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19 Settembre 2022
8:46

Amante degli animali e della caccia: chi era davvero la regina Elisabetta II

Sono almeno due i volti della regina Elisabetta II: amante dei cani, dei cigni, delle api, e allo stesso tempo un'abile cacciatrice.

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regina elisabetta
La regina Elisabetta II con un fucile da guerra L85 nel Surrey, Inghilterra, 1993

Più sono vicini a noi nel tempo più i grandi personaggi della storia e della politica per essere compresi passano attraverso un racconto semplificato ed edulcorato. Lo stesso è avvenuto l'8 settembre 2022 a seguito dell'annuncio della morte di Elisabetta II, celebrata come una grande amante degli animali, ma che in vita fu anche un'abile cacciatrice.

Con i suoi 70 anni di regno, il più lungo della storia britannica, Elisabetta II ha traghettato il suo impero nell'epoca della Brexit, della pandemia da Covid-19, del terrorismo, della digitalizzazione e dei diritti civili.

Impossibile riassumere in poche parole l'operato della regina in un arco temporale costellato da cambiamenti tanto profondi, che ha visto l'avvicendarsi di 15 primi ministri inglesi. Elisabetta II in vita è stata una regina colonialista e, a seguito della sua incoronazione nel 1952, è proprio alla volta dei possedimenti della corona britannica che partì.

Lo stesso può dirsi per quanto riguarda il rapporto con gli animali. Elisabetta si è distinta per il suo interesse nei confronti degli animali, tratto noto all'interno della sua cerchia ristretta e anche nella vita pubblica. Anche se i sovrani britannici sono obbligati a non interferire con la politica, la sovrana durante il suo 67° discorso parlamentare annunciò l'approvazione dell’Animal Welfare Bill, l'atto legislativo con il quale il governo inglese introdusse, tra le altre cose, nuove misure per contrastare il commercio illecito di cuccioli; la riduzione del numero di animali domestici per ogni trasporto consentito; e stabilì il divieto di tenere in casa i primati. Elisabetta II era inoltre nota per il suo grande legame con i cani, in particolare Corgi e Dorgi, dei quali si prendeva cura personalmente.

All'annuncio della sua morte anche la divisione inglese della Peta le ha dedicato un post di commiato: «La Regina Elisabetta II sarà compianta da molti», hanno scritto gli attivisti.

Ma il legame della regina Elisabetta con gli animali non si esaurisce qui. Come abbiamo già osservato analizzando i programmi proposti dai partiti per le imminenti elezioni italiane, anche la politica inglese distingue gli animali d'affezione, considerati meritevoli di tutele, da tutti gli altri. L'amore quindi per i cani e l'incentivarne i diritti non cozza necessariamente con un altro la della regina, meno noto. Esiste un'altra Elisabetta, che l'età ha contribuito a nascondere, la cacciatrice.

La sovrana è stata anche al centro di un'inchiesta del Guardian che ha svelato come nella sua tenuta di Sandringham si praticasse la caccia nei confronti di uccelli appertennti a specie protette. Un'ombra mai confermata dalla giustizia, che non può varcare i cancelli reali, e rispetto al quale la regina non ha mai fornito spiegazioni, ma che non sorprende chi conosce le abitudini dei reali.

La caccia, così come le corse di cavalli, sono un evento sociale importante per la nobiltà britannica e per la stessa Elisabetta II. Non esistono foto della regina Elisabetta con un fucile da caccia in mano, tuttavia un'immagine del Daily Mirror mostra nel 1961 la giovane regina con il marito, il principe Filippo, davanti al corpo di una tigre abbattuta in India. A dispetto di questo e altri trofei di caccia, dal 1981 al al 1996 il principe Filippo ricoprì la carica di presidente del Wwf, che mantenne con il titolo di presidente emerito fino alla morte avvenuta nell'aprile del 2021.

La caccia e il bracconaggio durante i decenni hanno ridotto in maniera considerevole gli individui di questa specie nell'ex colonia britannica. Nell'ultimo secolo le popolazioni di questi grandi carnivori hanno visto un drastico declino, scomparendo dal 93% del loro areale.

Ma non serve andare fino in India per avere testimonianze della passione per la caccia da parte dei reali d'Inghilterra, basta arrivare nella scozzese Balmoral, residenza prediletta della regina e tenuta di caccia. Elisabetta II è morta proprio qui: tra le foreste dove in vita si era cimentata nella caccia al cervo.

La prima volta che uccise uno di questi animali fu all'età di 19 anni, in un rito di passaggio consolidato all'interno della royal family. L'amico di sempre Peter Townsend, in un'intervista a un quotidiano canadese, la descrisse come «un'instancabile camminatrice e un'eccellente tiratrice».

Anche fagiani e galli cedroni rientravano tra gli animali cacciati dalla regina e dai suoi familiari, l'ultimo in ordine di tempo è stato il principino George, portato a Balmoral nel 2017 per la sua prima battuta di caccia quando aveva appena 5 anni. Durante il rito di passaggio è stato accompagnato dalla madre e dalla nonna.

Sono questi i volti complementari della sovrana a cavallo tra il Novecento e gli anni Duemila: amante dei cani, dei cigni, delle api, e allo stesso tempo un'abile cacciatrice.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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