Dieci anni dalla morte di Amy Winehouse. Era il 23 luglio del 2011 quando un avvelenamento da alcol – questa la versione ufficiale – uccideva una delle voci più belle della sua generazione, una cantautrice che del dolore che portava dentro aveva fatto un’arte. E nel giorno del decimo anniversario, in cui la Bbc ha diffuso un nuovo documentario che racconta la sua figura tramite le parole dei genitori, emergono sempre più dettagli sulla vita di un’artista così tormentata, e lati meno conosciuti.
Frank e la storia del Terrier in copertina
Un esempio è il rapporto che la Winehouse aveva con gli animali. In molti ricordano la cover di “Frank”, album di debutto della cantante, in cui è stata immortalata mentre tiene al guinzaglio in piccolo Scottish Terrier nero, che in realtà non era il suo.
Come spiegato a Crack Magazine dal fotografo che scattò la foto, la Winehouse era in cerca di ispirazione per la cover dell’album a Spitafields quando vide un uomo portare a passeggio due Scottish Terrier: ne rimase talmente incantata che gli chiese di poterne “prendere in prestito” uno per una foto, e da lì nacque la copertina del suo primo album, surclassato poi dal successo di “Back To Black”.
Degli animali domestici di Winehouse, in realtà, a oggi si sa ancora poco. Ciò che si sa è che è stata più volte immortalata a passeggio con un cane di cui non è nota la razza – sembrerebbe un meticcio, dai pochi scatti rubati – e che aveva una passione e un rapporto molto complicato con i gatti.
Amy Winehouse e i gatti
Stando alle cronache del 2010, un anno prima di morire la cantante, allora 27enne, aveva nella sua casa di Camden ben 11 gatti che – come riportato da diverse testate britanniche – fu costretta a dare in affidamento perché diventati “ingestibili”. Probabilmente Winehouse ai tempi sperimentava già difficoltà a tenere sotto controllo determinati aspetti della sua vita, complice l'alcol e la droga, e poco prima di volare in Jamaica per registrare il suo nuovo album pare che avesse deciso di dare due dei suoi gatti alla figlioccia Dionne Bromfield, chiamando poi un rifugio perché prendesse in consegna gli altri.
«Amy era sconvolta, perché li amava moltissimo – disse ai tempi una fonte al Sun – ma si vide costretta a darli via. Si arrampicavano dappertutto, si riproducevano senza controllo e non riusciva più a gestirli».
La canarina Ava
Un’altra passione della cantante erano poi gli uccellini. Stando a un articolo pubblicato dal Globe and Mail, la cantante scrisse “October Song” in memoria di Ava, una canarina che aveva da bambina. Il nome era un omaggio all’attrice Ava Gardner, e la morte dell’uccellino, suo fedele compagno, le spezzò il cuore: «Fu un periodo difficile – disse in seguito – ma riuscii a tirare fuori una bella canzone».