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12 Gennaio 2023
16:25

Amputavano le orecchie e la coda ai loro Pitbull: 2 condannati a Napoli

Un uomo e una donna sono stati condannati dal Tribunale di Napoli per aver tagliato le orecchie e la coda ai loro Pitbull. L'Enpa invita i cittadini a denunciare in presenza di questi fenomeni illegali, ma ancora molto diffusi.

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cane pitbull

Un uomo e una donna residenti a Napoli sono stati condannati per aver amputato le orecchie e la coda ai loro Pitbull. Lo ha deciso il Tribunale di Napoli che li ha condannati rispettivamente a 1 anno e 4 mesi di reclusione e 9 mesi di reclusione.

I giudici partenopei hanno spiegato che «in concorso tra loro e con altri soggetti allo stato ignoti, per crudeltà e comunque senza necessità, maltrattavano due cani di razza Pitbull privi di microchip, amputando loro o facendo loro amputare da altri la coda ed entrambe le orecchie».

Durante un sopralluogo nel quartiere Pianura, nella periferia occidentale della città, i Carabinieri hanno trovato i due cani soli all'interno di uno stabile. Gli animali avevano sul corpo evidenti segni di maltrattamenti prolungati nel tempo.

Fin dall'avvio del processo l'Enpa si è costituita parte civile attraverso l’avvocata Claudia Ricci e l’avvocato Andrea Ladogana della rete legale di Napoli. «Si tratta di una sentenza importante perché purtroppo – afferma Ricci, avvocato Enpa – è raro che si riesca ad ottenere l’individuazione di questo tipo di reato, difficilmente questi soggetti vanno a processo e ancor più di rado gli imputati vengono condannati. Ricordiamo poi che questa pratica se a fini non curativi, è vietata dalla Convenzione europea per la protezione degli animali da Compagnia di Strasburgo del 13 novembre 1987, ratificata dall’Italia con la legge n. 201/2010. Le mutilazioni di coda e orecchie sono maltrattamenti puniti dall’art. 544 ter del codice penale, che prevede fino a 18 mesi di reclusione ed una multa fino a 30 mila euro. Tali interventi chirurgici, quando non necessari per motivi di salute, sono invasivi ed inutilmente dolorosi e privano il cane delle loro naturali possibilità comunicative».

Tagliare le orecchie al cane è infatti una pratica illegale in Italia. Senza una motivazione medico-curativa l’amputazione è considerata una mutilazione di organi funzionali e, nel panorama giuridico italiano, è classificata come maltrattamento animale, quindi punibile penalmente, come accaduto alla coppia di Napoli. Nonostante ciò si tratta di un fenomeno ancora diffuso, soprattutto per alcune razze come ad esempio i Pitbull.

Questa razza si trova infatti spesso al centro delle attenzioni poco sane da parte di persone interessate solo alla loro estetica e non alla loro personalità. Dei pregiudizi che gravano sui Pitbull hanno parlato in un video la veterinaria Elena Garoni e l'istruttore cinofilo Luca Spennacchio, entrambi membri del Comitato scientifico di Kodami.

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«Per i cani tagliare orecchie e coda e come se a noi cucissero bocca e orecchie, non permettendoci di esprimerci e parlare», spiega Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa. Per l'associazione si tratta di «una sentenza molto importante che nasce dalla professionalità e dalla sensibilità dei Carabinieri di Napoli Pianura che mentre stavano effettuando dei controlli su abusi edilizi e su altri tipi di reati, si sono resi conto della presenza dei due cani con le orecchie e la coda amputata e non si sono girati dall’altra parte».

Rocchi ha infine invitato i cittadini a fare attivamente la propria parte quando entrano in contatto con simili realtà: «Ricordiamo che purtroppo la pratica illegale della conchectomia (taglio delle orecchie) e caudotomia (taglio della coda), sono ancora molto diffuse in tutta Italia, in particolare nell’ambiente delle fiere e delle esposizioni canine. Bene quindi sentenze come queste! Denunciate! Denunciate sempre!».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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