L'allosauro era un dinosauro teropode, vissuto nel Giurassico superiore (155-145 milioni di anni fa ) e appartenente all'ordine dei Carnosauri. È una delle specie più presenti del periodo ed infatti è stato possibile ritrovare i suoi resti in diversi continenti. Il suo nome significa letteralmente "lucertola diversa" e deriva dal greco ἄλλος, allos, ("diverso") e σαῦρος, sauros, ("lucertola"). La "diversità" del suo nome deriva da quanto imprevista e sorprendente fu la sua scoperta che ha destato l'attenzione dei paleontologi già a partire dalla seconda metà dell'Ottocento.
Meno famoso rispetto al Tirannosauro, l'Allosauro in realtà condivideva con il grande animale del Cretaceo molte caratteristiche, tra cui il possedere il ruolo di più grande predatore all'interno della catena alimentare e la capacità di cacciare le prede in gruppo, soprattutto esemplari malati di sauropodi come il diplodoco. Alto fino ad un massimo di 6 metri e lungo fino anche a 12 metri, l'Allosauro era un predatore bipede che secondo alcune stime raggiungeva i 30 chilometri orari durante la corsa.
La maggioranza dei fossili di Allosaurus proviene dal Nord America, essendo tra l'altro il più grande predatore della Formazione Morrison, ma sono stati rinvenuti dei resti anche in Portogallo e in Africa, per esattezza in Tanzania. Questo lo rende uno dei dinosauri giurassici meglio conosciuti e di cui disponiamo il maggior numero di reperti.
Caratteristiche dell'Allosauro
Prendendo come riferimento la specie tipo Allosaurus fragilis, sappiamo che questa tipologia di dinosauri era una perfetta macchina da guerra, efficace nell'abbattere grandi erbivori. Era pesante meno di un elefante moderno, dalle 2 alle 3 tonnelate, e si calcola che il suo metabolismo necessitasse di circa 300 kg di carne al giorno.
Il cranio, lungo fino a 90 centimetri, era dotato di creste orbitali caratteristiche, che lo rendono molto diverso dai crani degli altri famosi predatori dello stesso periodo. La bocca era dotata di affilatissimi denti a pugnale ricurvi, di oltre dieci centimetri, che si erano adattati a penetrare la spessa carne degli erbivori senza rischiare di incastrarsi nella loro pelle coriacea o in qualche osso. L'affilatura e la punta acuminata dei denti infatti aiutava l'animale a mordere la preda, dotata il più delle volte di squame molto spesse, ma non a trattenerla. Il pericolo rappresentato dalla frattura dei denti poteva infatti costare caro all'Allosauro e la migliore strategia che la specie aveva adottato per non incorrervi era quella di mordere ripetutamente le prede, per arrecargli un pesante sanguinamento.
La conformazione delle vertebre cervicali permetteva invece all'Allosauro di mantenere la tipica postura del collo a S dei grandi dinosauri carnivori, in modo che il peso del cranio fosse ben distribuito e il baricentro corporeo non tendesse a spostarsi in avanti. A differenza del Tirannosauro, l'Allosauro disponeva però di un altro vantaggio che lo aiutava a mantenere l'equilibrio e ad attutire l'impatto di una grossa caduta. Tutti gli Allosauri infatti disponevano di sviluppati arti superiori, dotati di artigli lunghi fino a 15 centimetri e di tre dita. Per quanto non possano essere equiparate alle braccia dello Spinosauro, le braccia dell'Allosauro erano sicuramente molto più utili all'animale rispetto alle famose "braccine corte" dei Tirannosauri.
Questo però non deve indurre a credere che gli Allosauri potessero agilmente rialzarsi di seguito alla caduta. Le braccia infatti sarebbero state comunque non abbastanza robuste per aiutare l'animale nel risollevarsi e la mole dell'intero animale rappresentava comunque un problema in caso di caduta. Diversi Allosauri infatti sono stati trovati con molteplici costole rotte. Il paleontologo Rothschild scoprì persino un esemplare che morì probabilmente a causa di una caduta o di un inciampo durante la corsa. L'esemplare infatti aveva ben 14 costole rotte ed era con molto probabilità caduto sul torace.
Un'altra eccezionale scoperta dimostra come l'Allosaurus possedesse delle particolari costole che di solito non si conservano al livello fossile: le gastralie, situate a livello della pancia e che non si articolano con le vertebre. In questo caso però le gastralie, per quanto presentassero delle lesioni, procuratesi dall'animale quando era in vita, avevano anche segni di rimarginazione, indicando che l'animale era sopravvissuto alla frattura.
