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1 Luglio 2021
9:49

Andalo, radiocollarato l’orso avvistato. E’ lo stesso paese di M57

Un orso è stato avvistato più volte nelle ultime settimane nell'abitato di Andalo, luogo già famoso per gli incontri con M57, l'orso poi catturato e trasferito al Casteller. La Provincia autonoma di Trento questa notte è intervenuta sedando, radiocollarando e liberando nuovamente l'animale che, come M57 si muove nei comuni della Paganella alla ricerca di cibo reso disponibile dalla carenza di bidoni "anti - orso"

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La notte scorsa ad Andalo, i forestali hanno catturato, radiocollarato e infine rilasciato un orso che nelle ultime settimane è stato più volte segnalato mentre passeggiava per il centro abitato. A renderlo pubblico è la Provincia Autonoma di Trento attraverso un comunicato stampa in cui affermano inoltre che si è trattato di un'operazione divenuta necessaria proprio a seguito dei continui avvistamenti: «Gli specialisti del Corpo forestale provinciale hanno intensificato la sorveglianza e collocato una trappola che verso mezzanotte è scattata dopo aver attirato l’animale». La trappola utilizzata è uno specifico dispositivo tubolare che permette la cattura dei grandi plantigradi senza arrecare loro alcuna sofferenza. Il rilascio, comunica la Provincia, é avvenuto distante dal luogo della cattura nella speranza di dissuadere l'orso alla frequentazione delle zone abitate.

Gli avvistamenti delle ultime settimane ad Andalo fanno pensare ancora una volta ai bidoni "anti – orso"

A richiamare gli orsi in questa zona molto probabilmente è la disponibilità alimentare data dalla carenza di bidoni cosiddetti "anti – orso", ovvero dotati di un particolare dispositivo che impedisce al plantigrado di aprirli e nutrirsi del loro contenuto. Questa mancanza è nota nel territorio trentino e a tal proposito nei mesi scorsi avevamo visitato la zona evidenziando un'insufficienza di protezioni. ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) inoltre, all'interno del piano di gestione degli orsi considerati problematici pubblicato nel gennaio di quest'anno, aveva più volte sottolineato la necessità di un intervento immediato per evitare che gli animali continuassero ad entrare nei centri abitati, sottolineando inoltre che: «Nell’immediato futuro sarà probabilmente necessario un ulteriore sforzo gestionale per evitare un incremento del numero di animali particolarmente problematici». E infatti, meno di un mese fa, anche la Giunta Provinciale ha finalmente emesso un’ordinanza per imporre bidoni “anti-orso” ad Andalo, Molveno e i comuni limitrofi, in modo da ridurre rischi di nuovi incontri per le vie dei paesi.

M57 frequentava la stessa zona, anche lui richiamato dalla presenza di cibo

Tornando indietro nel tempo, anche lo scorso anno Andalo era stata teatro di incontri ravvicinati con il plantigrado. Proprio in questo comune infatti, la scorsa estate era avvenuta l'aggressione ai danni di un carabiniere da parte di M57, l'orso poi stato catturato nella notte del 23 agosto 2020 e trasferito al recinto del Casteller, generando numerose polemiche da parte delle associazioni animaliste.

Anche riguardo questo episodio, ISPRA si era esposta ribadendo ancora una volta le carenze riguardanti la gestione dei rifiuti urbani, sostenendo che l'evento, sebbene indirettamente, fosse favorito dalla presenza di risorse alimentari disponibili: «L’obiettivo principale per i prossimi anni dovrebbe essere quindi quello di sostituire a breve termine tutti i cassonetti per l’umido presenti sul territorio frequentato dagli orsi, dando priorità a quelli presenti nei contesti periurbani», si legge appunto nel rapporto stilato a seguito dell'evento che ha portato alla cattura di M57, e che avrebbe dovuto quindi spingere ad un'azione di sostituzione immediata. Eppure i fatti delle ultime settimane dimostrano che ancora manca un'intervento attivo, senza il quale è  probabile che questi eventi continuino a riproporsi.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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