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20 Gennaio 2023
11:24

Anche i delfini finiscono in guerra: mattanza di cetacei nel Mar Nero per mano russa

A causare questa immensa catastrofe della fauna marina della zona, sarebbe una serie di fattori tra cui le bombe di profondità, le mine, gli idrocarburi, i sonar potentissimi dei sottomarini russi che fanno perdere l’orientamento ai cetacei.

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Fino a non molto tempo fa questo mare era la loro casa. Ma a partire dal febbraio 2022, con l’aggressione della Russia all'Ucraina tutto è cambiato: la dimora sicura si è trasformata in una tomba.

Il contingente di navi militari dispiegato da Putin a presidio della zona sta causando secondo l'inchiesta della BBC intitolata "Così la guerra in Ucraina sta facendo sparire i mammiferi marini" «una delle più grandi mattanze del decennio».

E così in guerra ci finiscono anche i delfini, dei quali aumenta sempre di più il numero di esemplari uccisi o feriti dalle forze militare del Cremlino. A scoprirlo e a denunciarlo lo scorso 8 dicembre il biologo Ivan Rusev, ricercatore capo del Tuzly Estuaries National Nature Park, un’area marina protetta al confine con la Moldavia, sulla cui costa era stato rinvenuto un numero eccessivo di delfini e focene morti.

Per essere precisi, l’allarme era già stato lanciato a luglio ed era arrivato agli onori della cronaca grazie alla condivisione di un video che mostrava quello che stava succedendo da parte del presidente Volodymyr Zelensky.

Il numero finale di vittime, secondo la BBC, che ha chiesto la collaborazione degli altri Paesi affacciati sul mar Nero, si aggirerebbe sulle 2500 ma su questo numero non concorda Rusev che in un video pubblicato su Radio Free Europe/Radio Liberty afferma che il numero di delfini spiaggiati lungo i litorali del Ponto Eusino, potrebbero essere almeno 50 mila.

A causare questa immensa catastrofe della fauna marina della zona, sarebbe una serie di fattori tra cui le bombe di profondità, le mine, gli idrocarburi, i sonar potentissimi dei sottomarini russi che fanno perdere l’orientamento ai cetacei.

«Questi dispositivi mandano in tilt il loro sistema acustico – spiega Rusev ai cronisti della BBC – E in quelle condizioni il delfino non può in alcun modo navigare da solo e la maggior parte delle volte va a sbattere contro le imbarcazioni dell’uomo».

Zelensky sta valutando un decreto per ampliare l'estensione del Tuzly Estuaries destinando più fondi alla sua valorizzazione, e nel frattempo migliaia di ambientalisti ucraini intendono portare la Russia in tribunale per rispondere delle barbarie commesse.

Nel 2019, si stimava che tra queste acque vivessero 250 mila esemplari di cetacei e il Mar Nero, oggi assediato, costituiva un buon esempio di biologia della conservazione.

Dal 1966, oltretutto, con l'obiettivo di consentire il ripopolamento delle tre specie principali, il delfino comune, la focena comune e il delfino afalina, l’URSS aveva assunto l’impegno di vietare la caccia ai cetacei. Il tentativo, però, di soggiogare l’Ucraina avrebbe, tuttavia, messo in soffitta ogni sforzo per la tutela del Pianeta.

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Simona Sirianni
Giornalista
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