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Kodami Call
rubrica
13 Aprile 2023
12:53

Anche l’orso MJ5 sarà abbattuto. Fugatti: «Ricevuto il parere favorevole di Ispra»

Il Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti ha dichiarato in conferenza stampa di aver ricevuto il via libera da parte di Ispra per abbattere anche MJ5, l'orso che ha ferito un uomo in Val di Rabbi nel marzo del 2023.

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Non sarà solo l'orsa JJ4, responsabile della morte di Andrea Papi, ad andare incontro all'abbattimento, ma anche MJ5, l'orso maschio di 18 anni, protagonista dell'aggressione avvenuta il mese precedente ai danni di Alessandro Cicolini, in Val di Rabbi.

A una settimana dalla tragica morte di Andrea Papi, nei boschi di Caldes, il Presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti, ha dichiarato in conferenza stampa di aver ricevuto, da parte di Ispra, il parere positivo anche su questo secondo abbattimento.

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Fugatti non si ferma, però, perché ribadisce la propria intenzione di voler ottenere il via libera pure per l'abbattimento di M62: «Non ha mai avuto problemi con le persone, ma ha preso l'abitudine di avvicinarsi molto ai centri abitati». Gli orsi come specie, e non più solo come singoli individui sono diventati i nuovi nemici pubblici.

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Fugatti contro Ispra su JJ4: «Avremmo agito prima, ma avevamo le mani legate»

Dal momento in cui la fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige ha pubblicato i risultati dei test del DNA dell'orso, confermando che ad uccidere Andrea Papi, nella notte tra il 5 e il 6 aprile del 2023 è stata JJ4, la Provincia Autonoma di Trento ha ricevuto numerose critiche sulla gestione del monitoraggio del soggetto. Pur essendo munita di radiocollare, dal 5 agosto del 2022 non si riceveva alcun segnale riguardo la sua posizione.

«A partire dal 2020, quando è stata protagonista della prima aggressione, abbiamo provato ad intervenire adeguatamente – commenta Fugatti – È stato un giudizio del Tar a bocciare la nostra ordinanza di uccisione e bloccarne la cattura, impedendoci di procedere. Nei mesi successivi abbiamo continuato a inviare le segnalazioni ad Ispra, ma ha ribadito la propria contrarietà. Avevamo le mani legate e ora prendiamo atto con rabbia di quanto accaduto».

Sergio Tonolli, responsabile del Servizio Fauna della provincia di Trento, spiega così poi il motivo per cui, da tempo, non si conosceva la posizione precisa dell'orsa: «È un soggetto che conosciamo bene. Abbiamo fatto anche una caratterizzazione del suo comportamento, ma il 5 agosto il collare ha smesso di funzionare e l'apposizione di un nuovo radiocollare non è un  procedura semplice come si potrebbe credere».

«La presenza di cuccioli non modifica la necessità di abbattimento di JJ4»

JJ4, però, potrebbe essere accompagnata anche dai suoi cuccioli, nati nell'estate del 2022. Questa ipotesi potrebbe far pensare che sia stato l'intento di difesa della prole a causare l'attacco ai danni di Andrea Papi. Giovanni Giovannini, Dirigente del servizio Servizio foreste, spiega però che questo elemento non modifica la posizione della Provincia sull'abbattimento. «Stiamo verificando le immagini delle foto trappole e incrociando i dati. A breve potremo dire se l'animale è effettivamente ancora accompagnato dai cuccioli o meno – e aggiunge – Ciò non modifica la necessità di uccisione di JJ4».

Ritorna quindi alla mente il ricordo di Daniza, l'orsa che nel 2014 aveva ferito un uomo nei boschi di Pinzolo ed aveva poi perso la vita durante le attività di cattura ordinate da parte della Provincia. L'orsa, tra le prime ad arrivare in Trentino durante il progetto Life Ursus, stava a sua volta svezzando i cuccioli e, infatti, nelle attività di cattura anche uno di loro era stato narcotizzato e identificato.

Riguardo la complessità delle attività di individuazione e abbattimento, il Direttore del dipartimento Protezione Civile Foreste e Fauna, Raffaele Da Col, commenta: «Stiamo operando costantemente in squadre di 5/6 persone in una zona in cui ci sono più di 20 orsi e non possiamo ancora sapere in che modo interverremo con l'abbattimento. A determinare la strategia sarà la condizione del territorio e del momento in cui opereremo. Per ora abbiamo iniziato l'installazione delle trappole a tubo adatte per alcuni tipi di cattura, ma non per tutte».

Maurizio Fugatti fa poi riferimento all'offerta della LAV che, chiedendo di sospendere con urgenza l’ordine di uccisione di JJ4, dichiara di aver individuato un rifugio adeguato dove poterla trasferire. «A chi si lancia in queste proposte dico: state sereni! Abbiamo 70 orsi da spostare, quindi fatevi avanti! – e aggiunge – Se vogliono prendersi carico anche di M49, che si trova ancora al Casteller, possono pensare di prendere anche lui».

«L'abbattimento dell'orso non mi restituirà Andrea»

Mentre nelle stanze della politica si parla di gestione degli orsi, la famiglia di Andrea Papi, stretta nel dolore e abbracciata dall'intera comunità della Val di Sole, rimane ferma sulla propria posizione. Kodami è tornata a Caldes, all'ombra del monte Peller, per raccontare le emozioni della comunità nel momento dell'ultimo saluto ad Andrea.

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Nella giornata di mercoledì 12 aprile, infatti, durante il funerale del giovane, a cui hanno partecipato migliaia di persone, il padre della vittima ha pronunciato parole forti nei confronti del Presidente Fugatti, presente in chiesa insieme all'Assessore all'Agricoltura, Foreste e Fauna, Giulia Zanotelli: «Chi ha fatto degli errori, abbia il coraggio: faccia un passo indietro e si tolga la corona».

Al termine della funzione, anche la mamma di Andrea, Franca Ghirardini, ha ribadito come la famiglia non stia cercando una vendetta nei confronti dell'animale, ma piuttosto un'assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni. «L'abbattimento dell'orso non mi ridarà Andrea. Come madre non posso accettare una morte così orribile. Voglio chiarire una cosa: la colpa non è di mio figlio e neanche dell'orso. La colpa va ricercata nella cattiva gestione fatta da chi ha gestito, nel tempo, il progetto Life Ursus».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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