Altri due orsi sono stati trovati senza vita in Trentino. Ne dà notizia la stessa Provincia autonoma di Trento aggiungendo che i corpi sono stati rinvenuti a Bresimo e Borgo d’Anaunia. Il primo dei due esemplari è già stato recuperato e consegnato all’Istituto zooprofilattico delle Venezie per l'autopsia, esame al quale Leal ha chiesto di partecipare con un proprio perito.
Gian Marco Prampolini, il presidente della Lega Antivivisezionista ha dichiarato: «Come Leal abbiamo appena dato mandato al nostro ufficio legale di depositare richiesta di accesso agli atti per capire modi e circostanze del ritrovamento e la richiesta della presenza nelle fasi autoptiche di un nostro perito veterinario di parte».
Non solo sono è stata data notizia della morte di due orsi nello stesso giorno, ma seguono di poche settimane la morte di un'altra plantigrada trentina: F36. L'animale, madre di un cucciolo, era finita nella lista degli orsi problematici della Provincia autonoma di Trento e su di lei pendeva un ordine di abbattimento, momentaneamente sospeso dai ricorsi presentati dalle associazioni di tutela animale.
Durante il braccio di ferro tra Provincia e associazioni, l'orsa è stata trovata morta in Val Bondone. Alla sua autopsia è stato ammesso il perito di parte di Oipa e Leal, la dottoressa Cristina Marchetti, medico veterinario, anatomopatologa ed esperta in materia.
«Con il ritrovamento comunicato oggi sono sette i plantigradi trovati morti nel 2023 in Trentino – fa sapere l'Oipa – Il primo orso trovato senza vita era stato M62 il 30 aprile in una zona impervia tra il lago di Molveno e San Lorenzo Dorsino. Altri tre plantigradi sono stati trovati morti in Val di Sole, sul Monte Peller e nella zona di Cavedago. Il 27 settembre è stata trovata morta in Val Bondone l’orsa F36 considerata colpevole di “falsi attacchi” nel territorio di Sella Giudicarie.
Anche Michela Vittoria Brambilla, presidente di Leidaa e membro dell'Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali, ha fatto sapere che con la sua associazione presenterà denuncia: «Sul territorio – aggiunge la deputata – è stato instaurato e alimentato un clima di paura e di odio che propizia atti di bracconaggio. Come accadde nel 2015-6, quando tre orsi – f5, m6 e m21 – furono uccisi col veleno in Trentino, in una fase di acuta contrapposizione determinata dal caso dell'uomo ferito a Cadine nel giugno del 2015. Oggi, grazie alla campagna elettorale, la tensione ha raggiunto il culmine storico: ogni sospetto appare giustificato. Alla magistratura il compito di fare chiarezza. Certo la Provincia non può liquidare la vicenda con un comunicato di due righe».
Nel frattempo, l'europarlamentare della Lega, Alessandro Panza, ha chiesto di rivedere la Direttiva europea Habitat per la gestione degli orsi. Oggi infatti l'europarlamentare si trovava a Trento insieme all'assessore provinciale all'agricoltura Giulia Zanotelli: «Occorre intervenire al più presto sulla gestione di orsi e lupi che tanti danni stanno creando nelle nostre valli e nei nostri alpeggi. Occorre intervenire senza ideologia e senza retorica per permettere agli allevatori e alle popolazioni di continuare a vivere e lavorare in alta montagna". Zanotelli ha ribadito la necessità "di una revisione della disciplina europea che possa andare nella direzione di tutelare e osservare la sicurezza dei nostri concittadini ma anche il futuro e la valorizzazione dell'agricoltura e di montagna per contrastare il rischio di abbandono. Su questo continueremo il nostro lavoro e faremo valere le posizioni dei trentini».