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24 Marzo 2023
11:48

Ancora troppi rinoceronti massacrati per il loro corno: 548 individui uccisi nel 2022

Il bracconaggio sta decimando i rinoceronti africani per i loro corni. Secondo un report di Save The Rhino, la situazione è migliorata rispetto al passato, ma resta problematica soprattutto in Namibia.

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Giornalista
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L’emergenza è tutt’altro che finita e il bracconaggio che sta decimando i rinoceronti africani per i loro corni è tutt’altro che debellato. Qualcosa però sta cambiando, soprattutto rispetto a quanto accaduto dal 2013 al 2017 in cui vennero uccisi circa 1000 rinoceronti ogni anno: in tutto il 2022 sono 548 gli animali massacrati per la cheratina, “soltanto” nove in più dell’anno precedente.

Non è ancora una vittoria però, perché a conti fatti ancora adesso ogni 16 ore in Africa un rinoceronte muore e il suo corno gli viene strappato. È quanto afferma Save The Rhino, l’associazione dedita alla difesa dei rinoceronti che da vent’anni sostiene con ogni mezzo tutte le politiche antibracconaggio. «Dopo un forte calo da 1.134 nel 2017 a 503 nel 2020, il bracconaggio annuale in tutta l'Africa sembra ora aggirarsi intorno ai 540 incidenti – spiegano – Certo, dobbiamo riconoscere il cambiamento significativo, ma questo non significa che i rinoceronti siano al sicuro. In molti luoghi, le popolazioni stanno lottando per rimanere stabili, figuriamoci per riprendersi da oltre un decennio sotto costante attacco. Dobbiamo continuare a imparare dagli interventi di successo e intensificare tutti gli sforzi per fermare queste perdite devastanti fino a quando nessun rinoceronte viene cacciato di frodo, in nessun giorno e da nessuna parte». Che le situazioni più virtuose debbano fare da modello anche per i paesi ancora troppo a rischio, è anche l’opinione del Ministro delle foreste, della pesca e dell'ambiente della Repubblica sudafricanaBarbara Creecy «Il costante declino del bracconaggio di rinoceronti nei parchi nazionali è legato alla guerra implacabile che è stata intrapresa dal nostro temibile apparato anti-bracconaggio» ha infatti sottolineato. La maggior parte dei rinoceronti catturati lo scorso anno, secondo il report, sono stati uccisi in Namibia e in Sudafrica.

In Namibia uccisioni raddoppiate

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Diversissima però la situazione tra i vari paesi africani. A cominciare dalla Namibia dove, come avevamo raccontato,  ben 87 rinoceronti, di cui 61 neri, sono stati uccisi dai bracconieri nel 2022 per rubargli il corno e rivenderlo al mercato nero. L’anno precedente ne erano stati uccisi 45: in un anno quindi le uccisioni sono raddoppiate. «Più della metà di tutti questi incidenti si sono verificati nel Parco nazionale di Etosha che è uno dei parchi di punta della Namibia e un punto di riferimento turistico – spiega Save the Rhinos citando la situazione del famoso parco “bianco” perché costituito in parte da una vasta depressione ricoperta di sale che, seccandosi al sole, si screpola e si desertifica. – Sfortunatamente, i rapporti suggeriscono che all'interno di Etosha la corruzione potrebbe aver avuto un ruolo importante. Quindi a seguito di un attacco che ha causato la morte di 11 rinoceronti di Etosha nel giugno 2022, il governo namibiano ha dichiarato che stava indagando su alcuni dei suoi dipendenti.

In Sudafrica i rinoceronti del Kruger sono stati decimati

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Dall'inizio della crisi del bracconaggio nel 2008, il Kruger National Park in Sudafrica ha subito enormi perdite: solo tra il 2017 e il 2021, sono stati massacrati più di 1.700 rinoceronti. «Nonostante questo totale preoccupante, negli ultimi anni il bracconaggio nel Parco ha registrato una tendenza al ribasso – spiega il report di Save the Rhinos –  Nel 2022 c'è stato un forte calo, con il 41% in meno di rinoceronti cacciati illegalmente. Molto probabilmente, ci sono stati due fattori che hanno contribuito a questo: il calo della popolazione di rinoceronti di Kruger negli ultimi anni e un approccio integrato per aumentare la sicurezza e contrastare le reti di bracconaggio che operano nel Parco».

Purtroppo, il miglioramento della situazione del Kruger non corrisponde a quanto accade nel resto del Sudafrica. «Il numero di rinoceronti cacciati di frodo in Sud Africa è appena cambiato. Lo scorso anno sono stati uccisi in totale 448 rinoceronti, rispetto ai 451 del 2021. «La provincia di KwaZulu-Natal (KZN) è stata pesantemente presa di mira, con 244 casi di bracconaggio. Le persone che proteggono i rinoceronti di KZN hanno affrontato uno dei loro anni più difficili di intensità di bracconaggio. E questo è avvenuto sulla scia della pandemia di Covid-19, che ha spinto le risorse al limite».

