Il gioco è sempre stato considerato un comportamento complesso esclusivo degli animali un tempo etichettati come "superiori", come per esempio mammiferi e uccelli. Ma gli studi nel campo dell'etologia stanno facendo emergere sempre più evidenze anche in quei gruppi in cui un tempo sarebbe stato impensabile poter assistere a individui che giocano per puro divertimento, come rettili, pesci e persino invertebrati.
Secondo un nuovo studio recentemente pubblicato su Animal Behaviour, infatti, anche i bombi possono giocare come farebbe un cane o un bambino, una conclusione che potrebbe ribaltare completamente la percezione che abbiamo degli insetti e che riaccende il dibattito sulle emozioni e la coscienza negli invertebrati.
Per scoprirlo, i ricercatori hanno studiato il comportamento in ambiente controllato di 45 bombi (Bombus terrestris), tra gli imenotteri impollinatori più comuni anche in Italia. Agli insetti è stata data la possibilità di scegliere liberamente e senza alcun tipo di addestramento, se raggiungere una camera con un premio in cibo oppure un'altra dove c'erano delle piccole palline di legno colorate. Spesso e volentieri, i bombi sceglievano proprio di andare verso le palline, giocando e facendole rotolare da una fino a ben 117 volte a individuo.
Ma per poter dimostrare che si trattava proprio di gioco fine a se stesso e non di un comportamento mal interpretato o condizionato da altri fattori, gli autori hanno ripetuto l'esperimento dando ai bombi la possibilità di scegliere nuovamente tra le due camere, ma questa volta senza le palline. Entrambe le stanze avevano pareti colorate, in questo modo gli insetti potevano associare il colore all'esperienza vissuta precedentemente in quella stanza. Anche in questo caso e senza alcun tipo di condizionamento, gli insetti hanno scelto nuovamente la camera dove avevano giocato con le palline di legno.
Far rotolare una pallina non dà ai bombi alcun tipo vantaggio immediato in cibo, nella sopravvivenza o nell'accoppiamento, per cui se gli insetti sceglievano di tornarci è perché in quella stanza avevano vissuto un'esperienza positiva e gratificante. E quale può essere la gratificazione nel ripetere un comportamento senza alcun tipo di ritorno se non il puro divertimento? Tutti i test e le analisi dei ricercatori soddisfano i criteri sperimentali utilizzati comunemente per studiare e definire il gioco e vanno perciò in un'unica direzione: i bombi giocano e si divertono anche.
Tra l'altro, proprio come accade nei mammiferi, gli studiosi hanno anche notato delle differenze sostanziali tra i vari individuali. I bombi giovani giocavano di più e facevano rotolare più spesso le palline rispetto a quelli anziani, così come accadeva per i maschi rispetto alle femmine. È la prima volta in assoluto che viene dimostrata l'esistenza del gioco negli insetti, da sempre considerati animali dalle scarse o nulle capacità cognitive ed emotive, lontane anni luce da quelle di noi mammiferi.
Ma un bombo che sceglie liberamente di far rotolare una pallina ancora e ancora, secondo gli autori dimostra chiaramente che in grado di provare una stato emotivo e un alto livello di senzienza nonostante le piccole dimensioni e un cervello minuscolo. Gli insetti sono quindi molto più che semplici macchine stimolo-risposto, robot programmati esclusivamente per adempiere ai più basilari istinti legati alla sopravvivenza e alla riproduzione.
Questo tipo studi, insieme a quelli che dimostrano che anche gli insetti provano dolore, si aggiungono a una quantità sempre più crescente di prove che spingono verso una completa rivalutazione del mondo in cui consideriamo gli insetti e gli altri invertebrati. Tutto ciò avrà necessariamente implicazioni anche etiche nel modo in cui ci relazioniamo a questi piccoli animali, partendo dalla ricerca scientifica e dalla sperimentazione, fino ad arrivare alla loro tutela sia come specie che come individui senzienti.
Il dibattito sulla senzienza negli insetti è perciò più vivo che mai, e comprendere che anche questi piccoli animali possono in un certo senso provare stati emotivi paragonabili a quelli di noi mammiferi, potrebbe contribuire a proteggerli in maniera più efficace anche da tutte quelle minacce che stanno mettendo letteralmente facendo sparire dal pianeta gli impollinatori e gli altri insetti.