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11 Luglio 2022
17:12

Ameba mangia-cervello infetta un bagnante negli USA: cos’è e perché è così letale

venerdì 8 luglio un bagnante americano è stato dichiarato infetto dall'Ameba mangia-cervello, un microrganismo che provoca una malattia devastante: la meningoencefalite amebica primaria, che può provocare la morte in poche settimane.

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Naegleria fowleri osservata in microscopio a fluorescenza, foto della dottoressa Govinda Visvesvara tramite Wikimedia Commons

Venerdì 8 luglio il Dipartimento della Salute Pubblica dell'Iowa ha confermato che a infettare un turista in viaggio dal Missouri è stata Naegleria fowleri, la così detta "ameba mangia-cervello". Per questo motivo la spiaggia di Lake of Three Fires State Park, in Iowa negli Stati Uniti, dov'è stata rivelata la presenza del microrganismo, è stata temporaneamente chiusa ai bagnanti.

A parte il nome degno di un film horror, l'infezione e l'ameba di horror non hanno nulla. E' importante, infatti, chiarire alcune cose su questo essere vivente a partire proprio dal nome che trae sicuramente in inganno: Naegleria fowleri non è un'ameba ma un protista.

I protisti sono piccoli animali unicellulari, un regno di organismi proprio come quello di animali, piante e funghi. Questa definizione tassonomica, però, è ritenuta ormai obsoleta e in disuso poiché al suo interno racchiude un'enorme varietà eterogenea di esseri viventi che, spesso, non hanno molto a che fare l'uno con l'altro.

Viene definita ameba perché in una fase del suo ciclo vitale assomiglia proprio al microscopico organismo con citoplasma privo di scheletro che emette dei prolungamenti chiamati pseudopodi utili per muoversi e cercare cibo. Fra le diverse forme che può assumere, quella infettiva per l'uomo è la "biflagellata", ovvero lo stadio vitale in cui possiede due piccole "code" costituite da proteine, appunto, i flagelli.

Dove si trova l'ameba mangia-cervello

I giovani sceneggiatori di film dell'orrore che volessero fare un film su questo protista dovrebbero sapere che vive generalmente sotto forma di ameba in fanghiglie acquose, come pozzanghere e acquitrini. Quando le condizioni ambientali diventano inospitali, per esempio a causa dell'abbassamento della temperatura, si trasforma in una cisti, ovvero una forma più resistente in grado di affrontare anche lunghi periodi di estrema aridità e salinità, fino a quando le condizioni ambientali non migliorano.

Gli habitat acquosi nei quali può trovarsi, però, non sono così limitati. In condizioni ambientali particolarmente estreme per cui anche incistarsi non serve a nulla, Naegleria fowleri si può trasformare nella forma biflagellata e grazie ai suoi flagelli può attivamente ricercare habitat migliori.

Solitamente vive in acqua dolce a temperature variabili, generalmente in fonti termali tiepide, stagni, fiumi, scarichi di acqua calda provenienti da impianti industriali o centrali elettriche, piscine, terreni irrorati con troppa acqua e, raramente, anche in laghi più freddi come il Lake of Three Fires State Park. 

Che cosa fa l'ameba mangia-cervello

A differenza di quanto uno sciatto regista di film horror potrebbe pensare, però, il luogo dove è accaduto lo sfortunato incontro con il turista non sarà il focolaio di una futura apocalisse zombie. Naegleria fowleri non è nota per prendere il controllo dell'ospite che parassita, ma per dare inizio a una infezione devastante: la meningoencefalite amebica primaria (PAM).

Altro che film sugli zombie, la PAM fornisce agli sceneggiatori di film di paura materiale di scrittura sicuramente migliore: basta purtroppo guardare la realtà e in particolare lo svolgimento del processo infettivo. Quando l'acqua con le forme infettive giunge accidentalmente all'interno delle cavità nasali, infatti, queste forme possono penetrare attraverso la mucosa olfattiva seguendo un gradiente di temperatura a loro favorevole e risalire lungo le fibre del nervo olfattivo fino ad arrivare al cervello attraverso i bulbi olfattivi.

Da quel momento in poi Naegleria fowleri, grazie alle condizioni ottimali di temperatura e di nutrienti, si moltiplica molto attivamente e rapidamente, nutrendosi del tessuto nervoso cerebrale che digerisce secernendo degli enzimi direttamente su di esso.

Le lesioni necrotico-emorragiche di questa malattia la rendono letale in più del 90% dei casi. E poi ci sono anche i sintomi: febbre, nausea, vomito, mal di testa, allucinazioni che possono poi sfociare in coma e morte.

Ad oggi non esiste un protocollo terapeutico standard, sebbene alcuni farmaci sembrano avere buon effetto ma sono ancora in fase di sperimentazione. Ricordiamo però che la PAM è una malattia rara dovuta da un ancor più raro protista.

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