Blanco che distrugge vasi colmi di rose sul palco del Festival di Sanremo è già l'immagine simbolo di questa 73esima edizione del Festival di Sanremo. Il motivo per cui l'ha fatto, secondo quanto ha dichiarato il cantante subito dopo la singolare esibizione, sarebbe stato un problema tecnico all'audio che gli avrebbe impedito di cantare.
Con la sua inattesa performance Blanco ha fatto dimenticare il monologo con la lettera a se stessa di Chiara Ferragni e pure la febbre del Fantasanremo. Quello che è avvenuto sul palco è già diventato oggetto dell'ironia della Rete, scalzando tra i trend in topic su Twitter sia il monologo dell'influencer che qualsiasi altra performance.
Nel giro di poche ore un gran numero di meme ha iniziato a inondare chat e social. Uno tsunami che si prepara a superare anche quello provocato dall'esibizione di Bugo e Morgan nell'edizione del 2020. Tra i tanti, c'è anche quello diffuso dalla nota pagina satirica Pastorizia Never Dies in cui il volto del cantante è stato sostituito con la testa di un cane colto sul fatto dopo aver distrutto casa: una situazione che capita a moltissime famiglie con animali.
In realtà, al di là dell'ironia, sappiamo bene che i cani non fanno i dispetti, e che dietro a simili gesti si nascondono spesso disagi che non possono essere espressi in altro modo. Un po' come quando non ti funziona il microfono sul palco di Sanremo e invece di fermare tutto e segnalare il problema scegli di distruggere la scenografia.
Per molti però quello che è successo a Blanco non è il risultato di uno scatto d'ira per l'imprevisto tecnico ma una trovata pubblicitaria per promuovere il suo nuovo singolo in uscita, chiamato proprio "L'isola delle rose".
Nel video ufficiale pubblicato su YouTube si vede infatti Blanco tornare a casa reduce da una battaglia e spogliarsi dell'armatura fino a restare in mutande sulla soglia di casa. Ad attenderlo trova una stanza invasa di rose rosse come il sangue e un cane blu, una tonalità molto cara al cantante che nel 2021 raggiunse il grande pubblico grazie al singolo "Blu celeste".
La presenza di un cane il cui colore innaturale del mantello è derivato da un colorante e non da un sapiente lavoro di post produzione indica però che il vero problema di Blanco non è con le rose, ma con i cani. Oggi, con le tecnologie a disposizione, c'è ancora bisogno di usare un colorante su un animale impiegato sul set?
Per il suo video il cantante 20enne sembra aver ceduto all'artistic grooming, l’assurda moda di dipingere i cani. Una pratica che può risultare dannosa per molti animali. Come aveva spiegato la veterinaria e membro del comitato scientifico di Kodami Federica Pirrone parlando di questo trend, infatti, l’olfatto è uno dei sensi più sviluppati e sensibili dei cani e nel caso di coloranti o vernici «entra in gioco l'odore che emanano questi soggetti dipinti che non è assolutamente naturale – spiega l'esperta – Il cane sottoposto a questa pratica lo percepisce e non sono convinta che gli piaccia. E comunque lo percepiscono anche gli altri cani, il ché si inserisce nel discorso precedente, ossia l'alterazione delle dinamiche comunicative e relazionali».
Nel video, Blanco con la sua armatura medievale racconta la storia di una guerra di cui all'esterno delle mura di casa non c'è traccia. Si tratta di una battaglia interiore che avviene in una dimensione onirica e interiore, e la presenza del cane blu ha proprio la funzione di sottolineare il non-reale.
Il blu però nell'immaginario comune è anche il colore associato alla depressione e al disagio mentale. Due temi molto presenti nel racconto che i giovanissimi della Generazione Z fanno di se stessi e di cui lo stesso Blanco si è fatto portavoce con la sua musica. Una narrazione comprensibile per una generazione che in brevissimo tempo si è confrontata con una pandemia globale e il primo conflitto in Europa dai tempi della Seconda Guerra mondiale.
Non possiamo sapere se quanto avvenuto sul palco sia frutto di questo disagio mal canalizzato, di una trovata pubblicitaria per il nuovo singolo e forse non è neanche così importante saperlo. A prescindere dalla consapevolezza che aveva Blanco di sé in quel momento, il risultato resta la distruzione che il suo gesto ha lasciato sul palco. C'è però qualcosa che non dovrebbe mai essere calpestato: la dignità di ogni essere vivente. I cani non sono oggetti di scena, e come tali dovrebbero sempre essere trattati nel rispetto della loro etologia, senza coloranti e senza collari a catena.