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8 Agosto 2023
16:31

Ameba mangia-cervello, ragazza di 17 anni muore negli USA

In Georgia una ragazza è morta a causa di una rara infezione da Naegleria fowleri, conosciuta anche come “ameba mangia-cervello”. Secondo le autorità locali, la 17enne ha contratto l'infezione dopo aver fatto il bagno in un lago.

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Megan Ebenroth, una studentessa 17enne della Thomson High School, in Georgia, negli USA, è morta a causa di una rara infezione cerebrale causata da Naegleria fowleri, conosciuta anche come ameba mangia-cervello. Secondo le autorità sanitarie locale, la ragazza è stata probabilmente infettata dopo aver nuotato in un lago in Georgia. Pochi giorni dopo essere stata al lago, infatti, la ragazza ha iniziato a soffrire di forti mal di testa e perdita di equilibrio e dopo essere stata ricoverata e posta in coma farmacologico è purtroppo morta a causa dell'infezione.

Si tratta del sesto caso del genere in Georgia dal 1962 ma non è la prima volta che il microrganismo unicellulare Naegleria fowleri è al centro delle cronache americane. Lo scorso marzo, in Florida, un uomo è morto molto probabilmente per il contatto con acqua di rubinetto infettata mentre nel 2020, invece, l'allarme scattò in Texas e – e sempre in Florida – un 13enne fu infettato e morì dopo aver fatto il bagno in un lago.

L'ameba mangia-cervello in realtà non è una vera e propria ameba, ma un organismo unicellulare appartenente a un altro gruppo. Viene chiamata ameba perché in una delle fasi del suo ciclo vitale ci somiglia molto, poiché emette dei prolungamenti chiamati pseudopodi utilizzati per muoversi e cercare cibo. Fra le diverse forme che può assumere, quella infettiva per l'uomo è la "biflagellata", ovvero lo stadio vitale in cui possiede due piccole "code" costituite da proteine, appunto, i flagelli.

Naegleria fowleri entra in contatto con l'uomo è più o meno sempre allo stesso modo: il protista vive generalmente in acqua dolce a temperature variabili, solitamente in fonti termali tiepide, stagni, fiumi, scarichi di acqua calda provenienti da impianti industriali o centrali elettriche, oppure in piscine e terreni irrorati con troppa acqua.

Una volta incontrato l'ospite, solitamente un bagnante ignaro della sua presenza, la forma infettiva può giungere accidentalmente all'interno delle cavità nasali, penetrando attraverso la mucosa olfattiva per poi risalire lungo le fibre del nervo olfattivo e arrivare al cervello. Una volta lì, grazie alle condizioni ottimali di temperatura e di nutrienti, il microorganismo si moltiplica rapidamente nutrendosi del tessuto nervoso cerebrale e in rare occasioni può causare un'infezione chiamata meningoencefalite amebica primaria (PAM).

sintomi principali includono mal di testa, febbre, nausea, vomito, disorientamento, torcicollo e perdita di equilibrio. Mentre nelle forme più gravi possono presentarsi anche convulsioni e allucinazioni. Normalmente i sintomi appaiono pochi giorni dopo l'infezione del parassita e chi li riscontra dopo aver nuotato in laghi o fiumi caldi o aver usato acqua "non sicura" dovrebbe immediatamente cercare assistenza medica, sottolineano le autorità sanitarie americane.

Sebbene il rischio di infezione rimanga estremamente basso, chi frequente questi luoghi dovrebbe sempre essere consapevole del rischio quando entra in acqua dolce e calda. Per ridurre quindi il rischio di infezione, occorre stare attenti a non aspirare e acqua dal naso e tra le precauzioni raccomandate dal Centers for Disease Control and Prevention troviamo:

  • Evitare di tuffarsi o fare il bagno in specchi d'acqua dolce e calda soprattutto durante l'estate;
  • Tenere il naso chiuso, usare i tappanaso per piscina o tenere la testa fuori dall'acqua;
  • Evitare di immergere la testa sott'acqua nelle sorgenti calde e in acque geotermiche non trattate;
  • Evitare di scavare o smuovere il sedimento in acque dolci calde e poco profonde. È probabile che le amebe vivano nei sedimenti sul fondo di laghi, stagni e fiumi.

Nonostante Naegleria fowleri si trovi in tutto il mondo, in Europa non vengono segnalati casi dal 2006 in Portogallo, mentre l'unico mai documentato in Italia, in un bambino di nove anni, fu confermato 2004. L'infezione da cosiddetta ameba mangia-cervello resta quindi un evento estremamente raro, tuttavia, con un tasso di mortalità superiore al 95%, la meningoencefalite amebica primaria causata da questo parassita rimane una delle malattie infettive più aggressive.

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