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14 Settembre 2024
11:00

Anche le femmine di cane montano: perché lo fanno?

La monta, anche nelle femmine, è un comportamento non sempre strettamente legato alla sfera sessuale; può anzi essere manifestazione di stati di disagio, di ansia o un comportamento appreso. Capirne le origini, dunque, è fondamentale per agire preventivamente.

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Il punto di partenza dal quale iniziare quando si parla di monta nel comportamento dei cani è che si deve sapere che non è qualcosa di legato solo e strettamente alla sfera sessuale. I cani, sia maschi che femmine, montano per diversi motivi: per calmare un altro individuo, per scaricare lo stress, per regolare uno stato di ansia e anche per masturbarsi.

La monta rientra nell’etogramma dei cani e lì dove è espressa nell’ambito di un normo comportamento è appunto la manifestazione di vari stati d’animo le cui motivazioni sono espressione di emozioni e anche messaggi di comunicazione sociale. Il montare, chiaramente, è anche un’attività finalizzata alla riproduzione.

Perché anche le femmine montano?

Addentrandoci nell’argomento, possiamo ipotizzare una serie di motivazioni per cui le cagne mettono in atto il comportamento della monta, cercando di dare in breve una spiegazione che, come leggerai, riguarda gli aspetti psicologici del soggetto strettamente legati alla sua storia personale, alla relazione instaurata con l’umano di riferimento, al contesto in cui avviene e al rapporto che ha con conspecifici o con altre persone familiari o estranee. Ricordiamo anche che la monta avviene anche su oggetti e che pure in questo caso ciò che scriviamo a seguire come motivazioni per cui lo fa è mutuabile anche per questa ipotesi.

L’elenco a seguire, infine, non è esaustivo proprio per la specificità di un comportamento che è attribuibile a ogni singolo soggetto dotato di cognizioni ed emozioni uniche e all’interno di una relazione che è, a sua volta, unica.

Non è una questione di dominanza

Non possiamo non sfatare subito il mito della “monta da dominanza” così come la intendiamo nel linguaggio comune e dunque privata del suo significato in ambito scientifico (in cui è corretto parlarne e va interpretata comunque in termini di leadership, ranghi e ruoli).

Un cane o una cagna non montano per dimostrare la loro superiorità ma questa modalità di interazione ha, come accennavamo, significati differenti a seconda del contesto, degli individui e del messaggio.

Gestione dello stress o di uno stato ansioso

Si tratta, ad esempio, di un comportamento che la cagna può manifestare a causa di emozioni che le provocano stress o ansia e che utilizza per calmare se stessa ma anche per calmare l’altro. Infatti il comportamento di monta può essere messo in atto anche da cagne molto competenti, ovvero centrate e con carattere ben formato, che utilizzano questa modalità per indurre l’altro animale a ridurre lo stato di eccitazione. Viceversa ci sono cagne che con la monta scaricano il proprio stress o l’ansia provocata, ad esempio, dal ritrovarsi in un contesto non familiare che provoca timore. Lo stesso può accadere nei confronti di un essere umano, tanto familiare quanto sconosciuto.

Reazione ormonale nei soggetti in crescita

La monta può essere messa in atto da parte dei cuccioli o di cagne nella fase adolescenziale per una reazione ormonale. Soprattutto nei cuccioli, infatti, è stimolata dalle emozioni e dagli odori dell’altro soggetto e accade spesso in soggetti non socializzati nella fase evolutiva perché privati degli insegnamenti della madre (magari allontanati troppo piccoli) e delle interazioni con i fratelli. Nella fase adolescenziale, anche, gli ormoni giocano un ruolo importante, come del resto accade anche in noi umani, e gestire le emozioni è più complicato per una cagna giovane che va in questo seguita e supportata qualora manifesti il comportamento in modo eccessivo.

Nel caso di una iper produzione ormonale – soprattutto per quanto riguarda soggetti adulti che all’improvviso iniziano ad avere questa modalità – è importante valutare una visita dal veterinario per assicurarsi che non sia la manifestazione di un problema di salute.

