testimoniato da svariati avvistamenti, molti dei quali sono balzati agli onori delle cronache negli ultimi giorni. Alcune amministrazioni comunali hanno quindi scelto di correre ai ripari pubblicando ordinanze che vietano di alimentare gli animali selvatici e di abbandonare cibo in strada. Le multe per i trasgressori sono salate: nel comune di Rossiglione, in provincia dei Genova, si rischiano sanzioni da 50 a 500 euro.

Le ordinanze, però, hanno scatenato la reazione da parte delle associazioni animaliste di zona. L’Osservatorio Savonese Animalista, in particolare, ha puntato il dito contro i sindaci di Rossiglione e di Sassello: «Secondo il generico e generale divieto non si potrebbe mettere sul davanzale o sul terrazzo, come fanno molte persone sensibili in inverno, una ciotola con granaglie per gli uccelli. Forse i due sindaci pensano che, come gli asini, anche lupi e cinghiali volino. Per tener lontano i presunti lupi dal paese la sindaca di Rossiglione ha vietato di dare cibo agli animali selvatici ed è stata subito imitata da collega di Sassello, Comune in prima linea contro gli animali (divieto di sfamare colombi, cattura in gabbia ed uccisione di decine di cinghiali, etc.)».

«Le ordinanze dovrebbero essere nulle – aggiungono dall’OSA – perché non in possesso degli indispensabili caratteri di “contingibilità, urgenza e sicurezza”. Il lupo infatti non attacca l'uomo e l’unica vittima umana finora accertata è Cappuccetto Rosso ma, qualcuno lo riferisca ai sindaci Katia Piccardo e Marco Dabove, è una favola. Sicuramente nei regolamenti di igiene e polizia urbana dei due Comuni si trova qualche articolo che vieta di lasciare rifiuti per le strade e piazze e i “due” avrebbero magari fatto meglio a ricordarli alla cittadinanza e verificare presso l’anagrafe canina regionale se nei loro comuni si trovano domesticissimi cani lupo cecoslovacchi di proprietà che, se lasciati andare a spasso la sera o la notte, sono identici ai “feroci” lupi selvatici».

Il divieto di somministrazione di cibo agli animali selvatici, occorre ricordarlo, può essere anche un importante strumento a tutela per la stessa fauna anche se qualcuno, in buona fede, potrebbe pensare di agire nell’interesse delle specie presenti in zona. L’animale selvatico, infatti, se dovesse prendere l’abitudine di ricevere cibo dagli umani rischierebbe di perdere la sua naturale diffidenza nell’avvicinarsi all’uomo e ai centri abitati esponendosi così a rischi come l’incontro con i cacciatori o gli investimenti.

Il lupo, inoltre, è animale protetto da norme nazionali e internazionali e, anche alla luce del suo ritorno e della sua diffusione in Italia, le associazioni che si battono per la sua tutela chiedono da tempo investimenti per la sua tutela e per tenerli lontani da pascoli e abitazioni con metodi non cruenti come i cani da guardiania e i recinti elettrificati.

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Pietro Zampedroni
Giornalista
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