«Eravamo riusciti a recuperare due bottiglie d'acqua ma sono già finite. Mancano acqua, pane e altri beni che in condizioni normali sono sempre a disposizione». Sono alcune delle dichiarazioni rilasciate da Andrea Cisternino al giornalista italiano Claudio Locatelli durante una diretta video su Facebook.
Cisternino vive dal 2012 in Ucraina dove gestisce insieme a un gruppo di volontari del posto un rifugio per animali randagi o reduci dagli allevamenti. Dall'avvio del conflitto e a seguito dei primi raid russi su Kyiv le comunicazioni sia con la moglie Vlada Shalutko che con i suoi referenti italiani si sono progressivamente diradate e Shalutko ha chiesto alla Croce Rossa di portare viveri e aiuto al rifugio.
Cisternino, i volontari e gli oltre 400 ospiti animali del rifugio situato a nord della capitale ucraina stanno vivendo una situazione al limite: «Le raffiche di spari fanno tremare la casa e ci costringono ad uscire dal rifugio dato che non abbiamo né bunker né altro – ha raccontato Cisternino – Ci serve l'acqua anche per i cani ma siamo quasi alla fine: abbiamo 160 cani e 55 gatti. Dobbiamo capire come muoverci. Questi aiuti ci servono anche per tirarci su il morale».
Infine, Cisternino ha ribadito la volontà di non tornare in Italia, continuando a resistere al fianco dei suoi animali: «Dentro sono devastato, però non devo farlo vedere. Io non voglio andare via da qui, i miei collaboratori mi hanno detto: "se vai tu via continuiamo noi", ma io non voglio andare via».
Adesso si attende l'intervento della Farnesina, che ha fatto sapere di aver già iniziato a muoversi con il supporto dell'Enpa per l'apertura di un corridoio umanitario il cui arrivo è previsto tra giovedì 24 marzo e venerdì 25 marzo 2022. Inoltre, è atteso anche un convoglio della Croce Rossa per portare gli aiuti necessari alla sopravvivenza di Cisternino, dei volontari e di tutti gli animali.