Le gambe dell'Allosaurus non erano sufficientemente capaci di resistere alla corsa. Per questa ragione la velocità sviluppata non era elevata e questo ha fatto presupporre ad alcuni paleontologi, come chiariremo nel prossimo paragrafo, che fosse più un predatore da agguato e di caccia in gruppo. Ogni piede dell'Allosauro aveva inoltre tre dita e poggiava interamente a terra, ammortizzando il passo con un cuscinetto cutaneo simile a quello dei moderni felini africani. Aveva nel piede anche uno sperone interno che non toccava mai il suolo e ciò che rimaneva del quinto dito.
Abitudini e comportamento
Per quanto i moderni paleontologi definiscano l'Allosauro come una specie probabilmente non avvezza a costituire società (molti reperti di allosauri presentano i segni di morsi appartenuti ad altri allosauri), questo non indica che non potessero sviluppare comportamenti sociali nei momenti in cui la collaborazione era congeniale all'obiettivo di caccia, rappresentato il più delle volte dai sauropodi.
A partire dagli anni Settanta, gli studiosi si sono infatti concentrati per definire quale strategia predatoria avessero sviluppato questi dinosauri carnivori nei confronti dei grandi erbivori e prendendo spunto dagli attuali predatori, le teorie sollevate sono state principalmente due: la teoria dei "leoni del giurassico" o quella dei "coccodrilli".
La prima teoria vede gli Allosauri come dei leoni preistorici, capaci di organizzare battute di caccia e di appianare le loro divergenze pur di abbattere le prede più grandi. Questa teoria vuole che anche Allosauri fra loro sconosciuti intavolassero un comportamento sociale, tramite la comunicazione, per ottenere lo stesso obiettivo. La seconda teoria vede invece questi grandi rettili comportarsi come gli odierni coccodrilli africani, che durante la migrazione degli gnu e di altre specie si radunano casualmente tutti nel punto in cui devono passare gli erbivori – tradizionalmente alcuni corsi fluviali – per predare ognuno per conto suo una preda.
Dopo decenni di riflessione, i ricercatori oggi hanno optato per una fusione delle due teorie, suggerendo che gli allosauri, come tanti altri grandi predatori, non amassero particolarmente formare dei gruppi sociali ma che in alcuni momenti dell'anno fossero capaci di aggredire un'unica grande preda, in cooperazione non del tutto volontaria con altri esemplari. Questo, secondo uno studio pubblicato su Plos One, avrebbe provocato a volte fenomeni di cannibalismo, qualora la caccia nei confronti dei sauropodi fosse andata male.
Poco si sa invece sul loro comportamento sessuale e genitoriale. Non si esclude che le femmine di Allosauro potessero sviluppare un comportamento materno per proteggere le uova, ma non avendo molto prove a supporto di questa tesi non bisogna cadere in suggestioni. Invece è molto probabile che esistessero delle differenze fisiche per perpetuare scelte di natura sessuale: le creste orbitali infatti potevano essere utilizzate nel corteggiamento o per distinguere gli esemplari femmina dai maschi.
Specie e storia della scoperta
In assoluto, la specie più comune e conosciuta di Allosauro è Allosaurus fragilis, la specie tipo del genere presente in Nord America, con circa sessanta esemplari scoperti nella Formazione Morrison. Le altre specie A. jimmadseni, A. amplus e A. lucasi sono state scoperte sempre nei pressi dello stesso luogo di ritrovamento di fragilis, mentre A. europaeus è la specie scoperta in Europa, fisicamente più leggera delle altre ma ugualmente capace di predare grosse prede. Infine, la specie scoperta in Tanzania fino allo scorso secolo era nota con il nome di Antrodemus, ma uno studio su alcuni resti ha portato i paleontologi ha riconoscerlo come una nuova differente specie di "Allosaurus", che a causa dei poveri resti necessità ancora di diversi studi – e possibilmente della scoperta di nuovi fossili – per l'identificazione.
La storia di questo predatore però è legata al più famoso dei cacciatori di dinosauri, Othniel Marsh, che lo "scoprì" nel 1877 in Colorado, nella già citata formazione Morrison. Dopo uno studio durato moltissimi anni, nel 1883, Marsh lo definì appunto Allosauro, ma fra gli stessi appassionati di dinosauri sono in pochi coloro che sanno che in verità Marsh non fu in realtà il primo ad intitolarsi la scoperta della specie.
