Circondato dall’esercito russo senza né cibo né acqua: è questa la situazione in cui dichiara di trovarsi Andrea Cisternino, l’ex fotografo romano che da 12 anni vive in Ucraina dove ha aperto il rifugio Italia KJ2.
Il presidente della Lav, Gianluca Felicetti, in contatto con i collaboratori di Cisternino in Italia ha confermato a Kodami la situazione di Cisternino denunciata all'Ansa e all'AdnKronos dalla moglie Vlada Shalutko, attualmente all’estero. «L'ultima volta che l'ho sentito è 48 ore fa, mi ha mandato un messaggio», ha detto Shalutko, la quale ha chiesto alla Croce Rossa di portare viveri ai quattro volontari e agli oltre 400 ospiti animali del rifugio situato a nord della capitale Kyiv.
La notizia è stata data nel corso di una diretta sui social dal giornalista italiano Claudio Locatelli, attualmente in Ucraina, il quale ha diffuso il contenuto di un messaggio inviatogli da Cisternino stesso.
L'animalista aveva annunciato di avere ancora rifornimenti per i cani e gli altri animali ma oggi la situazione è peggiorata e non è detto che gli aiuti richiesti possano arrivare in tempo. Per indire il cessate il fuoco e permettere agli aiuti di entrare senza rischi per i civili, infatti, serve la collaborazione dell'esercito di Putin. Una condizione che all'indomani dell'assalto russo a Mariupol appare sempre più difficile da realizzarsi. Proprio in queste ore l'Alto rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell ha definito l'offensiva un «enorme crimine di guerra».
La situazione è sempre più tesa nel Paese, come emerge anche dalle testimonianze dei volontari italiani alla frontiera ucraina, dove anche la Lav è presente con la sua unità d'emergenza.
«Ci rendiamo conto delle enormi difficoltà di aprire un corridoio umanitario non finalizzato semplicemente all'evacuazione di un civile italiano, ma a inviargli aiuti», sottolinea Felicetti, il quale ha rivolto un appello al presidente del Consiglio Mario Draghi, e al ministro degli Esteri Luigi Di Maio per fare giungere i soccorsi al KJ2: «Ci siamo messi a disposizione per recapitare cibo e altri generi di prima necessità dall'Italia alla frontiera ucraina».
Anche la LNDC Animal Protection è «pronta ad inviare aiuti: cibo e medicinali salvavita» come avevano fatto per il rifugio comunale e le cliniche veterinarie della capitale, tuttavia il problema resta l'ubicazione del rifugio: «La zona in cui si trova è in mano russa, praticamente impossibile da raggiungere. Abbiamo quindi chiesto al Ministro di sollecitare l’apertura di un corridoio sicuro necessario per l’invio di approvvigionamenti».
L'Ambasciata italiana in Ucraina, trasferitasi il primo marzo da Kyiv a Leopoli, ha fatto sapere di stare seguendo il caso di Cisternino insieme all'Unità di Crisi della Farnesina, tuttavia non sono stati resi noti i tempi e i modi con i quali potranno giungere gli aiuti in una zona circondata dall'esercito russo. «Comprendiamo la volontà di Cisternino di resistere con i suoi animali per continuare la sua missione – conclude Felicetti – Aspettiamo che la tutela di animali e umani sul luogo del conflitto possa concretizzarsi il prima possibile attraverso la protezione garantita alle associazioni dalle forze di interposizione».