Avere degli amici può portare a numerosi benefici: avere una spalla su cui piangere, un aiuto nel momento del bisogno e cooperare in diversi contesti, ma bisogna anche saperli scegliere. Spesso le nostre preferenze sociali sono orientate verso alcuni fattori che consideriamo importanti al fine di stringere un legame come l'età, il sesso, la personalità o la familiarità.
La nostra specie non è l'unica però a scegliere con chi passare il proprio tempo: lo fanno ad esempio anche i babbuini neri (Papio hamadryas ursinus) e i cavalli (Equus ferus caballus) e ne ricavano numerosi vantaggi. È stato infatti dimostrato che gli individui che formano le associazioni più forti e stabili sono anche quelli che si riproducono con più successo risultando anche i più longevi. Ma come scelgono gli animali i loro partner in crime? I mufloni (Ovis gmelini) ad esempio preferiscono quelli che hanno un'età simile, mentre le scimmie del genere Sapajus si basano sulla personalità dell'altro. Le giraffe (Giraffa camelopardalis) invece, come molte altre specie, preferiscono i propri parenti. Nonostante la forte complessità sociale, ancora poco si sa invece delle preferenze di amicizia nei ratti (Rattus norvegicus) dello stesso sesso. Uno studio recentemente pubblicato su Scientific Reports dimostra per la prima volta che i maschi di ratti si associano in maniera differenziale nel gruppo, ossia mostrano delle preferenze di amicizia.
Lo studio su 27 ratti maschi
I ricercatori dell'Università di Portsmouth e Lincoln del Regno Unito hanno videoregistrato i comportamenti di 27 ratti maschi Fancy, ossia quelli domestici, posti in quattro gruppi diversi per un periodo di tre mesi. Sono state effettuate 30 registrazioni per gruppo, portando a un totale di 120 sessioni di osservazione di 30 minuti ciascuna. Da ciascun video sono stati estratti i dati riguardanti la prossimità o il contatto fisico tra gli individui, che sono stati calcolati ogni due minuti di registrazione. Inoltre, sono state anche appuntate le interazioni agonistiche tra gli individui per valutare le relazioni di dominanza. Successivamente i ricercatori hanno effettuato le analisi statistiche per capire le interazioni sociali preferenziali degli individui e la costanza nel tempo.
I maschi dedicano il loro tempo ad alcuni individui, ma non a tutti
I ricercatori hanno scoperto che i maschi, se vivono in gruppi dello stesso sesso, formano associazioni preferenziali con alcuni individui del gruppo. In poche parole, dedicano il loro tempo solo a alcuni individui e non in maniera casuale. Tuttavia, suggeriscono i ricercatori, non è ancora chiaro se i ratti mostrino una preferenza verso particolari individui o semplicemente ne evitano altri. Inoltre, le associazioni che i ratti maschi formavano non erano influenzate dalla posizione di rango degli individui, come avviene invece nelle iene maculate (Crocuta crocuta), e ulteriori studi potranno fare luce su cosa guida la scelta dell'amico. I ratti riescono ad esempio a riconoscere i propri parenti e quindi potrebbe essere proprio loro i prescelti per formare un'amicizia. O ancora potrebbero preferire i ratti dello stesso ceppo: è stato infatti già dimostrato in questa specie che i ratti aiutano preferenzialmente un individuo dello stesso ceppo (ingroup) rispetto a uno sconosciuto di un ceppo diverso (outgroup), mostrando così le basi del pregiudizio sociale.
Infine da questo studio è emerso un altro dato interessante: le associazioni formate dai ratti sono stabili nel tempo, mostrando quindi una coerenza nella scelta degli amici. I risultati di questa ricerca potranno essere molto utili per il benessere degli esemplari in cattività: far sì che gli individui vivano in ambienti sociali adeguati che permettano loro di esercitare la scelta del partner potrebbe avere un impatto positivo sul loro benessere.