D'ora in avanti dovreste pensarci su almeno un paio di volte prima di usare l'espressione «muto come un pesce», altrimenti pronuncereste una grossa inesattezza zoologica. I ricercatori della Cornell University hanno infatti scoperto che i pesci sono tutt'altro che muti, e che comunicano attraverso i suoni molto più di quanto si potesse immaginare.
Anche se spesso non riusciamo a sentirli, nei mari e tra le barriere coralline risuonano gemiti, cinguetti e brontolii che creano un concerto di suoni e vocalizzazioni degne delle chiassose foreste pluviali che vanno avanti da almeno 155 milioni di anni. Sono questi i risultati di un nuovo studio sulla produzione di suoni nei pesci recentemente pubblicato su Ichthyology & Herpetology.
I suoni emessi da Porichthys notatus, conosciuto anche come pesce rospo
Che i pesci fossero in grado di emettere suoni era cosa già nota alla scienza, tuttavia questo tipo comportamento è sempre stato considerato piuttosto raro, quasi un'eccezione. La maggior parte degli studiosi riteneva infatti che i pesci utilizzassero soprattutto altri tipi di strumenti comunicativi come i colori, le posture del corpo e l'elettricità. Molto probabilmente le loro voci sono rimaste a lungo inascoltate anche perché sono difficili da rilevare ma nonostante ciò i pesci parlano e come.
Scavando tra le descrizioni anatomiche, gli studi precedenti e le registrazioni sonore dei pesci, Aaron Rice e colleghi hanno identificato numerose caratteristiche fisiologiche e fisiche che consentono ai pesci di emettere suoni e vocalizzazioni anche senza corde vocali. Lo studio è stato effettuato sugli attinopterigi, quelli che nei vecchi manuali di zoologia venivano chiamati pesci ossei. Con oltre 34mila specie note si tratta del gruppo di pesci più numeroso tra tutti, che include la maggior parte delle specie viventi, quelle dotate di uno scheletro osseo (e non cartilagineo come gli squali) e pinne sorrette da raggi, da qui il nome Actinopterygii.
All'interno delle 175 famiglie studiate, circa due terzi delle specie probabilmente possono comunicare anche attraverso il suono e si tratta di un numero enorme se confrontato alle stime precedenti che parlavano di appena un quinto delle specie.
La maggior parte di questi pesci utilizza i muscoli associati alla vescica natatoria per produrre suoni, che tra l'altro all'interno dei vertebrati sono quelli che si contraggono più velocemente, mentre altri sfregano tra loro alcune parti scheletriche del corpo, utilizzando quindi la stridulazione.
Dallo studio emerge inoltre che la comunicazione vocale, comparsa probabilmente già 155 milioni di anni fa, potrebbe essersi evoluta in maniera indipendente nei vari sottogruppi almeno 33 volte. Insomma, i pesci blaterano un sacco e da tantissimo tempo, anche perché ne hanno parecchie di cose da dirsi.
I suoni emessi da Holocentrus rufus, noti anche come pesci scoiattolo
I pesci chiacchierano tra loro per dirsi più o meno le stesse cose che si dicono tutti gli altri animali. Cercano di attirare un partner, di reclamare un territorio o il cibo, di richiamare i compagni o di avvertirli della presenza di eventuali pericoli. Tuttavia, avvertono gli scienziati, stiamo origliando solamente per la prima volta e in maniera superficiale cosa si dicono davvero i pesci. Il progetto di Rice e del suo gruppo di ricerca, iniziato ben 20 anni fa, continuerà quindi a studiare le voci dei pesci, anche perché ci saranno sicuramente tantissimi altri segreti ancora da scoprire e che aspettano soltanto di essere ascoltati per la prima volta.