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22 Novembre 2023
17:02

Animali morti e una fototrappola trovati nei boschi del Torinese: la denuncia dei cacciatori

Alcuni cacciatori hanno trovato due animali morti - un capriolo e probabilmente un cinghiale - lasciati deliberatamente davanti a una fototrappola piazzata per riprendere la scena senza cartelli segnalateci. Un gesto ancora da chiarire ma estremamente rischioso, oltre che vietato.

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Tra i boschi di Gemerello, frazione del comune torinese di Cavour, alcuni cacciatori hanno trovato due animali morti – un capriolo e probabilmente un cinghiale – lasciati deliberatamente davanti a una fototrappola piazzata per riprendere la scena senza cartelli segnalateci, come prevede invece la normativa sulla privacy. A denunciare il ritrovamento è stata la pagina Facebook Il Nuovo Cacciatore Piemontese, che ha poi segnalato tutto ai Carabinieri Forestali che sono successivamente intervenuti sul posto insieme all'ASL.

Non è chiaro quale fosse il motivo esatto e chi siano l'autore o gli autori del gesto, ma molto probabilmente l'intento era quello di riprendere qualche predatore carnivoro attirato dai resti degli animali, quasi certamente lupi. Tra le ipotesi avanzate dagli stessi cacciatori autori della segnalazione, oltre a quella della semplice curiosità di "catturare" in foto gli animali, c'è infatti anche quella più remota di un tentativo di avvelenamento. Nell'attesa di eventuali chiarimenti sulle dinamiche e gli autori del gesto, è giusto ricordare perché si tratta di un comportamento pericoloso e vietato.

Innanzitutto, l'utilizzo di fototrappole e altri strumenti di videosorveglianza, vengono regolamentati sia da leggi sul rispetto della privacy che da regolamenti a tutela della fauna selvatica. Posizionarle quindi nei boschi o in qualsiasi altro luogo senza autorizzazioni, permessi e cartelli segnaletici è perciò vietato. Ben più grave però e l'aver lasciato intenzionalmente animali morti (anche se regolarmente abbattuti in ambito venatorio o semplicemente trovati già senza vita) con l'obiettivo di nutrire e attirare la fauna selvatica.

Come abbiamo già avuto modo di spiegare tra le pagine di Kodami, alimentare la fauna selvatica (quasi sempre vietato dalla legge) non è quasi mai una buona idea e uno dei motivi è proprio l'aumentato rischio di incontri ravvicinati. Mettere cibo a disposizione degli animali selvatici può infatti modificare le loro abitudini e i loro spostamenti, esporli a maggiori rischi di incidenti ed un possibile veicolo di infezioni e altre patologie. Se poi l'obiettivo era proprio quello di attirare e "catturare" i lupi, entra in gioco anche il rischio di diffondere pericolosi allarmismi sulla presenza e il comportamento di questi predatori.

A prescindere quindi dalle dinamiche, dalle intenzioni e dalle norme, l'episodio che arriva dai boschi di Gemerello è un campanello d'allarme che ci ricorda ancora una volta che abbiamo molta strada da fare verso una pacifica e più consapevole convivenza con la fauna selvatica, sulla fruizione rispettosa delle nostre aree naturali e sulla necessità di implementare le attività di controllo e vigilanza delle regole sul nostro territorio.

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