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6 Giugno 2022
13:07

Ancora più sforzi per salvare dall’estinzione i lamantini della Florida

L'FWS, l'United States Fish and Wildlife Service, aggiornerà l’attività di conservazione e protezione dell'habitat per i lamantini dello stato della Florida che stanno morendo. È ciò che è stato annunciato la scorsa settimana dai funzionari federali dell’agenzia che si occupa della gestione e della conservazione di fauna selvatica, pesca e habitat naturali.

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L'FWS, United States Fish and Wildlife Service, aggiornerà l’attività di conservazione e protezione dell'habitat per i lamantini malati dello Stato della Florida nei prossimi due anni.

È stato annunciato la scorsa settimana dai funzionari federali dell’agenzia del Dipartimento degli Interni degli Stati Uniti che si occupa della gestione e della conservazione di fauna selvatica, pesca e habitat naturali, dopo aver ammesso un ritardo di almeno dieci anni per fare tale revisione a causa della mancanza di fondi.

Ora, però, il numero delle morti tra questi mammiferi marini sta raggiungendo livelli mai visti: basti pensare che da gennaio a giugno del 2021, ne sono stati trovati morti 782, ovvero il 10% dell’intera popolazione della Florida.

Secondo gli esperti,  la causa più probabile di questa strage, sarebbe l'inquinamento del loro habitat e la fame. Per sopravvivere, infatti, questi grossi animali hanno bisogno di mangiare grandi quantità di alghe, una fonte di cibo che è stata praticamente cancellata dalle acque della zona da anni di inquinamento.

Nell'Indian River Lagoon, un estuario di 150 miglia lungo la costa atlantica della Florida, dove i lamantini vanno a nutrirsi, gli scienziati hanno registrato una devastante perdita di alghe. Secondo il St. Johns River Water Management District,  che si occupa dello stato delle acque nello Stato della Florida, dal 2009 circa il 58% delle alghe del sistema lagunare è stato spazzato via.

La causa principale è l'inquinamento dovuto soprattutto al deflusso di sostanze fertilizzanti, scarichi fognari non depurati e fosse settiche che producendo azoto e fosforo, contribuiscono ad alimentare fioriture incontrollate di alghe “cattive” che a loro volta possono soffocare le alghe “buone” che brucano i lamantini, affamandoli.

In base all'accordo, US Fish and Wildlife ha tempo fino al settembre 2024 per migliorare l'habitat del lamantino ai sensi dell'Endangered Species Act. Quest’ultima è la legge che consente alle organizzazioni di chiedere di poter inserire una specie nella lista di quelle in via di estinzione o minacciate di tale criticità e quindi di poter chiedere di attivare piani di conservazione più ampi e importanti. Queste richieste, per essere approvate, vengono prima sottoposte a una rigorosa valutazione scientifica.

In questo caso, sono stati il Center for Biological Diversity, Defenders of Wildlife e Save the Manatee Club a chiedere sia una revisione dei piani di conservazione, mai aggiornati dal 1976, sia un adeguamento e un ampliamento della designazione delle zone da considerare "habitat" dei lamantini, visti i mutamenti climatici e ambientali di questi ultimi anni.

Quale sia o non sia l’habitat del lamantino, è un elemento fondamentale quando si presentano queste istanze, perché la legge si basa proprio su questa definizione per vietare a qualsiasi agenzia federale di finanziare o svolgere qualsiasi azione che influisca negativamente su quella porzione di ecosistema.

«Nel 1976, l'habitat critico era soltanto un elenco di luoghi in cui sapevamo che esistevano i lamantini», ha affermato Ragan Whitlock, avvocato del Center for Biological Diversity. «Ma, ovviamente, non solo l'elenco di luoghi è cambiato molto negli ultimi 40 o 50 anni, ma anche le condizioni ideali di cui hanno bisogno per sopravvivere. Siamo molto soddisfatti che il Fish and Wildlife Service abbia riconosciuto la gravità della situazione, dando il suo ok a nuove forme di conservazione per il lamantino».

I gruppi di conservazione avevano già presentato una petizione alla US Fish and Wildlife nel 2008 e nel 2009 e di nuovo nel 2010, ma pur avendo l'agenzia riconosciuto già all’epoca che l'aggiornamento era giustificato, aveva giustificato la sua impossibilità di muoversi con la mancanza dei fondi necessari. Finalmente, la scorsa settimana, è arrivata l’ottima notizia: la US Fish and Wildlife si impegnerà nella revisione.

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Simona Sirianni
Giornalista
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