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31 Agosto 2022
11:42

Animal Protection Index, quali sono i paesi più all’avanguardia sul benessere animale?

La World Animal Protection ha pubblicato un report che permette di comparare la condizione della tutela animale in 50 paesi del mondo. I risultati migliori arrivano dall'Europa.

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Animal Protection Index by World Animal Protection

La World Animal Protection (WAP), un'associazione no profit che da oltre 40 anni si occupa di protezione animale, ha pubblicato i risultati dell'Animal Protection Index (API) uno studio che permette di comparare la tutela degli animali nei 50 paesi presi in considerazione.

I voti vanno ipoteticamente dalla "A" alla "G" e i risultati migliori, definiti con la lettera "B", sono arrivati da Austria, Svezia, Danimarca, Regno Unito, Nuova Zelanda e Svizzera. Anche l'Italia si è rivelata essere particolarmente attenta ad alcune tematiche, pur ricevendo come valutazione generale solo una "C", a pari merito con Germania, Spagna, Polonia, Messico, India e Malesia.

Per dare forma a questo report sono stati utilizzati 10 indicatori raggruppati in 4 obiettivi riguardanti le tematiche di maggior valore – secondo l'associazione – in ambito di tutela animale ovvero il rispetto degli standard internazionali di welfare, la presenza di una legislazione adeguata, il riconoscimento dei sentimenti e della sofferenza delle specie e l'istituzione di risorse e di appositi organi di governo.

«Si tratta di uno studio molto interessante e decisamente utile anche nell'ottica di sviluppare un'analisi comparativa delle normative nazionali – commenta Laura Arena, medico veterinario esperta in benessere animale e membro del comitato scientifico di Kodami – Ciò nonostante, nel confrontare i risultati è necessario sottolineare anche l'importanza dell'applicazione e dell'interpretazione delle normative, due fattori da cui è impossibile prescindere per fare un effettivo quadro della tutela animale di un paese».

L'Europa si assicura una "A" per la tutela degli animali nella ricerca scientifica

Osservando l'info grafica pubblicata dall'associazione, risulta evidente che i paesi maggiormente impegnati nella tutela animale si trovano in Europa. Ciò è determinato dal fatto che ogni paese appartenente all'Unione Europea riceve una "A" nel parametro riferito alla tutela degli animali utilizzati nella ricerca scientifica. Già dal mese di marzo del 2013, infatti, nel nostro continente sono stati vietati i test cosmetici sugli animali e il commercio di cosmetici e prodotti per l'igiene personale testati su animali.

Le disposizioni in materia di benessere degli animali utilizzati nella ricerca scientifica sono contenute nella direttiva 2010/63/UE, del del 22 settembre 2010. All'art.14, infatti, si legge: «Gli stati membri assicurano che, a meno che non sia inappropriato, le procedure siano eseguite in anestesia generale. Necessario assicurare, inoltre, che il dolore, la sofferenza e l'angoscia siano ridotti al minimo».

Gli Stati Uniti, ad esempio, in questo ambito ricevono solo una "C", perché una delle normative di riferimento prese in considerazione dall'Api, chiamata Animal Welfare Act, esclude i ratti e i topi dal suo ambito di applicazione, sebbene siano tra gli animali maggiormente utilizzati per la ricerca.

Molto meglio, per quanto riguarda la sperimentazione animale, è risultata invece essere l'India, che alle proprie normative ha aggiunto da qualche anno il divieto di importazione dei prodotti cosmetici testati su animali. Sebbene possa sembrare quasi irrilevante, questa misura pone l'India allo stesso livello dell'Unione europea e le fa ricevere una valutazione superiore ad esempio, a quella del Canada, il quale ottiene invece una "E". Le istituzioni canadesi che effettuano esperimenti sugli animali, infatti, possono scegliere di non partecipare al Canadian Council on Animal Care (CCAC), ovvero l'organismo autonomo e indipendente creato per supervisionare l'uso etico degli animali nella scienza.

«Nell'analisi globale dei risultati dello studio condotto dalla WAP bisogna però sottolineare che la valutazione del singolo paese è di fatto una media tra tutti i parametri osservati», commenta Laura Arena.

Il Canada e l'India, infatti, hanno ottenuto entrambi una "C" nella valutazione generale dei parametri presi in considerazione, sebbene il Canada abbia ricevuto, nell'ambito della sperimentazione animale, lo stesso punteggio del fanalino di coda di questo studio: l'Iran.

Un'eccezione in Oceania: la Nuova Zelanda ottiene due "B"

Mentre paesi come l'Australia, gli Stati Uniti, la Russia e la Turchia vengono valutati con la lettera "D", nella mappa interattiva si intravede un unico paese extra europeo in grado di ottenere "B", ovvero la Nuova Zelanda.

A differenza della vicina Australia, infatti, nel 2015 questa nazione ha descritto esplicitamente gli animali come esseri senzienti e, all'interno del proprio Animal Welfare Act, richiede ai proprietari e alle persone responsabili di qualsiasi mammifero, uccello, rettile, anfibio, pesce, polpo, calamaro, granchio, aragosta o gambero (compresi i gamberi d'acqua dolce), di occuparsi adeguatamente del loro benessere.

Ciò nonostante, nel report viene sottolineato che, soprattutto per quanto riguarda gli animali degli allevamenti, molti soggetti vengono ancora privati di ogni diritto.

Anche la Nuova Zelanda, come i paesi europei, riceve inoltre una seconda "B" nell'ambito della tutela degli animali utilizzati nella ricerca. In questo caso, la votazione è determinata dal fatto che per svolgere attività di questo tipo, le istituzioni devono essere in possesso di un codice di condotta etico.

Nemmeno questo paese, però, può ritenersi soddisfatto di quanto ottenuto fino ad ora e, secondo la WAP, nel settore dell'intrattenimento sarà necessario intervenire con nuove normativa. Ogni anno, infatti, in Nuova Zelanda si tengono circa 35 rodei, la cui organizzazione dimostra ancora una forte accettazione di questa pratica che fa guadagnare anche all'arcipelago del Pacifico una "E".

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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