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13 Novembre 2021
19:00

Animali ovovivipari: mantenere le uova in grembo

Nel regno animale vi sono molti modi di venire al mondo. L'ovoviviparità prevede la ritenzione di uova fecondate all'interno di uno dei due genitori, solitamente la madre. Vediamo chi sono gli animali ovovivipari, cosa li differenzia dai vivipari e dagli ovipari e quali sono le loro caratteristiche.

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La nascita è sicuramente un momento delicato nella vita di qualsiasi animale. È il periodo di maggior fragilità e vulnerabilità, in cui dipendiamo totalmente dalle cure dirette o indirette donateci dai nostri genitori. Per superarlo, diverse strategie sono state affinate tramite il corso delle generazioni. Una di queste strategie è quella attuata dagli animali ovovivipari e consiste nel mantenere in grembo le uova fecondate durante lo sviluppo dei piccoli, per proteggerle dai predatori e mantenerle in incubazione in un luogo caldo e accogliente fino alla schiusa. Ma chi sono gli animali che hanno adottato tale strategia e come sono distribuiti nel grande albero della vita? Sono tutti discendenti di un unico evento evolutivo oppure l'evoluzione ha favorito la comparsa di questa caratteristica più volte nel corso della storia naturale?

Le differenze tra ovipari, ovovivipari e vivipari

Nel regno animale vi sono molti modi di venire al mondo ma tutti prevedono la formazione di un embrione ed il suo sviluppo cellulare a partire dall'incontro dei due gameti, ovulo e spermatozoo. L'ovulo, o cellula uovo, in particolare è una struttura altamente specializzata: una grossa cellula ricca di materiale nutritivo molto dispendiosa da produrre. Le sue possibilità di spostamento sono limitate dal suo stesso peso e dall'assenza di flagelli e strutture motrici, a differenza dei milioni di spermatozoi prodotti dagli individui maschi di ogni specie, leggeri e dotati di flagelli per favorire lo spostamento. Ogni femmina del regno animale tenderà a produrre e portare a maturità solo un ristretto numero di ovuli: la selezione naturale è un giudice intransigente quando si tratta di sprechi energetici ed essere madri è un investimento molto importante. Possiamo quindi dire che tutti gli animali nascono da un uovo, cosa che porrebbe definitivamente fine alla sempre dibattuta questione su chi sia nato prima rispetto alle galline.

Da questa fase, le strategie adottate dalle madri sono diverse. In alcune specie l'embrione è praticamente separato dalla madre da un punto di vista nutritivo: il nuovo organismo quindi si alimenterà durante lo sviluppo consumando le sostanze di rifornimento, dette tuorlo o leucite, donategli nel momento stesso del concepimento. Tale è la condizione delle specie ovipare e ovovivipare. Nelle specie vivipare invece, compresa la nostra, si mantiene un legame diretto tra madre ed embrione, il quale non sarà racchiuso in gusci rigidi, ma piuttosto in morbide sacche interne alle femmine.

La condizione ancestrale degli organismi animali è sicuramente quella ovipara, in quanto i primi organismi animali, che si sono sviluppati centinaia di milioni di anni fa negli oceani primordiali, prevedevano una fecondazione esterna, direttamente nell'acqua. Ovoviviparità e viviparità dunque si sono evolute in momenti successivi alla fertilizzazione interna, quando le madri hanno potuto accogliere i piccoli in parti specializzate del corpo.

Elenco degli animali ovovivipari

Focalizziamoci ora sulle specie ovovivipare che prevedono la ritenzione delle uova all'interno della madre prima della schiusa. Vi è molta confusione tra ovoviviparità e viviparità perché le differenze sono riconoscibili solo dopo studi embrionali e le distinzioni non sono sempre semplicissime.  L'alimentazione dell'embrione può essere affidata totalmente al tuorlo (lecitotrofia) oppure, quando questo è esaurito, essere affidato in un secondo momento a materiale nutritivo materno addizionale (matrotrofia) sotto forma di altre uova non fertilizzate o secrezioni uterine.

Ma quali sono le specie ovovivipare più conosciute e come sono distribuite nell'albero della vita? Essendo un carattere estremamente vantaggioso, l'evoluzione ha favorito la comparsa di specie ovovivipare più volte. Scopriamone alcuni esempi.

Invertebrati

Diversamente da altri aracnidi, gli scorpioni non depongono le uova fecondate. La loro riproduzione incomincia con la deposizione sul terreno da parte del maschio di una spermateca, una struttura rigida contenente gli spermatozoi. Presa per le chele la propria partner, inizierà una danza amorosa in cui la femmina verrà a trovarsi sulla spermateca, portando a compimento la fecondazione. Lo sviluppo delle uova avverrà all'interno dei follicoli della madre.

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Pesci

Tantissimi pesci ossei (come i membri del genere Poecilia ed i cavallucci marini) e molte specie di squalo mostrano ovoviviparità come squali balena, squali mako, squali toro ed anche il grande squalo bianco, i cui piccoli diversamente da quanto verificato nello squalo toro in cui avviene cannibalismo intrauterino, si nutrono di uova non fecondate.

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Rettili

Sono ovovivipari due generi di camaleonti, alcuni Trioceros e tutti i membri di Bradypodion.
I primi sono abitanti di zone montane ad altitudini superiori ai 2000 m, luoghi decisamente estremi per la deposizione di uova a terra, mentre pare non vi sia distinzione ambientale per i secondi. Anche tanti rettili nostrani come vipere orbettini rientrano in questa categoria.

Anfibi

In molte specie di anfibi invece i piccoli in sviluppo sono portati in differenti zone corporee come nella sacche vocali o addirittura nello stomaco. Sono ovovivipare anche alcune salamandre come la nostra Salamandra pezzata (Salamandra salamandra): dopo una gestazione di un paio di anni, le femmine di questa specie partoriscono piccoli già metamorfosati.

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Rimanendo in tema di particolarità, nei cavallucci marini non è la mamma a proteggere le uova prima della schiusa, ma il papà. Come al solito nel regno animale, sono le eccezioni ad essere la norma.

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