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23 Agosto 2024
15:59

«Animali vittime silenziose degli incendi di Roma», la denuncia degli attivisti

I tre megaincendi nell'area circostante a Roma oltre ai danni al patrimonio verde hanno causato vittime anche tra gli animali, ma il loro destino è passato sotto silenzio. Lo denuncia l'Oipa.

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I tre megaincendi nell'area circostante a Roma oltre ai danni al patrimonio verde hanno causato un incalcolabile di vittime animali, colpite dell’incuria e dalla mancata manutenzione del territorio. Gli incendi sono scoppiati a a Monte Mario il 31 luglio, alla Pisana-Casal Lumbroso l’11agosto e infine a Torre Spaccata. Qui nella giornata di ieri sono rimasti feriti 4 soccorritori impegnati nelle operazioni di spegnimento. Si tratta di un vigile del fuoco e tre operatori della Protezione civile che sono stati trasportati in codice rosso all'ospedale Sant' Eugenio.

Le fiamme sono arrivate a lambire le abitazioni mentre una colonna di fumo scuro si è sollevata sulla zona, ben visibile anche a diversi chilometri di distanza. L'area è stata messa in sicurezza e l'incendio è stato circoscritto dopo alcune ore, ma le cause restano ancora sconosciute.

A passare sotto silenzio è anche il destino degli animali selvatici e sinantropici, cioè che vivono a ridosso delle comunità umane. Si tratta di uccelli, piccoli mammiferi e altri la cui sorte non finisce solitamente sui giornali durante gli incendi, ma il cui destino dipende strettamente dalle aree verdi in cui vivono. A denunciarne la situazione in queste ore è l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa).

L’associazione sottolinea come la fauna selvatica dei boschi, sottoboschi e radure sono i morti e i feriti di cui non si parla mai, esseri senzienti e patrimonio indisponibile dello Stato che dovrebbero essere tutelata nell'interesse della comunità nazionale e internazionale, a norma di legge.

«Gli amministratori, nazionali e locali, che a Roma si sono succeduti nei decenni avrebbero dovuto mettere in sicurezza il verde della Capitale: dai parchi ai giardini, dalle riserve al greto del Tevere e dell’Aniene, zone che inoltre troppo spesso diventano pericolosi ricettacoli di discariche a cielo aperto – ha detto il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto – Gli enti preposti avrebbero dovuto monitorare le aree dove si sa che vi sono degrado e anche insediamenti abusivi, come quello che sembra essere all’origine del devastante incendio del Parco di Monte Mario, e altre criticità. Ma, a fronte di denunce e allarmi da parte dei residenti, la politica nazionale e locale sembra solo capace di piangere sul latte versato. Inutilmente».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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