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3 Marzo 2023
16:44

Ameba mangia-cervello nell’acqua del rubinetto, un uomo è morto in Florida

In Florida un uomo è morto a causa di una rara infezione da Naegleria fowleri, conosciuta anche come "ameba mangia-cervello". Le autorità avvertono di non utilizzare acqua del rubinetto per i risciacqui dei seni nasali.

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Sulla costa Sud-occidentale della Florida, precisamente nella contea di Charlotte County, un uomo è morto molto probabilmente per il contatto con acqua di rubinetto infettata da Naegleria fowleri, conosciuta anche come ameba mangia-cervello. Ad annunciarlo è stato il Dipartimento della Salute dello Stato, che attraverso un comunicato ha precisato che l'uomo (di cui non sono state rese note le generalità) presentava tracce del parassita assunto «probabilmente in seguito di pratiche di lavaggi nasali con acqua di rubinetto».

A tutti i cittadini, è stato quindi consigliato di utilizzare solo acqua distillata o sterile quando si preparano soluzioni per il risciacquo dei seni nasali. Il decesso risale in realtà a febbraio ed è stato annunciato solo di recente perché le autorità stanno ancora indagando e approfondendo l'accaduto. «È in corso un'indagine epidemiologica per capire le circostanze specifiche dell'infezione», ha commentato Jae Williams del Dipartimento della Salute della Florida.

Non è però la prima volta che il microrganismo unicellulare Naegleria fowleri è al centro delle cronache americane. Nel 2020, per esempio, l'allarme scattò in Texas e anche in quel caso le autorità chiesero di non consumare acqua di rubinetto per un certo periodo. Sempre nel 2020 – e sempre in Florida – un 13enne fu infettato e morì dopo aver fatto il bagno in un lago. E ancora in Florida, nell'estate del 2022, c'era stato un altro caso.

L'ameba mangia-cervello in realtà non è una vera e propria ameba, ma un protista unicellulare appartenente a un altro gruppo. Viene chiamata ameba perché in una delle fasi del suo ciclo vitale somiglia molto al microscopico organismo poiché emette dei prolungamenti chiamati pseudopodi, utili per muoversi e cercare cibo. Fra le diverse forme che può assumere, quella infettiva per l'uomo è la "biflagellata", ovvero lo stadio vitale in cui possiede due piccole "code" costituite da proteine, appunto, i flagelli.

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Il modo in cui il protista entra in contatto con l'uomo è più o meno sempre lo stesso: l'organismo vive generalmente in acqua dolce a temperature variabili, solitamente in fonti termali tiepide, stagni, fiumi, scarichi di acqua calda provenienti da impianti industriali o centrali elettriche, piscine e terreni irrorati con troppa acqua. Una volta incontrato l'ospite, solitamente un bagnante ignaro della sua presenza, la forma infettiva dell'organismo giunge accidentalmente all'interno delle cavità nasali, penetrando attraverso la mucosa olfattiva risalendo lungo le fibre del nervo olfattivo fino ad arrivare al cervello.

Da quel momento Naegleria fowleri, grazie alle condizioni ottimali di temperatura e di nutrienti, si moltiplica rapidamente nutrendosi del tessuto nervoso cerebrale che digerisce secernendo enzimi direttamente su di esso e in rare occasioni può causare un'infezione cerebrale chiamata meningoencefalite amebica primaria (PAM).

I sintomi principali di chi contrae il parassita sono prevalentemente mal di testa, febbre, nausea, vomito, disorientamento, torcicollo e perdita di equilibrio. Nelel forme più gravi, possono presentarsi anche convulsioni e allucinazioni. Normalmente i sintomi appaiono pochi giorni dopo l'infezione del parassita: «Chi li riscontra dopo aver nuotato in laghi o fiumi caldi o aver usato acqua "non sicura" per un risciacquo nasale – avverte il Dipartimento della Salute – dovrebbe immediatamente cercare assistenza medica».

Nonostante questo organismo si trovi in tutto il mondo, in Europa non vengono segnalati casi dal 2006, in Portogallo, mentre l'unico mai segnalato in Italia, in un bambino di nove anni, fu confermato 2004. L'infezione da Naegleria fowleri resta quindi un evento estremamente raro, tuttavia, con un tasso di mortalità superiore al 95%, la la meningoencefalite amebica primaria causata da questo parassita è una delle malattie infettive più aggressive.

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