Comportamento appreso

La monta espressa in giovane età o in fase adolescenziale che non è stata in qualche modo temperata e che era dovuta ad uno stato di ansia può diventare un comportamento appreso, ovvero qualcosa di funzionale che in passato ha prodotto effetti comunque benefici per motivi non noti o non compresi dal pet mate e che magari è stato anche rinforzato.

Poca socializzazione

Con riferimento al passato della cagna, anche altre motivazioni possono essere ricercate nella sua storia evolutiva. Ad esempio una cagna poco socializzata può montare i suoi conspecifici per una fluttuazione non regolare dell’arousal (stato di eccitazione) che la porta ad avere questo comportamento non sapendo come interagire con gli altri. Possiamo parlare di ipereccitazione che si può, del resto, verificare anche nei confronti degli umani e non solo di altri cani.

Comportamento sessuale

Ancora e ovviamente c’è l’aspetto prettamente sessuale e anche una femmina può esprimere il desiderio attraverso la monta. È normale che lo faccia anche la cagna, accade spessissimo e no, non c’è niente di patologico. Per riconoscere quando lo fa per scopi riproduttivi, si può notare che il comportamento sarà accompagnato da altri atteggiamenti di corteggiamento come inviti al gioco attraverso l’inchino o l’uso delle zampe e del muso sul corpo dell’altro cane.

In questo ambito, poi, bisogna anche sapere che i cani e le cagne praticano autoerotismo quindi anche quando montano oggetti (copertine, cuscini, etc.) possono farlo per motivi sessuali.

Bisogna preoccuparsi?

Siano maschi o femmine, quindi, i cani montano altri conspecifici, persone e oggetti. Si tratta di un comportamento normale e non va considerato qualcosa di sbagliato, sebbene noi umani spesso ci sentiamo in imbarazzo. Ciò che è davvero importante però comprendere è che quando la monta diventa ossessiva, senza soluzione di continuità, fuori dal contesto o protratta significa che la cagna è in una situazione di eccessivo stress, in uno stato ansioso che non riesce a far rientrare e in questi casi il nostro intervento è necessario.

Cosa fare se la cagna monta

Bisogna dunque andare a fondo e capire perché la monta è diventata la manifestazione di un problema e ciò è possibile farlo solo considerando la sistemica familiare e la storia della tua compagna di vita. Ci possono essere, come abbiamo visto, molte e diverse motivazioni per cui quello che è un comportamento normale si è trasformato in qualcosa di patologico e solo l’intervento di un veterinario esperto in comportamento potrà identificare le ragioni e il percorso giusto per tornare a inserire la monta nell’ambito di un normale repertorio comportamentale.

Ciò che possiamo suggerire, però, è sicuramente di prestare attenzione al momento in cui avviene e osservare la cagna nel prima, nel durante e nel dopo in modo tale da poterla supportare quando si tratta della manifestazione di un evidente stato di disagio. Sicuramente la cosa migliore da fare è non metterla nelle condizioni in cui esprime il comportamento, dunque agire in prevenzione.

Se, ad esempio, sappiamo che quando arriva un ospite la nostra compagna agisce in quel modo, iniziamo a creare un set di calma lontano dalla porta d’ingresso in modo da non consentirle di andare lei per prima a fare “gli onori di casa” che evidentemente è una cosa che le crea agitazione se poi accoglie i nostri invitati montandoli.

Attraverso singoli step, ovvero dandole ad esempio prima un masticativo nella sua zona di calma e poi mettendo un cancelletto tra la camera dove si trova e quella in cui poi accoglieremo le persone in modo tale che possa comunque vedere ciò che accade, potremmo avere dei benefici.

Il tutto deve essere fatto però con criterio e nei tempi giusti e valutando il singolo soggetto, quindi in questo articolo stiamo dando delle indicazioni generiche che poi un educatore o un istruttore sapranno dirvi se vanno bene al caso vostro.

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Martina Campanile
Istruttrice cinofila
Sono istruttrice e riabilitatrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico, mi occupo di mediare nella relazione tra cane e umano: sin da piccola è un tema che mi ha affascinato e appassionato. Sono in continuo aggiornamento e penso che non si smetta mai di imparare, come mi insegna ogni giorno Zero, un meticcio sardo che è il mio compagno di vita.
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