video suggerito
video suggerito
5 Maggio 2023
13:02

Ancora due toreri incornati, ma le corride in Messico non si fermano

I toreri Arturo Macías e José Adame sono stati colpiti dai tori durante le corride organizzate per la Feria Nacional de San Marcos, in Messico. Per quanto anacronistici e sanguinari, questi assurdi spettacoli continuano ad essere organizzati.

905 condivisioni
Immagine

Ancora due toreri incornati in Messico: Arturo Macías e José Adame sono in condizioni gravi dopo essere stati colpiti dai tori  durante le corride organizzate per la Feria Nacional de San Marcos, una celebrazione annuale che si tiene nella città messicana di Aguascalientes.

Durante l’evento, il toro ha incornato Macías al torace, raggiungendo il polmone destro e mandando il matador in terapia intensiva. Adame è stato invece prima sferrato in aria da un’incornata facendo un volo di 3-4 metri, cadendo a terra e perdendo coscienza. Poi ha ricevuto un’altra incornata sul volto prima che il suo team corresse in suo soccorso.

I due uomini, secondo i media locali, non sarebbero comunque in pericolo di vita. Quanto ai tori, il loro destino è quello di tanti altri in questi contesti. Nel Paese sud americano, infatti, per quanto siano anacronistici, sanguinari e disumani questi assurdi e cruenti spettacoli continuano ad essere organizzati con la motivazione di far parte della cultura del Paese.

I tori subiscono ogni genere di abuso, dalla preparazione per l’arena alla macabra fine quando all’animale, vivo e agonizzante, vengono tagliati orecchie, coda e testicoli. È davvero assurdo, insomma, chiamare queste manifestazioni tradizioni e dovrebbero essere definite con il loro vero nome: maltrattamento di animali.

Basta descrivere il calvario che attraversa il toro che viene scelto per la corrida, per capire che più che di cultura, si tratti di una vera e propria tortura del resto. Il toro viene allevato in pascoli liberi fino all’età di 4 anni, per poi essere bruscamente trasferito nell’arena. Il trasporto può durare diversi giorni, senza cibo né acqua, sotto il sole cocente. Prima di farlo entrare nell’arena è costretto al buio e viene picchiato e sottoposto a maltrattamenti per indebolire le sue forze. Sulle zampe gli viene messa la trementina per non farlo stare fermo e la vasellina sugli occhi per annebbiargli la vista.

Fortunatamente l’indignazione rispetto alla sofferenza animale e la presa di coscienza rispetto ai loro diritti sta stravolgendo la tradizione legato all’utilizzo degli animali nelle feste. E anche se al Messico la tauromachia piace molto alcuni Stati, tra cui Guerrero, Sonora, Coahuila e Quintana Roo, e alcuni comuni come Veracruz, Michoacán, Stato del Messico e Nuevo León hanno deciso di vietarla.

Ultimo nel tempo, la Capitale Città del Messico, dove a giugno scorso un giudice ha deciso di prorogare il divieto, imposto qualche mese prima, di organizzare spettacoli con i tori, fermando di fatto a tempo indeterminato l’attività di Plaza México, riconosciuta come l’arena più grande del mondo.

Una sentenza importantissima che seppur non definitiva, fa sperare che almeno la direzione verso la quale si vuole dirigere il Paese centroamericano, sia quella dell'abolizione definitiva.

Avatar utente
Simona Sirianni
Giornalista
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views