Gli occhi del mondo sono tutti puntati sulla XXXII edizione dei Giochi Olimpici in corso a Tokyo, dove i migliori rappresentanti della nostra specie si stanno sfidando per stabilire chi sono gli atleti migliori nelle più svariate discipline. Uno dei momenti più attesi sarà certamente la gara di sprint sui 100 metri piani, dove i più scattanti velocisti umani possono toccare velocità fino ai 45 km orari. Davvero notevole, ma nulla di paragonabile alla maggior parte degli animali, che farebbero impallidire persino Usain Bolt. Senza scomodare il ghepardo, che superando i 100 km orari è l'animale più veloce sulla terraferma, la maggior parte dei quadrupedi infatti riuscirebbe a battere con facilità anche il più fulmineo degli umani. Le antilopi e le gazzelle possono tranquillamente superare gli 80 km ma anche lepri, zebre, orsi e gnu sono molto più veloci di noi.
Un gruppo di ricerca interdisciplinare dell'Università di Colonia ha provato a studiare quindi quali caratteristiche determinano la velocità massima di corsa degli animali, e perché noi umani non possiamo tenere il passo con la maggior parte di loro. Lo studio, pubblicato sul Journal of Theoretical Biology, ha permesso di sviluppare un modello biomeccanico teorico basato sulla struttura del corpo che permette di calcolare la velocità massima per qualsiasi animale. Il team guidato da Michael Günther ha messo insieme diversi fattori, come quelli fisici, biologici e meccanici per provare a rispondere a domande come: «Perché le velocità massime vengono raggiunte dagli animali di taglia media?», «Quali sono le caratteristiche che determinano la velocità massima ?» e «Quali caratteristiche invece sono limitanti?».
Per i ricercatori il punto cruciale del modello è l'equilibrio tra forza propulsiva delle gambe, resistenza all'aria e inerzia muscolare. Tuttavia tra i fattori che influenzano la velocità ci sono anche il numero e la lunghezza degli arti, la flessibilità della colonna vertebrale e la struttura del corpo. Grazie a questo modello gli scienziati hanno potuto così calcolare «il percorso ideale» che dovrebbe seguire la struttura corporea per raggiungere la velocità ottimale man mano che aumenta il peso.
Per gli animali di grosse dimensioni come gli elefanti, quindi, non basta avere zampe più lunghe o muscoli più potenti, perché impiegherebbero molto più tempo per contrarsi alla massima velocità. Il peso e la struttura del corpo sono dunque tra i principali fattori limitanti, ed è per questo che superati i 50 kg di peso le velocità massime degli animali iniziano mediamente a calare. Non a caso un ghepardo pesa proprio circa 50 kg.
Il modello permette persino di calcolare le velocità ipotetica di animali fantastici che non esistono. È noto che i ricercatori sono spesso persone piuttosto divertenti e hanno quindi provato a calcolare la velocità massima che potrebbe raggiungere Shelob, l'enorme e malefico ragno che gli hobbit Frodo e Sam incontrano sulla strada per il Monte Fato ne Il Signore degli Anelli. Il base alle dimensioni, al numero di zampe e alla struttura del corpo è stato calcolato che riuscirebbe a raggiungere i 60 km orari. Fuggire non sarebbe stata quindi una scelta saggia. E per quanto riguarda noi umani?
Applicando questo modello alla nostra specie gli studiosi hanno stabilito che abbiamo quasi raggiunto il limite massimo consentito dal nostro corpo, solamente gambe più lunghe o tendini più elastici permetterebbero di toccare velocità più elevate. Infine, importante elemento a favore dei quadrupedi è proprio il numero di zampe. La maggior parte dei mammiferi è più veloce di noi bipedi proprio perché in numero di arti consente loro di galoppare e di sfruttare la spinta propulsiva del tronco. Anche per questo non potremo mai battere nella corsa un'antilope cervicapra o uno springbok. Ciononostante ce la possiamo giocare quasi alla pari col simpatico vombato e i suoi 40 km orari.