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15 Gennaio 2022
18:00

Anche gli uccelli hanno i loro antichissimi dialetti

Alcune specie di uccelli africani del genere Cinnyris di popolazioni isolate hanno evoluto dialetti rimasti sorprendentemente immutati per centinaia di migliaia di anni.

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Alcuni uccelli cantano le stesse melodie per centinaia di migliaia di anni, tramandando determinate sequenze musicali di generazione in generazione. Questo processo di apprendimento per imitazione non è tuttavia esente da errori che portano a lenti ma inevitabili cambiamenti nel tempo, proprio come capita ai linguaggi umani, alla base della nascita di dialetti e varianti locali. Pensate che alcuni uccelli iniziano ad apprendere i canti della propria specie fin da prima della schiusa. L'esistenza di dialetti locali è stata ampiamente dimostrata anche in cetacei come balene, delfini ed orche, e addirittura in roditori come i ratti-talpa del Corno d'Africa.

In alcune specie però pare che tali dialetti siano molto più antichi e stabili di quanto ci si attendesse. È quello che è emerso da una recente ricerca condotta da biologi dell'Università della California, Berkeley e della Missouri State University di Springfield, che ha analizzato sei diversi lignaggi di nettarinia orientale dal doppio collare che abitano montagne isolate dell'Africa orientale, le cosidette isole del cielo. Le nettarinie sono piccoli e coloratissimi passeriformi del Vecchio Mondo simili ai colibrì americani, appartenenti al genere Cinnyris. Sono state attualmente identificate ben 56 specie diverse. In inglese sono conosciute come double-collar sunbirds perché la frangia delle piume intorno al collo di solito include piume di colore contrastante.

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Le popolazioni di nettarinie orientali delle diverse cime sono rimaste isolate l'una dall'altra per centinaia di migliaia di anni, rimanendo tuttavia molto simili tra di loro, sia nei tratti morfologici come la colorazione del piumaggio, sia nei canti espressi. In alcuni casi tale somiglianza riguarda addirittura specie diverse.

Un comportamento molto insolito. Il canto degli uccelli non è un'esibizione artistica utile solo ad impressionare il gentil sesso: i diversi canti ricadono nella sfera dei meccanismi di riconoscimento dei propri simili, una sorta di barriera comportamentale per evitare inutili e sterili incroci, e relativi dispendi energetici, con femmine di diverse specie.

La natura sorprendentemente statica dei loro canti potrebbe essere dovuta alla mancanza di cambiamento negli ambienti di vita di questi uccelli. Gli habitat tropicali, ed in particolare le cime montane della fascia equatoriale, le cosiddette isole del cielo, sono infatti luoghi dalle condizioni molto stabili, a differenza ad esempio degli habitat degli uccelli dell'emisfero boreale. Questi hanno incontrato ripetutamente condizioni ambientali mutevoli, come avanzamenti e retrocessioni dei ghiacciai dei periodi glaciali ed interglaciali nelle ultime decine di migliaia di anni.

Per verificare le loro ipotesi i ricercatori hanno visitato quindici delle isole del cielo dell'Africa orientale, dal monte Kenya al monte Kilimangiaro in Tanzania a sud attraverso il Malawi fino al Mozambico, tra il 2007 e il 2011 e registrando le canzoni di 123 singoli uccelli di sei diversi lignaggi di Cinnirys orientali appartenenti a 5 differenti specie.

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Provate anche voi a sentire i loro canti: C. moreaui della regione del Selebu, C. fuelleborni del Kihulula, C. loveridgei, due popolazioni di C. mediocris del Kenya e del monte Kilimanjaro e C. usambarica del Mazumbai.

I ricercatori hanno sviluppato una tecnica statistica per distinguere tra cambiamento graduale e esplosioni di cambiamento rapido correlando il canto degli uccelli alle differenze nelle sequenze genetiche e hanno scoperto che le differenze di canto non sembravano correlate con quanto tempo le singole popolazioni erano state separate, come stimato dalle differenze genetiche nel loro DNA. Due popolazioni di specie a lungo separate avevano canti quasi identici, mentre altre due specie dall'aspetto simile che sono state separate per molto meno tempo avevano invece canti ampiamente divergenti.

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Sonogrammi (a destra) dei richiami rappresentativi dei sei lignaggi degli uccelli solari dal doppio colletto orientali.

Questi lignaggi sono stati inseriti in un albero genealogico, che indica una prima grande divergenza nel canto più di 2,7 milioni di anni fa. Nonostante sembrino quasi identici, questi lignaggi rappresentano cinque e forse sei specie distinte.

Sulla base di questo studio, i biologi sostengono che caratteristiche come il canto appreso e il piumaggio non vanno inevitabilmente alla deriva in popolazioni isolate, ma che si evolvono in impulsi, scanditi da lunghi periodi, forse centinaia di migliaia di anni, di piccoli cambiamenti. I ricercatori stanno continuando la loro ricerca in Africa orientale per determinare cosa spinge effettivamente alcuni uccelli ad alterare i loro canti, ma non altri.

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