I casi positivi del Botswana e soprattutto del Kenya

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Nel 2022 il Botswana ha registrato un numero inferiore di casi di bracconaggio. «Tuttavia – dice Save the Rhinos – il quadro generale rimane preoccupante. Più di 140 rinoceronti sono stati cacciati di frodo in Botswana dal 2018. In un paese con (al 31 dicembre 2021) circa 265 rinoceronti in totale, questo è enorme». Si stima che circa un terzo della sua popolazione di rinoceronti è stata persa dal paese a causa del bracconaggio negli ultimi cinque anni.

Il Kenya, invece, rappresenta sicuramente la nota positiva: il paese che ospita la terza popolazione mondiale di rinoceronti e  dove dal 2006 ne sono stati uccisi quasi 250, ha registrato un 2022 da ricordare come l’anno senza bracconaggio. «È la seconda volta in tre anni che il Paese tiene al sicuro tutti i suoi rinoceronti. Ci saranno sicuramente lezioni da imparare dal successo del Kenya» conclude Save the Rhinos. Che la situazione kenyota fosse positiva ce lo aveva confermato anche Massimo Vallarin, la guida ranger che vive nel paese da oltre vent’anni. Secondo Vallarin il controllo del territorio da parte dei rangers è il metodo più efficace contro il bracconaggio. «La security, grazie ad un corpo di rangers altamente addestrati, è la cosa più certa per la protezione dei rinoceronti. In Kenya, dove operano i rangers del Kenya Wildlife Service KWS, non viene ucciso un rinoceronte da due anni». Old Pejeta Conservancy e Lewa Wildlife Conservancy sono, secondo il ranger italiano membro onorario del KWS, tra le strutture che meglio sfruttano le capacità anti bracconaggio di ranger privati altamente addestrati e recinzioni che garantiscono la sicurezza per gli animali al loro interno.

Gli arresti, le condanne e la decornazione

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Per bracconaggio di rinoceronti, durante il 2022, sono stati effettuati 132 arresti. Uno è quello del noto boss Simon Tivani aka Navara, arrestato a Maputo in un'operazione combinata tra le autorità del Mozambico e la Commissione per la giustizia della fauna selvatica. Un altro uomo sudafricano è stato arrestato all'aeroporto Changi di Singapore con 34 kg di corno di rinoceronte, mentre sono stati emessi verdetti in 62 casi che hanno portato alla condanna di 92 bracconieri di rinoceronti/trafficanti di corno di rinoceronte con un tasso di condanna del 100%. A questi risultati si aggiunge la condanna esemplare a 34 anni di un bracconiere accusato dell’uccisione di due rinoceronti al Kruger National Park e del possesso illegale di armi da fuoco e munizioni. Un altro imputato per gli stessi reati è stato invece condannato a 17 anni di reclusione.

«Il costante declino del bracconaggio di rinoceronti nei parchi nazionali è legato anche al programma completo di decornazione», ha sottolineato il ministro delle foreste, della pesca e dell'ambiente, Barbara Creecy, ponendo l’accento su una pratica che come aveva raccontato a Kodami Louwhen Bowker di Care for Wild Rhino, consiste nella rimozione sicura di gran parte del corno da parte di un veterinario qualificato e addestrato allo scopo di scoraggiare i tentativi di bracconaggio.

«Non è possibile rimuovere l'intero corno, poiché la base copre le cavità nasali e contiene un afflusso di sangue e terminazioni nervose – aveva spiegato il leader dell’organizzazione con sede in Sudafrica pioniera della tecnica del “taglio” del corno come misura anti-bracconaggio, evidenziandone anche i limiti – L’individuo così trattato smette di rappresentare un’attrazione per i bracconieri. Purtroppo, non si tratta di una proceduta definitiva perché il corno del rinoceronte è composto da cheratina, la stessa sostanza delle unghie. Il corno di rinoceronte ricresce a un ritmo di circa 4-7 cm all'anno. Un rinoceronte dovrà essere decornato ogni 1,5-2 anni».

I rinoceronti africani si dividono in rinoceronti bianchi e neri. Il bianco, nativo del Sud Africa, ed è stato reintrodotto in diversi Stati Africani come Botswana, Namibia, Uganda, Zimbabwe e Mozambico e si divide in due sottospecie diverse: quello meridionale (Ceratotherium simum simum) e quello settentrionale (Ceratotherium simum cottoni), quest'ultimo considerato come probabilmente estinto in natura. Ne sopravvivono ad oggi, infatti, solo due femmine che vivono al Ol Pejeta Conservancy, una riserva naturale protetta del Kenya, dal nome di Najin e Fatu, rispettivamente madre e figlia di 32 e 21 anni. Il rinoceronte nero, che non è davvero di questo colore ma è stato chiamato così solo per contrapporlo al rinoceronte bianco, si divide in quattro sottospecie diverse: il centro-meridionale (Diceros bicornis minor), il sud-occidentale (Diceros bicornis occidentalis), l'orientale (Diceros bicornis michaeli) e l'occidentale (Diceros bicornis longipes), dichiarato estinto nel 2011. Presenta due corni e, saltuariamente, può svilupparsi anche un terzo corno più piccolo. È di dimensioni molto minori del rinoceronte bianco ed è classificato dalla IUCN come "in pericolo critico".

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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