La tutela giuridica degli animali, o per meglio dire del sentimento dell’uomo verso gli animali, e la crescente sensibilità sociale verso la protezione animale hanno mosso coscienze e chiamato all’ordine i trasgressori. L’amputazione della coda (caudectomia) e delle orecchie (conchectomia) nel cane, che rientrano giuridicamente nella fattispecie del maltrattamento animale, sono pratiche meno frequenti rispetto al passato ma non ancora estinte.
A dimostrarlo vi sono numerose sentenze che si sono susseguite negli anni a partire dal divieto normativo. Certificati medici falsificati a firma di veterinari ignari o falsi ad opera di veterinari consenzienti sono lo strumento utilizzato dai trasgressori. Così, dichiarare un’amputazione curativa per lesioni alla coda o alle orecchie diviene lo strumento per provare ad aggirare la legge.
Perché viene tagliata la coda ai cani?
Queste amputazioni oltre a essere state finalmente riconosciute come maltrattamento animale sono considerate socialmente anacronistiche. Nell’era in cui la cinofilia a stento prova ad alleggerire gli standard di razza che mettono a rischio la salute e il benessere animale e nell’era in cui la sensibilità delle persone mira ad una sana convivenza più che ai meri canoni estetici, queste pratiche non trovano ormai più giustificazione.
Ma entriamo nel dettaglio della caudotomia. Le motivazioni che nel tempo hanno voluto giustificare questa pratica sfoggiavano una parvenza protezionista per il cane. Uno dei fini era quindi quello di evitare lesioni alla coda dei cani durante le battute di caccia. La stessa motivazione voleva giustificare la pratica nei cani da pastore per evitare sia attacchi alla zona da parte di lupi ma anche da parte di piccoli roditori delle stalle come i topi. Anche per i cani da combattimento, per cui la coda era vista come la parte più esposta del corpo che avrebbe permesso all’animale avversario di trattenerlo da questa estremità, la caudotomia aveva una motivazione preventiva.
Con il tempo la caudotomia è diventata una pratica adatta a rendere il cane versatile e adatto per diverse pratiche al di là della razza. Un esempio può essere il Boxer, buon guardiano di stalle e greggi ma anche buon combattente.
Le motivazioni storiche, davvero molto antiche, si sono poi nei secoli trasformate in vezzo estetico. Non si è più trattato quindi di rendere il cane più “adatto” a svolgere un compito, ma piuttosto di farlo rientrare in un canone estetico. Prima che queste mutilazioni divenissero illegali, gli standard di alcune razze richiedevo espressamente la caudotomia e la conchectomia. Così un cane per essere bello, apparire possente e rappresentare prestigiosamente la razza doveva essere mutilato. Inevitabilmente il ruolo delle gare e delle expo, che non solo li ammetteva ma li preferiva, è stato storicamente importante, facendo assumere a questi individui un valore (economico) rilevante.
Quali i rischi per i cani?
A volte dimentichiamo, o ignoriamo, che la coda è la parte terminale della colonna vertebrale degli animali. È formata da vertebre, chiamate vertebre caudali, e da altri tessuti connettivi, vascolari e nervosi, e nel cane ha diversi compiti, tutti estremamente utili.
Questa estremità è un elemento importante per l'equilibrio dell’individuo. Quando il cane corre, gira e fa alcuni movimenti la coda ha una funzione stabilizzatrice, come se fosse il suo timone. Alcune razze la usano anche come strumento vantaggioso durante il nuoto.
La coda e le orecchie sono inoltre essenziali per la comunicazione del cane. La posizione e il movimento della coda trasmettono informazioni sociali importantissime. Sicuramente siamo tutti in grado di definire se un cane prova paura dalla coda posizionata tra le gambe, o se un cane è allerta dalla coda alta eretta, o se un cane è felice per un certo modo di scodinzolare (anche se non sempre lo scodinzolio è segno di allegria). A questa generica distinzione si sommano poi tantissime sfaccettature, che forse non tutti noi umani siamo in grado di riconoscere, mentre tutti i cani lo sono. Perché dobbiamo quindi togliere loro la possibilità di esprimere emozioni e stati d’animo?
Recenti ricerche scientifiche sono arrivate addirittura a spiegarci come il movimento della coda descriva che il cane ha sviluppato una lateralizzazione del cervello simile alla nostra. In poche parole, anche le risposte emozionali che vengono gestite dagli emisferi (sinistro e destro) in base alla loro valenza (positiva o negativa) si riflettono nelle asimmetrie comportamentali, in questo caso nel movimento della coda. Infatti, quando un cane si trova di fronte ad uno stimolo con una valenza positiva come ad esempio il suo amico umano, la coda si muove maggiormente verso destra, mentre in presenza di uno stimolo negativo la coda si muove maggiormente verso sinistra.
