Le cicale sono famose per la loro caratteristica di cantare in estate per trovare una compagna. Secondo una nota credenza, però, le cicale adulte trascorrerebbero tutta la loro vita a cantare, senza mai nutrirsi.
Un team di ricercatori, composto da diversi esperti dell'Arid Land Agricultural Research Center del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti, ha voluto però verificare questa affermazione, studiando in particolare le cicale periodiche del genere Magicicada. Per James Hepler, principale autore della ricerca, la credenza che gli adulti non mangino mentre sono impegnati nella continua ricerca di compagne da fecondare potrebbe derivare dalla mancanza di un apparato boccale masticatorio evidente. Secondo i risultati dello studio pubblicati sul Journal of Insect Science, però, il non disporre di un apparato boccale evidente non significa però che questi animali non si nutrano.
Esistono d'altronde anche diversi altri insetti che possiedono strutture boccali prive di elementi masticatori, come le zanzare o le farfalle, quindi è assurdo, spiegano gli scienziati, che per così tanto tempo la ricerca sia stata d'accordo con questa antica credenza. Hepler e colleghi hanno così infine deciso di analizzare il contenuto intestinale di ben 75 cicale periodiche raccolte nel corso del 2021, l'ultimo anno in cui questi insetti sono emersi dalla terra dopo tanti anni di sviluppo per diventare adulti.
Andando inoltre a studiare il comportamento di altre specie simili e richiedendo a diversi altri esperti e ai fotografi materiali video con cui poter studiare meglio il comportamento alimentare di questi insetti, il team è riuscito ad avere un'idea abbastanza chiara di come le cicale adulte si nutrono durante la stagione degli amori.
All'interno dei loro intestini, in particolar modo all'altezza della piccola cloaca nella punta terminale dell'addome, gli scienziati hanno trovato il DNA di circa 22 tipologie di piante, tra cui il sambuco, il frassino, la quercia, i papaveri e – in alcuni esemplari – addirittura la cannabis. Questo ha portato gli scienziati a credere che le cicale si nutrano principalmente della linfa delle piante, estraendola tramite un apparato boccale simile ad un ago, che un tempo veniva creduto troppo poco resistente per bucare le superfici vegetali.
Le foto fornite da diversi esperti e fotografi hanno inoltre permesso anche di osservare "l'ago" delle cicale in funzione, mentre succhia via un po' di linfa dalle foglie o persino dagli steli delle piante identificate dall'analisi del contenuto intestinale effettuato da Hepler.
«Questi risultati sono straordinari – ha commentato l'entomologo – Per millenni abbiamo creduto che questi insetti si lasciassero praticamente morire di fame, per adempiere al loro scopo riproduttivo, invece avevamo la verità a portata di mano da secoli, ma nessuno è sembrato intenzionato ad approfondire questo argomento». Con questa affermazione Hepler si sta riferendo, ovviamente, all'occasione mancata dagli entomologi di studiare adeguatamente le cicale nel loro habitat o anche all'interno dei laboratori, visto che per lui risulta assurdo che abbiamo dovuto aspettare il 2023 per screditare definitivamente una vecchia credenza.
Per quanto consideri la sua scoperta importante, Hepler è ora interessato invece ai tempi impiegati dagli adulti per nutrirsi. Quindi crede che continuerà a studiare le cicale, passando anche ad altre specie, per comprendere quante volte si nutrono e quali sono gli effetti delle sue punture sulle piante. «Una singola cicala sembra avere ovviamente un impatto relativamente basso – chiarisce Hepler. – Ma quando centinaia di migliaia di esemplari escono dalla terra, emergendo contemporaneamente, il rischio potenziale di una perdita d’acqua per le piante potrebbe diventare piuttosto significativo. Per questo dobbiamo approfondire».
Questo studio, infine, dimostra – sempre secondo il ricercatore – la valenza scientifica del lavoro dei fotografi e dei documentaristi per la ricerca naturalistica. Senza di loro infatti oggi non ci sarebbero molte prove che le cicale periodiche riescono a nutrirsi e bisognerebbe attendere ancora più di 11 anni per osservare una nuova emersione degli adulti.