Qualche anno prima infatti, nel 1869, Ferdinando Vandiveer Hayden ricevette in dono da una tribù di nativi americani del Middle Park, nei pressi di Granby, il primissimo esemplare mai scoperto di Allosauro che era stato probabilmente ritrovato non lontano dalla formazione Morrison. Le popolazioni indigene identificavano tali fossili come "zoccoli di cavallo pietrificati", ma Ferdinando inviò i campioni ricevuti allo studioso Joseph Leidy che lo identificò come una vertebra caudale, assegnando il fossile al genere di dinosauro europeo Poekilopleuron, una specie affine al Megalosauro. In seguito, negli stessi anni delle pubblicazioni di Marsh, lo stesso Leidy decise di ristudiare il fossile donato a Hayden e decise che apparteneva ad un nuovo genere che chiamò Antrodemus.
La molteplicità dei nomi coniati per lo stesso genere era un fenomeno comune, durante quella che fu definita proprio "la Guerra delle Ossa", un conflitto accademico che nacque fra i diversi paleontologi americani, bramosi di scoprire e definire per primi nuove specie. Questo dibattito avrebbe creato molta confusione nella tassonomia e nella cladistica del tempo, poiché in poche decadi i paleontologi americani affibbiarono diversi nomi alla stessa tipologia di creature. D'altronde però fu un momento molto positivo per la scienza. Oggi gli esperti credono che è anche grazie alla Guerra delle Ossa se la paleontologia è arrivata a conoscere, alla fine dell'Ottocento, centinaia di nuovi dinosauri, migliaia di invertebrati e centinaia di nuove specie di uccelli, mammiferi e rettili marini preistorici. Insieme e perennemente in conflitto, Marsh e Cope da soli scoprirono per esempio più di 120 nuove specie di dinosauri.
Marsh fu comunque il primo ad identificare l'Allosauro come lo conosciamo oggi. Durante gli anni trascorsi a studiarlo, la caratteristica principale che lo stupì fu la sua mole rispetto alle altre specie di predatori della formazione Morrison. Perciò il suo nome non deve essere letto, come spesso suggerito in molti libri di testo, semplicemente come "Altro rettile", facendo riferimento al fatto che Marsh avesse scoperto solamente un'altra specie, ma come "diverso rettile", riportando lo stupore che ebbero gli studiosi studiando l'animale. Tale confusione del significato dal nome deriva dalla differente interpretazione moderna della parola greca ἄλλος, allos, che può essere interpretata come "diverso" o "altro".
L'allosauro nella cultura di massa
L'Allosauro recentemente è divenuta parte della cultura pop, anche grazie alle molteplici comparse in manga, film e serie tv.
X Drake, uno dei personaggi secondari di One Piece che hanno mangiato uno dei frutti del diavolo Zoo Zoo di tipologia leggendaria, ha la capacità di trasformarsi in un Allosauro e di sfruttare capacità di combattimento particolarmente imprevedibili.
Allosaurus è inoltre apparso in molteplici documentari, ad esempio come protagonista nel secondo episodio sulla BBC de "Nel mondo dei Dinosauri" e nel suo spin-off "La ballata di Big Al". L'animatronics usato per le scene è conservato presso il museo di storia naturale di Londra.
Cinematograficamente parlando, bisogna attendere l'uscita del secondo capitolo della saga di Jurassic World (2018) per vedere per la prima volta nei teleschermi l'Allosauro al cinema. Ed è proprio grazie ai videogiochi della saga, fra cui Jurassic World Evolution e Jurassic World Evolution 2, se l'Allosauro è sbarcato anche nei videogiochi.
Per quanto riguarda invece i cartoni è da segnalare la sua presenza in una puntata di "C'era una volta… l'uomo", il prequel della famosa serie francese a cartoni animati "Siamo fatti così". In una puntata l'Allosauro – disegnato completamente privo delle sue creste orbitali – si confronta con un sauropode ed ha caratteristiche meno realistiche di altre riproduzioni.
Prima della scoperta del Tyrannosaurus, l'Allosaurus era tra l'altro il dinosauro più famoso agli occhi del grande pubblico, essendo il fossile rappresentativo dello stato dello Utah. Fu però la descrizione che ne fece Arthur Conan Doyle nel 1912, nel suo famoso romanzo "Il mondo perduto" – e il seguente adattamento cinematografico del 1925 – a rendere l'Allosauro un'icona, spingendo i musei a proporre rappresentazioni artistiche delle sue battute di caccia.