Notiamo quindi l’importanza assoluta e la complessità del significato di questa parte del corpo, evidentemente da noi sottostimata. Qualsiasi amputazione compromette quindi il normale sviluppo, il comportamento e la comunicazione dell’animale. Oltre ai danni indirettamente generati: la stessa pratica dell’amputazione può causare problemi, sia intraoperatori che postoperatori.
Trattandosi di un intervento chirurgico, l’amputazione avviene in anestesia che rappresenta un rischio per sè. Nonostante le pratiche anestesiologiche siano sempre più avanzate, il rischio non è mai uguale a zero, specialmente se consideriamo che un veterinario, o chiunque a lui si sostituisca, disposto a mutilare un animale e compiere un crimine, potrebbe non lavorare nelle migliori condizioni cliniche, facendo sì che il rischio aumenti.
Oltre al rischio anestesiologico, esiste il rischio che la ferita si infetti, con conseguenze che possono essere più o meno gravi, generando la possibilità di dover sottoporre nuovamente l’animale ad un intervento o addirittura causandone la morte, come per esempio in caso di setticemia (infezione del sangue generata da una ferita aperta).
Come nel caso della conchectomia, l’animale può anche generare ipersensibilità al tatto nella zona o dolore fantasma post-amputazione.
Queste amputazioni sono proibite trattandosi di un intervento estremamente doloroso e traumatico per l'animale, oltre ad essere non necessario se non in casi specifici (e rari) come la frattura della coda, la rimozione di un tumore o in caso di lesioni gravi di origine traumatica.
Come vedremo più avanti, vi sono delle specifiche deroghe che consentono l’amputazione della coda in determinate razze e in determinate condizioni. In questo caso l'amputazione della coda viene in genere eseguita durante i primi cinque giorni di vita, ma nonostante ciò e nonostante l’anestetico locale, il cane avverte molto dolore.
La normativa sulla caudectomia tra divieti ed eccezioni
Con la ratifica della Convenzione Europea per la Protezione degli Animali da Compagnia, in vigore dal 1 novembre 2011, la disciplina degli interventi chirurgici non terapeutici è diventata Legge dello Stato italiano. Secondo quanto riportato dalla Legge 201/2010, la caudotomia nel cane, come la conchectomia, sono pratiche illegali.
I divieti sono previsti per tutti gli interventi aventi fini estetici, compresi gli interventi morfologici per adeguamento a standard di razza. In particolare, sono vietati:
- il taglio della coda;
- il taglio delle orecchie;
- la recisione delle corde vocali;
- l’asportazione delle unghie e dei denti.
Chi viola tale divieto infrange l’articolo 544 ter del Codice penale e rischia la multa fino a 30.000 euro alla in reclusione fino a 18 mesi.
Nel nostro Paese esistono però delle eccezioni. La Fnovi (Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani) precisa che, sulla base del parere fornito dal Consiglio Superiore di Sanità, in queste eccezioni rientra solo la caudotomia neonatale preventiva, ovvero l’amputazione della coda da eseguirsi esclusivamente a cura di un medico veterinario, nella prima settimana di vita, in sedazione e con anestesia locale, in alcune razze di cani da ferma, riporto e cerca, suscettibili di essere esposte a problemi sanitari in età adulta a causa di attività di lavoro sportivo-venatorie svolte in condizioni ambientali particolari, come zone con fitta vegetazione e che comportano un elevato impegno motorio, esponendo così l’animale a maggiori rischi di fratture e lacerazioni difficilmente curabili con trattamenti conservativi.
Le razze cui fa riferimento questa eccezione sono:
- Bracco ungherese a pelo corto;
- Cane da ferma tedesco a pelo duro;
- Cane da ferma tedesco a pelo corto;
- Bracco francese tipo gascogne;
- Bracco francese tipo pirenei;
- Bracco italiano;
- Epagneul breton;
- Griffone a pelo duro;
- Spinone italiano;
- Cocker spaniel
- Springer spaniel.
Il Consiglio Superiore di Sanità ritiene inoltre che il Medico Veterinario che esegua la caudotomia neonatale preventiva dovrà:
- provvedere o verificare che l’animale sia stato correttamente identificato e registrato nella Anagrafe canina territorialmente competente e che appartenga alle razze elencate;
- acquisire il consenso informato scritto del proprietario/detentore/richiedente la prestazione ai sensi degli articoli 32 e 33 del Codice Deontologico del Medico Veterinario;
- acquisire la dichiarazione del proprietario/detentore/richiedente la prestazione circa l’effettivo utilizzo del cane per futura attività sportivo-venatoria;
- produrre un certificato medico-veterinario relativo alla prestazione chirurgica eseguita che dovrà accompagnare sempre la documentazione sanitaria del cane;
- conservare tutta la documentazione.