"Animali in fuga dalla guerra": è questo il nome del progetto promosso dal Consiglio dell’Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Napoli per aiutare gli animali scappati dal conflitto in Ucraina insieme ai loro umani.
L'Ordine ha invitato le strutture veterinarie napoletane ad aderire al programma dando la propria disponibilità a prestare supporto a quanti arrivano in Italia con i profughi ucraini. Lo scopo è salvaguardarne il benessere dopo un lungo viaggi, come quello affrontato da Tanya e dai suoi 58 cani, ed evitare un possibile focolaio di rabbia.
Le immagini delle persone che fuggono dalla guerra con i loro cani e gatti hanno acceso il dibattito internazionale e dato vita a una mobilitazione culminata con la decisione di numerosi paesi di consentire l'ingresso degli animali insieme ai rifugiati ucraini. Anche l'Italia ha aderito il 28 febbraio 2022 con una circolare del Ministero della Salute che ha dato via libera all’accesso degli animali provenienti dell'Ucraina anche senza passaporto europeo.
La deroga del ministro Speranza dispone un allentamento degli obblighi burocratici normalmente necessari per movimentare gli animali da compagnia, ma non rappresenta un lasciapassare indiscriminato.
Una volta giunti in Italia, infatti, i profughi devono comunque adempiere agli obblighi sanitari prescritti dal regolamento europeo. Cani e gatti al loro arrivo non sono liberi di muoversi come vogliono: devono essere vaccinati e, soprattutto, restare in isolamento fino a quando la conta degli anticorpi non ne sancirà l'immunizzazione. Quest'ultima rappresenta una condizione di fondamentale importanza soprattutto per l'antirabbica, dato che il periodo di validità di questa vaccinazione inizia solo dal momento in cui è stabilita l’effettiva immunità.
Anche se l'Italia è indenne dalla rabbia, questa temuta zoonosi è ancora presente in Ucraina, per questo il Ministero italiano ha invitato i Paesi membri a prestare attenzione durante i controlli alle loro frontiere, segnalando l'indirizzo di destinazione dei rifugiati in Italia, e anche la specie, il numero di animali e il nome dell'umano di riferimento con il quale viaggiano. Informazioni destinate ai servizi veterinari territorialmente competenti che così potranno attuare i controlli sanitari.
Come funziona il progetto "Animali in fuga dalla guerra"
Qui entra in gioco l'iniziativa dei veterinari partenopei: creare una lista di strutture che senza fini di lucro provvederanno alla visita sanitaria, alla vaccinazione antirabbica e alla titolazione sierica anticorpale per la rabbia. Il fine è quello di «garantire la regolarizzazione dello spostamento nell’ambito del territorio europeo degli animali al seguito dei profughi, la tutela del benessere animale, la tutela della salute umana», hanno spiegato i veterinari.
Oltre al coinvolgimento delle strutture sanitarie e dei liberi professionisti, l'Ordine napoletano ha chiesto anche il supporto delle Aziende del settore farmaceutico veterinario che si renderanno disponibili a donare i vaccini per la rabbia. Dal lato ucraino esiste già un sito ufficiale nato proprio per aiutare veterinari e animali in fuga dall’Ucraina e per agevolare la comunicazione tra i professionisti del Continente.
"Animali in fuga dalla guerra" è nata su impulso della direzione del presidio ospedaliero veterinario dell’Asl Napoli 1. È proprio sulla principale azienda sanitaria napoletana che ricadono la maggior parte delle attività sanitarie in favore dei circa 100mila profughi ucraini attesi nella città metropolitana.
Uno sforzo enorme per la sanità pubblica locale che ha richiesto l'adesione anche dei liberi professionisti e delle strutture private.