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29 Novembre 2023
10:13

Ancona, cane abbandonato chiuso in gabbia in un appartamento muore di stenti

Un Pitbull è stato abbandonato in casa all’interno di una gabbia, senza cibo né acqua, ed è morto di stenti. L’atroce episodio si è verificato a Cupramontana, in provincia di Ancona.

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Un caso di abbandono che si è concluso nel peggiore, e nel più crudele dei modi: un cane, un Pitbull, lasciato chiuso in casa all’interno di una gabbia, senza cibo né acqua, che alla fine è morto di stenti.

L’atroce episodio si è verificato a Cupramontana, in provincia di Ancona, e i responsabili sono già stati denunciati. Si tratta di una coppia che ha lasciato l’appartamento in affitto da un giorno all’altro, senza avvisare e senza appunto portare con sé il cane. A trovarlo ormai morto è stato il padrone di casa, che era andato a cercare i due per chiedere l’affitto dovuto ed entrando nell’appartamento ha fatto la drammatica e macabra scoperta.

L’uomo ha quindi avvisato subito i Carabinieri, che sono riusciti a risalire alla coppia cui era intestato il cane e hanno provveduto a denunciarli per maltrattamento e uccisione di animale. LNDC Animal Protection ha deciso di sporgere a sua volta denuncia contro la coppia,  e ha già annunciato l’intenzione di seguire passo dopo passo l’iter investigativo e processuale così da garantire che il crimine commesso – tre almeno le tipologie di reato commesso, abbandono, uccisione e maltrattamento di animali – venga adeguatamente punito.

«Non ci sono scusanti di alcun tipo per un comportamento del genere. Ci troviamo davanti a un atto di crudeltà inaudita che deve essere punito in maniera esemplare – ha detto Piera Rosati, presidente di LNDC Animal Proteico – Se non potevano più prendersi cura del cane, queste persone avrebbero potuto chiedere l’aiuto del comune, delle associazioni, degli amici, invece di condannarlo a una morte certa. Non riesco a immaginare quanto abbia sofferto quel povero animale senza poter mangiare, bere né cercare scampo visto che era stato chiuso in una gabbia. Persone che compiono gesti di questo genere non sanno nemmeno cosa sia l’empatia, sono persone pericolose e spietate che non devono passarla liscia».

Rosati ricorda quindi come a oggi le pene per i reati contro gli animali siano purtroppo ancora «troppo leggere. Si tratta invece di reati indice di una reale pericolosità sociale oltre che un affronto alla vita degli animali. Mi auguro che il nuovo disegno di legge attualmente in esame in Parlamento per l’inasprimento delle pene per i reati a danno degli animali non finisca in un cassetto, ma proceda spedito verso l’approvazione. È ora di dire basta e punire severamente tutte quelle condotte che cagionano sofferenza agli animali».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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